In questo articolo proponiamo la tesi di Laurea in Scienze Motorie di Andrea Ghislotti.
Andrea da diverso tempo collabora con la nostra realtà: ha partecipato a diversi nostri corsi di formazione sia online che dal vivo, è stato per diversi mesi nostro tirocinante, è partecipato come tirocinante al Raduno Invernale a Siracusa ed ora fa parte del nostro Staff come Assistant Coach.
La tesi di divide in 4 capitoli principali che vanno a trattare in modo approfondito la meccanica dell'accelerazione e della partenza dai blocchi.
Proprio per questo motivo abbiamo deciso di dividere la pubblicazione della tesi in 4 articoli che pubblicheremo a distanza di qualche giorno l'uno dall'altro.
Se ti interessa leggere subito tutta la tesi potrai trovare il PDF comprensivo anche di nel nostro Per-Corso "Gli Spunti de ilCoach", riservato ai nostri tesserati.
Questi i temi trattati nella tesi:
Negli ultimi anni e in tutti gli sport si è costantemente alla ricerca della massima efficacia prestativa sia in campo amatoriale sia professionistico. La tecnologia si è così insediata stabilmente nella quotidianità degli allenamenti.
Per poter meglio sfruttare tali aggiornamenti diventa fondamentale l’ “analisi quantitativa” ovvero la possibilità di analizzare dati sempre più concreti e tangibili cosi da poter programmare al meglio le fasi di lavoro che portino a miglioramenti consistenti.
Carmelo Bosco asseriva che se si vuole allenare qualcuno serve sempre partire da dei dati valutabili.
Partendo da questo concetto si capisce come in una gara di Sprint, dove tutto lo sforzo si esaurisce in pochissimi secondi, diventa fondamentale poter analizzare dati in maniera sempre più meticolosa.
Gli studi di Biomeccanica nell’ultimo decennio hanno fatto passi da gigante permettendo di analizzare parametri fino a pochi anni fa inimmaginabili in quanto non visibili all’occhio umano.
Tali tecnologie vengono investite come supporto all’allenatore per migliorare tutti gli aspetti di programmazione, gestione dell’allenamento e come supporto all’atleta per evidenziare gli aspetti sui quali porre attenzione durante l’allenamento.
Partendo dalle definizioni più “elementari” di Velocità e Partenza dai blocchi, andremo ad analizzare gli angoli e i vettori di posizionamento, set e primo passo ottimali per avere una migliore resa nelle fasi di accelerazione.
Attraverso gli elementi ricavati potremo meglio comprendere il ruolo chiave della partenza che negli ultimi anni è stato maggiormente studiato e sviscerato nella letteratura scientifica inerente le gare di Sprint nell’atletica leggera.
In ultima analisi daremo una panoramica sui mezzi e i sistemi di allenamento dell’accelerazione e analizzeremo alcune tabelle contenenti dati estrapolati da test da campo.
L’obiettivo della tesi è quello di porre l’attenzione su un elemento troppo spesso posto in secondo piano, ovvero i primi 3 passi delle gare di sprint, dimostrando come un corretto lavoro in questa direzione possa portare enormi benefici sul piano cronometrico.
La velocità e l’accelerazione sono concetti correlati, ma diversi tra loro.
Mentre la velocità è “la distanza coperta in un’unità di tempo”, l’accelerazione è il “tasso di cambio della velocità” e tiene conto anche della direzione.
In fisica, in primo luogo in cinematica, l’accelerazione è “una grandezza vettoriale che rappresenta la variazione della velocità nell’unità di tempo”.
In termini differenziali è pari alla derivata rispetto al tempo del vettore velocità.
Nell’applicazione diretta possiamo comprendere come un’accelerazione più efficace possa permettere di raggiungere una velocità massima potenziale (VMaxp ) in maniera più rapida.
L’accelerazione del corpo umano non può essere infinita e ha come limite la VMaxp che una volta raggiunta porta ad una lenta decelerazione.
Una gara di sprint si divide in varie macro-fasi, ciascuna delle quali ha elementi imprescindibili che devono essere analizzati ed allenati per poter ottenere la massima resa dall’atleta.
Queste fasi sono sintetizzabili in:
La partenza, definita dal Prof. Mann come la Early Acceleration termina con il terzo appoggio a terra ed è caratterizzata da aumenti considerevoli di velocità e frequenze. Basti pensare che circa il 70% dell’accelerazione massima viene esaurita in questa prima parte.
La transizione definita come Middle Acceleration dura circa 20m e va dal quarto al decimo/dodicesimo appoggio. Durante questa fase abbiamo una verticalizzazione del busto ed un incremento dell’ampiezza dei passi oltre che della frequenza degli appoggi.
Il raggiungimento della massima velocità (VMax) viene definita come Late Acceleration e dura fino ai 50-60m di gara, ovvero sino a quando un atleta non raggiunge la massima velocità che è in grado di raggiungere.
Le ultime due fasi si riferiscono al mantenimento della massima velocità.
In realtà la velocità massima non può restare costante se non per pochi metri, ecco perché è più corretto parlare di decelerazione o di massima velocità relativa. In questa fase l’atleta si sforza di vincere la decelerazione del suo corpo cercando di mantenere una velocità quanto più elevata possibile.
Come abbiamo precedentemente detto, il 70% della massima accelerazione viene esaurito nei primi 3 appoggi di gara, Si comprende pertanto quanta importanza assuma un corretto asset nel posizionamento sui blocchi e nell’uscita dagli stessi.
Esistono tre principali categorie di uscita dai blocchi, ciascuna delle quali ha dei punti cardine in funzioni delle caratteristiche morfologiche e meccaniche degli atleti:
Nella Jump Start si concepisce l’uscita dal blocco come un tuffo con conseguenti spinte molto lunghe sia sul blocco che a terra (Strong Push Back) nei primi passi. In questo caso sia i tempi di contatto a terra del piede, sia le fasi di volo sono molto lunghe. Ideatore e studioso di questo metodo è il Prof. Tom Tellez.
La Shuffle Start è caratterizzata da tempi di volo molto ridotti. L’ampiezza assume un’importanza minore a discapito delle frequenze che dal terzo appoggio diventano molto alte. Questa partenza è stata studiata e sviluppata dal Prof. Ralph Mann.
La Fast Switch Start è una partenza molto complessa nel suo apprendimento e che può essere approntata solo con atleti con spiccate doti di Stiffness. In questa partenza abbiamo frequenze fin da subito molto alte e gli arti inferiori hanno un rapido scambio durante la fase di volo. Ideatore e studioso di questa particolare partenza è il direttore dello sprint della nazionale UK Jonas Dodoo.
Queste ultime due partenze sono difficili da analizzare attraverso fotogrammi, certando risulta più funzionale un’analisi video attraverso strumenti come ad esempio Kinovea o Coach Eye che permettono all’allenatore di poter analizzare con più accuratezza i movimenti dei segmenti corporei.
Queste tre partenze sono delle Macro-Aree che sintetizzano tre “famiglie di partenza.” Più verosimilmente gli atleti tendono a creare ad-hoc delle partenze ibride che possono però essere sempre ricondotte a questa classificazione rendendo più facile individuare in maniera oggettiva errori e dati da estrapolare.
I parametri da considerare sono molteplici, ma i fondamentali sono:
Altro elemento fondamentale da tenere sempre presente è che “La gara non si vince all’uscita dai blocchi, ma l’uscita dai blocchi deve essere funzionale al raggiungimento delle migliori condizioni di corsa"
Con questo primo articolo ci fermiamo qui. Il prossimo articolo "I descrittori specifici della partenza" sarà pubblicato Venerdì 29. Se vuoi restare aggiornato puoi iscriverti alla nostra newsletter (scopri in fondo a questo articolo come fare)
Andrea Ghislotti
Preparatore atletico e allenatore di atletica leggera
Profilo Instagram: @ghislottiandrea