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L'atletica come sport che insegna a crescere

4 Maggio 2017 by Redazione

Facciamo i complimenti al comitato regionale Fidal Emilia Romagna che, con per promuovere l’atletica ha prodotto questo bellissimo spot girato sul campo di atletica Lauro Grossi di Parma.

“Ci sono sport che ti insegnano a vincere, altri che ti fanno crescere”

Questo lo spot del video

Sulla linea di partenza dei 100 m sono allineati alcuni bambini. Li vediamo sistemarsi e chinarsi sui blocchi. Dopo il colpo di pistola dello starter, i bambini sono ora diventati più grandi e stanno scattando uno a fianco all’altro. Vediamo alcuni dettagli delle loro scarpe che toccano il terreno e, quando la ripresa torna a inquadrarli a figura intera, questi sono diventati ancora più grandi e stanno tagliando il traguardo. Non appena superato l’arrivo, però, ognuno di loro torna immediatamente ad essere bambino. Si abbracciano e si complimentano l’uno con l’altro. 

Nel video possiamo vedere i giovani atleti del CUS Parma, fra i quali si riconoscono le 2 campionesse degli ostacoli Desola Oki (vincitrice del titolo europeo under 18 nel 2016 a Tbilisi) e Elisa Maria Di Lazzaro (campionessa italiana assoluta e juniores dei 60 hs indoor nel 2017), il velocista azzurro Steve Abe e il Campione Italiano indoor dei 400m under 18 Edoardo Scotti.

Facciamo i complimenti a Fidal Emilia Romagna, sperando che altri comitati Regionali e Provinciali e, perchè no, la Fidal Nazionale seguano questo esempio positivo per promuovere questo bellissimo sport che è l’atletica.

Filed Under: News Tagged With: atletica, atletica leggera, fidal emilia romagna, promozione, video, video promozionale

La corda, video per migliorare la coordinazione nei salti

14 Dicembre 2016 by Redazione

La corda, video per migliorare la coordinazione nei salti

La corda (a noi piace chiamarla funicella!) è un mezzo di allenamento trasversale, versatile, economico,  di facile reperimento o “costruzione”, che può essere proposto con molteplici finalità sia ai bambini che agli adulti.

Permette di fare un lavoro aerobico e di riscaldamento in pochissimo spazio, sia all'aperto che al coperto (...occhio però ai lampadari!).

A seconda degli obbiettivi, con la corda si possono allenare:

  • la resistenza;
  • la stiffness;
  • la rapidità;
  • capacità di ritmo;
  • coordinazione;
  • capacità di attenzione in condizioni di fatica

Nello scorso articolo "La funicella o agility rope" abbiamo proposto un video con esercitazioni di base con la corda eseguite in palestra (potete effettuarle anche all'aperto ovviamente...). Nello stesso articolo anche tante informazioni utili per imparare ad usare la corda!

Nel video di oggi la corda è utilizzata in pista, sulla pedana dei salti in estensione, e con la proposta di esercitazioni per i salti in estensione (lungo e triplo).

Video realizzato sulla pista "Angelo Greotti" di Nave (Via Capra, 25075 Nave BS, Italia), gestita dalla società di atletica Audaces Nave

 

Andrea Uberti - cofondatore de IlCoach

Andrea Uberti

Combined Events Coach | ilCoach.net ASD Vice President
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Filed Under: Uncategorized Tagged With: agility rope, corda, drill, funicella, jump, la corda, la funicella, rope drill, saltare la corda, salti, salti con la corda, salto in lungo, salto triplo, tecnica, video

L'insegnamento della tecnica in atletica leggera

19 Settembre 2016 by Redazione

L'insegnamento della tecnica in atletica leggera

Nel seguente articolo, tratto dal libro "Metodologia del atletismo" 5° edicion di Joan Rius Sant, tratteremo il tema dell'insegnamento della tecnica nell'atletica leggera. Ogni paragrafo sarà inoltre commentato dalla nostra psicologa sportiva Martina Fugazza.wpid-img-20160830-wa0004-1.jpg

L'insegnamento della tecnica

L'atletica è uno sport caratterizzato dal fatto di prevedere dei modelli tecnici di prestazione o, in altri termini, si può dire che esiste una tecnica precisa per ogni specialità.

Questo non esclude la possibilità che si possano creare o sviluppare nuovi modelli più efficaci rispetto ai precedenti (e.g.: nel salto in alto si è passati dallo stile ventrale al fosbury).

L'allenatore, quando insegna la tecnica, vuole che l'atleta, attraverso un processo di apprendimento,  sia in grado di adattare un modello tecnico alle proprie caratteristiche individuali.

Affinchè questo processo di apprendimento si sviluppi nella forma più efficace, si dovranno considerare determinati fattori.

 

Spiegazione della tecnica e degli esercizi

In generale, prima di eseguire un esercizio o apprendere una tecnica, questa viene presentata e spiegata dall'allenatore. Per far ciò dispone di diversi mezzi e strumenti: immagini video, sequenze fotografiche, disegni, dimostrazioni e spiegazioni o descrizioni verbali.

I video, la dimostrazione pratica e la descrizione verbale sono i metodi più usati.

Una buona dimostrazione presenta diversi vantaggi potendo precedere oppure completare una spiegazione.

Le spiegazioni degli esercizi costituiscono un momento importante, che non deve esser lasciato alla libera interpretazione o all'improvvisazione, dato che cosa differente è sapere e comprendere, dal far sapere e  far comprendere ( In una parola sola: insegnare. Ndt).

Le spiegazioni devono essere rapportate alla età, alla capacità di comprensione e alla maestria rispetto alla specialità.

Con i principianti le spiegazioni dovranno essere generali e costruite in modo tale che diventeranno sempre più precise e di maggior utilità per l'atleta, man mano che questi progredisce con il padroneggiare della tecnica.

Quando si giunge ad un alto livello di maestria tecnica, il movimento globale diventa meno importante rispetto agli aspetti specifici.

È importante che l'allenatore sappia controllare e gestire la quantità e la specificità delle spiegazione che dà agli atleti, in relazione al livello tecnico che hanno raggiunto.

Occorre stare attenti a non eccedere in spiegazioni e dettagli che l'atleta non è in grado di cogliere e fare propri.

Nel salto con l'asta, per fare un esempio, serve poco spiegare in che maniera si effettua il valicamento dell'asticciola, se ancora non si è in grado di correre in modo coordinato e rilassato portando l'asta.

Allo stesso modo bisogna considerare che la spiegazione degli esercizi non dovrà essere la stessa, a seconda che si tratti di un esercizio nuovo e sconosciuto per l'atleta, piuttosto che di un esercizio conosciuto e già sperimentato.

Gli esercizi si distinguono:

  1. Esercizi nuovi e quindi sconosciuti per l'atleta;

  2. Esercizi già provati e quindi conosciuti dall'atleta.

 

1) Esercizi nuovi e per l'atleta sconosciuti

L'allenatore:

  1. Spiega l'esecuzione dell'esercizio o compie una dimostrazione;
  2. Spiega quali sono i punti chiave per una buona esecuzione;
  3. Spiega l'obiettivo dell'esercizio o per quale motivo questo sia utile.

L'atleta:

  1. Apprende e capisce in che modo sia da realizzare l'esercitazione;
  2. Ricorda i punti chiave necessari per una buona esecuzione;
  3. Ha consapevolezza su cosa si mira a migliorare o raggiungere attraverso l'esercizio ( non è la stessa cosa compiere il secondo balzo del salto triplo con la finalità di migliorare l'impulso nella corsa di velocità o invece eseguirlo con finalità di sviluppo delle qualità condizionali).

 

2) Esercizio già conosciuto dall'atleta.

L'allenatore:

  1. Indica l'esercizio;
  2. Ricorda i punti chiave;
  3. Può ricordare le finalità dello stesso o darle per acquisite;
  4. Può motivare l'atleta ricordando gli aspetti positivi e negativi delle esecuzioni precedenti;

L'atleta:

  1. Sa come si realizza l'esercizio;
  2. Ricorda i punti chiave ai quali dedicherà un'attenzione speciale;
  3. Conosce le finalità dell'esercizio;
  4. Ricorda come lo ha eseguito le ultime volte e passa in rassegna errori e successi delle precedenti esecuzioni.

Bisogna ricordare che in entrambi i casi le spiegazioni devono essere chiare e precise, senza mai tralasciare di indicare i punti chiave per una buona esecuzione.

Questo può apparire come qualcosa di superfluo, inutile e una perdita del tempo dedicato all'allenamento, però è stato dimostrato  da diversi esperimenti sull'apprendimento che, quando all'atleta si fornisce una buona spiegazione e un'argomentazione dei principi motori e dell'esecuzione, si ottengono risultati migliori rispetto a quando si eseguono gli esercizi senza farlo. Sarebbe invece una totale perdita di tempo se l'allenatore si preoccupasse semplicemente di dimostrare che conosce perfettamente la tecnica e che ha grandi competenze, piuttosto che fare in modo che l'atleta capisca ed interiorizzi il movimento.

In alcune occasioni, ci baseremo sul principio che si ricorda meglio ciò che l'atleta ha “scoperto” da solo, piuttosto quello che gli è stato insegnato in maniera formale.

Piuttosto che proporre delle esercitazioni complete, si possono prospettare problemi motori che l'atleta deve cercare di risolvere .

Nella corsa, per fare un esempio, un atleta può provare a correre con le braccia rigide ed attaccate al corpo. Presto si renderà conto che le braccia devono avere un ruolo attivo nella corsa.

Allo stesso modo, se un marciatore prova a marciare sulla sabbia, scoprirà quanto è importante l'azione delle caviglie per marciare correttamente.

Con questo non si pretende che ogni atleta sia chiamato a “scoprire” il modello tecnico di ciascuna specialità, perché sarebbe inutile allo stesso modo in cui è inutile scoprire il fuoco o la ruota (inventare l'acqua calda n.d.t.),quello che si pretende è che l'atleta sperimenti e prenda consapevolezza di ciascuna azione della tecnica è la reciproca interdipendenza di ciascuna azione corporea  per giungere ad una buona esecuzione.

Note della psicologa Martina Fugazza:
Riguardo al saper fare/saper insegnare, necessaria è la capacità di capire quali sono le caratteristiche di ogni atleta e adeguare la spiegazione ad esse. Per intenderci, non serve rispiegare qualcosa che non è stato capito usando le stesse parole, ma è necessario trovare tutti i modi e i mezzi per raggiungere il proprio obiettivo.
Giustissimo il consiglio di non eccedere nelle spiegazioni. Poche parole, chiare e concise. Il cervello umano registra più efficacemente qualcosa detto una volta sola, in modo chiaro e senza ripetizioni ridondanti.

Le correzioni

Le correzioni che l'allenatore indica dopo ciascun esercizio di assimilazione o di lavoro tecnico sono un elemento fondamentale nel processo di apprendimento, che acquisisce sempre maggior importanza man mano aumenta il livello di specializzazione.

L'atleta ha bisogno di essere consapevole della propria esecuzione per poter andare a modificarla ed arrivare a possedere una buona tecnica.

Se il maestro o l'allenatore non è in grado di correggere in modo adeguato, invece di far migliorare sarà un limite ai miglioramenti dell'allievo.

Una buona correzione dipende principalmente da un'osservazione attenta e per questo è necessario che si abbia una buona conoscenza della specialità, che permette di identificare puntualmente gli errori e di essere capaci di distinguere i principali e separarli dagli errori successivi o secondari.

Si considerano errori secondari quelli che sono la conseguenza di un errore precedente.

Se, per fare un esempio, nel lancio del disco l'attrezzo esce a destra e si commette nullo, non è sufficiente correggere soltanto l'azione del braccio, ma bisogna osservare anche il piazzamento dei piedi sul finale. Se il piede sinistro si troverà spostato sulla destra, si potrà pensare che il primo problema sia nell'effettuazione del giro.

Una volta che si è identificato l'errore ( almeno con una buona probabilità n.d.t.), bisogna cercare di comprenderne la causa, tenendo conto del fatto che lo stesso errore può essere la conseguenza di motivi differenti e che difficilmente saremo in grado di eliminarlo se non si agisce sulla causa che lo provoca.

Occorre ricordare che non sempre l'errore più evidente e più facilmente individuabile è quello più grave.

Una volta che avremo seguito questi passi, disporremo delle informazioni necessarie per attuare una buona correzione.

 

PROCESSO PER UNA BUONA CORREZIONE
Saper osservare CORREGGERE
Conoscere bene il modello tecnico della disciplina Errori principali
Identificare i tipi di errori (secondari e principali) Errori secondari (causati dai principali)
Determinare la causa di un errore Distinguere

 

Un modo semplice per migliorare le proprie capacità di osservazione è farsi questa domanda: “Cosa sto per osservare?", cosa che aiuta a selezionare l'obbiettivo per cui si vuole focalizzare l'attenzione, sia che riguardi l'esecuzione generale dell'esercitazione oppure un aspetto specifico del gesto, essendo questo ultimo metodo più efficace piuttosto che cercare di vedere tutto ogni volta.

Nel getto del peso, ad esempio, invece di cercare di osservare sempre il gesto globale (e magari di stare sempre attenti solo a quanto lontano cade l'attrezzo...n.d.t.), l'allenatore si può concentrare sull'osservazione di un aspetto specifico come quello dell'azione delle gambe nel piazzamento.

Le correzioni dell'allenatore devono servire perché l'atleta sia ben conscio di:

  1. Cosa ha fatto;
  2. Cosa deve fare;
  3. Cosa deve modificare per riuscire a farlo;

In definitiva, le correzioni aiutano l'atleta a migliorare, però, quelle da cui beneficerà maggiormente, saranno quelle precise e personalizzate.

Note della psicologa Martina Fugazza:
"Nelle correzioni è necessario concentrarsi su una parte del gesto tecnico alla volta. Soprattutto per atleti esperti (o anche per atleti meno esperti, ma che praticano una specialità che fa parte dei movimenti naturali dell'essere umano: la corsa), i movimenti sono automatizzati e profondamente radicati nel cervello. Modificare tali gesti diventa molto difficile e necessita di un lungo lavoro e di una grande concentrazione. Per tale motivo, è importante concentrarsi su una parte del corpo alla volta, per esempio la posizione delle ginocchia o delle braccia.

Un altro mio commento riguardo alle correzioni è relativo alla comunicazione. Importante è usare la cosiddetta tecnica del sandwich, o più meno più. Si nota l'errore ma prima di correggere si comunica qualcosa di positivo che ha fatto l'atleta, poi si attua la correzione, e infine un incoraggiamento. Per esempio: "Bravo, hai usato i piedi come ti avevo detto, però attento, hai abbassato troppo la mano, prova a tenere il braccio più alto, coraggio che stiamo migliorando a vista d'occhio!". Questo stimolerà l'attenzione, aiuterà la motivazione all'ascolto e non farà cadere l'autostima dell'atleta."

La gara

La considereremo riguardo a due diversi aspetti, il primo riguarda l'agonismo nell'ambito dell'allenamento e l'altra le competizioni ufficiali vere e proprie.

  1. La competizione nell'ambito dell'attività di allenamento ci permette di compiere o tutta l'esecuzione globale del gesto di gara o un suo aspetto specifico ad un ritmo reale. ( ad intensità di gara n.d.t.)

Nel processo di apprendimento tecnico, la possiamo utilizzare come un mezzo che permette di verificare se l'atleta padroneggia l'esercizio o la tecnica sufficientemente per eseguirlo correttamente a velocità di gara o se, al contrario, all'aumentare dei ritmi di esecuzione, appaiono i difetti. Allo stesso modo lo possiamo utilizzare anche per abituare l'atleta perché esegua l'esercizio, o parte di questo, alla intensità di gara.

  1. Le gare ufficiali devono essere affrontate in modo tale di adattare la competizione all'atleta e non che l'atleta debba adattarsi a questa, come dire che, bisogna scegliere impegni agonistici che siano compatibili con le capacità e lo stato di forma di un atleta in uno specifico momento.

Nella corsa con ostacoli ad esempio, ad un principiante della specialità può sembrare che gli ostacoli della sua categoria siano molto alti o ad una distanza che gli appare molto elevata rispetto a quelle che sono le sue capacità in un dato momento.

Queste percezioni condizioneranno negativamente il suo gesto tecnico invece che favorirlo.

Stesso discorso lo si può fare con il peso degli attrezzi nelle discipline dei lanci.

Note della psicologa Martina Fugazza:
"Per la gara il mio consiglio è di limitare le correzioni macroscopiche all'allenamento. In gara si mettono in gioco movimenti automatizzati, proprio perché devono essere veloci. Non è possibile pensare a modificare un movimento durante una gara. Ammessi sono i piccoli consigli tecnici riguardanti rincorse, gesti, partenze. Questo fa sentire l'atleta seguito e più sicuro di sé."

La motivazione

È un fattore che un buon allenatore non deve trascurare, dal momento che un soggetto motivato risulta più attento e ricettivo, essendo l'attenzione una condizione necessaria per un apprendimento efficace. Pertanto, dovremmo evitare che compaia la noia, e anche se certi esercizi hanno maggiore efficacia, bisogna cambiarne la “confezione” senza per questo cambiare l'obiettivo che si mira a perseguire.

Note della psicologa Martina Fugazza:

Motivazione: creare nuovi stimoli è fondamentale. Solo con una motivazione alta l'atleta sarà spinto ad affrontare il lavoro che lo attende e a mettere in gioco tutte le sue energie fisiche e psicologiche per raggiungere gli obiettivi preposti.

 

I video

Si utilizza questo mezzo per permettere al ragazzo di vedersi al fine di confrontare:

  1. Quello che si fa realmente rispetto a quello che si “sente” di fare;
  2. Quello che si fa con quello che si dovrebbe cercare di fare, confrontando la tecnica dell'allievo con quella ottimale.

Occorre cercare:

  • Di attuare un confronto immediato del gesto realizzato. La visione di un gesto appena realizzato influisce su quello eseguito appena successivamente, quando sono già trascorse un paio di ore l'effetto è meno efficace.
  • Confrontare la propria evoluzione tecnica con video di periodi differenti.

Note della psicologa Martina Fugazza:

Ottimo il consiglio di usare video o dimostrazioni, l'imitazione è una delle più veloci forme di apprendimento per il cervello umano.

 
Di Andrea Uberti e Martina Fugazza
Andrea Uberti - cofondatore de IlCoach

Andrea Uberti

Combined Events Coach | ilCoach.net ASD Vice President
Martina Fugazza

Martina Fugazza

Psicologa dello sport
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Le esercitazioni rimbalzate tra ostacoli (video)

15 Aprile 2016 by Redazione

Boras (Swezia) 18- 21/07/2019 Campionati Europei under 20 , European athletics U20 - foto di Giancarlo Colombo/A.G.Giancarlo Colombo

Nella foto di copertina Elena Carraro. Foto Fidal

 

Dopo i due video "La mobilità per ostacolisti" e "Le andature in camminata tra ostacoli" presentiamo oggi  un altro video con alcune esercitazioni più dinamiche e che si avvicinano maggiormente alla cinematica del gesto del passaggio dell'ostacolo:

"Esercitazioni rimbalzate tra ostacoli":

Come dice il termine stesso "esercitazioni di rimbalzo" in questi esercizi l'idea di base è quella del rimbalzo a terra. L'impulso a terra degli arti inferiori hanno il compito di trasferire il movimento alle anche ed al sistema atleta.

A differenza dei video precedenti nelle esercitazioni presentate oggi si rispetta maggiormente sia la cinematica che la dinamica del gesto, facendo diventare la seconda gamba l’arto di impulso che “spingendo” trasferisce il movimento alle anche ed al sistema atleta.

Restano in ogni caso andature che "simulano" solo alcune parti del gesto testo tecnico ed hanno scarsa influenza sulla prestazione nell’esecuzione globale di corsa tra gli ostacoli.

Continuiamo a ricordare che l’esperienza da campo dimostra ogni giorno che l’ostacolista bravo non è solo quello tecnicamente migliore ma anche quello che grazie alle proprie caratteristiche “psicologiche” subisce meno la presenza dell’ostacolo come elemento di disturbo della propria corsa.

Tali andature oltre ad essere un'esercitazione coordinative hanno anche la funzione di miglioramento della mobilità dinamica ed aiutano inoltre a far comprendere l'azione di prima e seconda gamba, l'atteggiamento che il corpo deve avere tra gli ostacoli e nel momento del passaggio, l'azione coordinata delle braccia.

Nella proposta di tali esercizi porre attenzione:

  • all’atteggiamento posturale dell’atleta e ad eventuali compensi muscolari;
  • al grado di ampiezza del movimento (ROM): evitare di forzare i movimenti compensando, sbilanciandosi (alzare gli ostacoli in base al grado di coordinazione e mobilità dell'atleta);
  • alla decontrazione muscolare;
  • alla coordinazione tra arti inferiori ed arti superiori (negli esercizi che lo richiedono);

Come già premesso nell'articolo della scorsa volta, molti di questi atleti non eseguono le esercitazioni in modo ottimale (alcuni di loro hanno eseguito alcune esercitazioni per la prima volta). Ci piace l'idea di affiancare esecuzioni ben svolte ad altre ancora molto grezze o addirittura errate.

N. B.

La cinematica è quel ramo della fisica che si occupa di descrivere quantitativamente il moto dei corpi, senza porsi il problema di prevedere il moto futuro a partire da grandezze note. In ciò differisce dalla dinamica che studia le forze che provocano il movimento.

La dinamica è il ramo della meccanica che si occupa dello studio del moto dei corpi e delle sue cause o, in termini più concreti, delle circostanze che lo determinano e lo modificano

 

Si ringraziano gli atleti che si sono resi disponibili alla realizzazione delle esercitazioni proposte:

  • Hassane Fofana;
  • Alessandra Neboli;
  • Elena Carraro;
  • Oscar Maifredi;
  • Stefano Cordella

P.S.: nel video presentato abbiamo coinvolto diversi atleti, di livello molto vario tra loro (dai cadetti con buona attitudine per gli ostacoli, ad un’atleta assoluta di livello nazionale, all’atleta di qualificazione internazionale).

 

 

Alberto Barbera

Alberto Barbera

Sprint & Hurdles Coach
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Convegno con Paolo Camossi, i video delle esercitazioni pratiche

8 Aprile 2016 by Redazione

Domenica 20/3 a Bergamo il Settore Tecnico della Fidal Lombardia ha proposto un interessante seminario con relatore l’ex triplista (ex campione del mondo di triplo) Paolo Camossi, ora tecnico di numerosi atleti di livello nazionale ed internazionale, dal tema ““I balzi nella programmazione del giovane saltatore in estensione”.

Di seguito pubblichiamo i video della parte pratica realizzati dall’amico coach Stefano Auletta:

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Ringraziamo Stefano per la realizzazione dei video, Paolo per la grande competenza dimostrata (e complimenti per le ancora ottime capacità tecniche) e Fidal Lombardia per la buona realizzazione del convegno.

A questo link trovare i video della parte teorica del convegno, realizzati dall’amico Enrico Porta:

Convegno con Paolo Camossi, i video della parte teorica

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Paolo Camossi seminario sui balzi nelle categorie giovanili (video parte teorica)

22 Marzo 2016 by Redazione

Domenica 20/3 a Bergamo il Settore Tecnico della Fidal Lombardia ha proposto un interessante seminario con relatore l’ex triplista (ex campione del mondo di triplo) Paolo Camossi, ora tecnico di numerosi atleti di livello nazionale ed internazionale, dal tema ““I balzi nella programmazione del giovane saltatore in estensione”.

Molti i tecnici presenti, circa 100 durante la teoria e 60 nella pratica come riferito dalla stessa Fidal Lombarda.

Di seguito pubblichiamo i video della parte teorica realizzati e gentilmente concessi dall’amico coach Enrico Porta:

[su_youtube_advanced url=”https://www.youtube.com/watch?v=oINuVSKyJT0&list=PLPsyo7qkZdDo_URK6jVUoup-daOP0aPXq&index=1″]

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[su_youtube_advanced url=”https://www.youtube.com/watch?v=hCJ4zbENMjk&list=PLPsyo7qkZdDo_URK6jVUoup-daOP0aPXq&index=2″]

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[su_youtube_advanced url=”https://www.youtube.com/watch?v=hDmVNv9ujxI&list=PLPsyo7qkZdDo_URK6jVUoup-daOP0aPXq&index=4″]

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[su_youtube_advanced url=”https://www.youtube.com/watch?v=uBhs2S-9SkE&list=PLPsyo7qkZdDo_URK6jVUoup-daOP0aPXq&index=5″]

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[su_youtube_advanced url=”https://www.youtube.com/watch?v=cfkClEkhDlw&list=PLPsyo7qkZdDo_URK6jVUoup-daOP0aPXq&index=6″]

[su_spacer size=”10″]

A breve pubblicheremo anche i video della parte pratica

Filed Under: Formazione Tagged With: bergamo, fidal lombardia, i balzi, long jump, Paolo Camossi, salti, salti in estensione, salto in lungo, salto triplo, Seminario, seminario balzi, seminario fidal lombardia, seminario paolo camossi, triple jump, video

Clinic "I balzi e il salto triplo" con Fabrizio Schembri – Il Video

11 Dicembre 2015 by Redazione

Clinic-I-balzi-e-il-salto-triplo

Venerdì 4 dicembre, presso la pista di Vigevano, si è tenuto il Clinic "I balzi e il salto triplo", organizzato dall'Atletica Vigevano Young e fortemente voluto dal coach dei salti Enrico Porta. A "dirigere" l'allenamento è stato il saltatore azzurro Fabrizio Schembri, che da quanto dicono i partecipanti è stato davvero bravo a vestire i panni del coach.

Ecco il video della serata, realizzato dall'amico Andrea Giannini che ci ha gentilmente concesso di pubblicarlo.

[su_youtube_advanced url="https://www.youtube.com/watch?v=9TQuUCf7o-4"]

 

Per far comprendere meglio il significato di alcune esercitazioni che vedete nel video, abbiamo chiesto a Enrico Porta di darci qualche spiegazione a riguardo. Ecco le sue parole:

 

Dalla lezione di Fabrizio Schembri a Vigevano del 4/11 arrivano alcuni messaggi.

Ricalcano quelli emersi in occasioni precedenti e proposti da Raimondo Orsini e Paolo Camossi e tutti relativi all’importanza dell’utilizzo dei piedi nell’economia dei salti, e non solo in quelli.

Nella prima parte si è posto l’accento sulla sensibilizzazione del piede con una particolare ricerca dell’appoggio, il tutto stimolato da superfici instabili quali possono essere degli pneumatici.

Allo stesso tempo sono stati sollecitati la ricerca di equilibrio di tutto il sistema corporeo e i tempi di appoggio durante le spinte per effettuare il balzo da un copertone all’altro.

È un ottimo esercizio da inserire periodicamente nella fase di riscaldamento anche per diversificare.

Altro punto fondamentale ribadito da Fabrizio, e anche da Paolo, è la necessità che il piede raggiunga velocemente il punto d’impatto, a pianta piena e in modo il più attivo possibile.

Ciò per evitare una perdita di velocità con un’azione troppo aperta e magari un contatto frenante.

Questo si evidenzia nella parte del video che riguarda le andature classiche ma anche la parte dei balzi sui rialzi.

Un’azione veloce di ricerca del terreno, sotto il ginocchio, restituirà una adeguata spinta propulsiva verso avanti e la presa di contatto a pianta piena preserverà da impatti traumatici.

Poi è chiaro, se si hanno le doti di Fabrizio, il più caraibico dei nostri saltatori, è meglio

 

Ringraziamo Fabrizio, Chicco ed Andrea per la grande disponibilità!

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Materiale didattico convegno "Tracollo podalico nei paesi occidentali"

14 Novembre 2015 by Redazione

Ringraziando tutte le persone (circa 70) presenti ieri sera presso il centro sportivo Canottieri Milano al primo convegno da noi organizzato “Tracollo podalico nei paesi occidentali”, i relatori, il Dott. Gianni Chetta e coach Marco La Rosa moderati egregiamente da Sergio Meda e ovviamente Francesco Facchini per l’ottimo servizio streaming, di seguito pubblichiamo il  materiale utilizzato dai relatori per arricchire le proprie spiegazioni:

 

Materiale didattico convegno:

La presentazione del Dottor Gianni Chetta:

[su_document url=”https://www.ilcoach.net/wp-content/uploads/2015/11/tracollo_podalico_giovanni_chetta.pdf” width=”680″]

 

I video di alcuni allenamenti proposti ai suoi atleti da Marco La Rosa:

[su_youtube_advanced url=”https://youtu.be/oKKv436bd_k” height=”500″ rel=”no”]

 

Inoltre ai seguenti links è possibile scaricare ulteriori pubblicazioni di approfondimento, pubblicate sul sito del Dottor Chetta, sull’argomento:

 

Postura e benessere, approccio ergonomico

Il sistema connettivo

Dalla MEC alla postura

Piede e postura

La Scoliosi quale atteggiamento naturale

 

 

Filed Under: Formazione Tagged With: allenamenti, allenamento piedi, coach marco la rosa, dottor gianni chetta, dottor giovanni chetta, gianni chetta, giovanni chetta, ilcoach, ilcoach.net, Marco la rosa, materiale didattico, postura, scoliosi, slide, slides, tracollo podalico, Tracollo podalico nei paesi occidentali, training, video

Intervista ad Emilio Benati, primo allenatore di Stefano Baldini (By Massimo Ballabeni)

16 Luglio 2015 by Redazione

Interessante intervista ad Emilio Benati, il primo allenatore di Stefano Baldini, trovata sulla pagina di Youtube di Massimo Ballabeni:

In questa intervista, sentiamo da vicino la persona che un giorno di tanti anni fà si ritrovò tra le sue fila di atleti un bambino di 9 anni che iniziava a corricchiare per imitare i suoi fratelli più grandi che già correvano; quel bambino si chiamava Stefano Baldini e un giorno sarebbe arrivato a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi.
Emilio, insieme a suo fratello Marco, aveva già capito da tanto tempo che quel ragazzino sarebbe potuto arrivare molto in alto, e con la sua capacità di capire le esigenze dei suoi atleti ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale nel successo della carriera di Stefano

[su_youtube_advanced url=”https://youtu.be/tKldEyjkmpo” width=”560″ height=”440″ rel=”no”][/su_youtube_advanced]

 

Filed Under: Interviste Tagged With: allenatore emilio benati, allenatore stefano baldini, coach emilio benati, emilio benati, intervista emilio benati, interviste allenatori, interviste il coach, luciano gigliotti, massimo ballabeni, stefano baldini, stefano baldini allenamento giovanile, video, video interivista emilio benati, video intervista allenatore stefano baldini, video intervista coach stefano baldini, video intervista massimo ballabeni

Perchè Lavillenie è il miglior saltatore con l'asta al mondo?

26 Giugno 2015 by Redazione

Sul profilo di facebook della IAAF è stata caricata una breve intervista al Coach di Renaud Lavillenie, Philippe D’Encausse.

La domanda era:

Perchè Renaud Lavillenie è il saltatore con l’asta più forte al mondo?

Questa la risposta, veramente sintetica:

  1. È il corridore più veloce mentre impugna un’asta.
  2. Non ha paura.
  3. Egli vuole essere il migliore.

Ecco il video dell’intervista:

 

Insomma, sembra che il saltatore con l’asta moderno debba essere dotato di grandi doti di velocità e ovviamente questa velocità deve saperla sfruttare durante la gara, deve avere una buona dose di incoscienza e deve aver voglia di darsi da fare per migliorare sempre di più!

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