Come già scritto nell’articolo sulla tendinite rotulea, nel corso della fase acuta di una tendinopatia/tendinite o di una lesione ai tessuti molli (muscoli e legamenti) il sanguinamento con successiva infiammazione giocano un ruolo importante come risposta dell’organismo a tale lesione,
Questo non avviene nelle tendinopatie croniche
Si definiscono tendinopatie croniche quelle che persistono per più di 6 settimane!
I fenomeni di sovraccarico (overuse) nelle tendinopatie croniche sono caratterizzati generalmente da tessuti con scarso apporto ematico (scarsa vascolarizzazione) e con collagene separato e degenerato, dove non è presente il classico apporto di cellulare e proteico tipico dell’infiammazione: il dolore cronico nel tendine e nei tessuti circostanti è mediato dal Glutammato e da altre vie non-prostaglandiniche, in altre parole non è infiammatorio!
La neo-vascolarizzazione è invece una peculiare di un tendine degenerato sintomatico, indice quindi di disfunzione e non di guarigione.
Questi cambiamenti tissutali e le vie dolorifiche utilizzate non sono quindi qualificanti una tendinite; al contrario, questi eventi sono più specificatamente riferiti a tendinosi o tendinopatia.
Tendinopatia: condizione clinica generica che riguarda tendini e zone immediatamente vicine.
Tendinite: processo infiammatorio, che viene definito anche più correttamente peritendinite perché in effetti riguarda il peritenonio.
Tendinosi patologia degenerativa cronica che colpisce chi continua a sottoporre a sforzi eccessivi i tendini la cui funzionalità è già compromessa.
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Principi generali per l’uso di antinfiammatori Steroidei e FANS in caso di tendinite
Nonostante il loro largo uso, c’è pochissima evidenza a supporto dell’utilizzo dei FANS nel trattamento di lesioni croniche tendinee. Molti pazienti sono inconsapevoli dei rischi dell’uso prolungato di Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS), tra i quali
- tossicità gastrointestinale;
- danni renali;
- un aumentato rischio cardiovascolare.
La lunga durata della tendinopatia cronica potrebbe quindi incrementare il tasso di effetti collaterali dall’uso prolungato di FANS.
Per le tendinopatie croniche non-infiammatorie degenerative (tendinosi) l’iniezione di corticosteroidi potrebbe portare a breve termine ad una riduzione del dolore. Ad ogni modo non c’è evidenza ne per un sollievo dal dolore nel lungo periodo ne per un ritorno funzionale “pain-free” dato da simili iniezioni.
Addirittura è stato notato che l’uso di steroidi è in grado di predisporre il tendine a rottura, in modo particolare per i tendini rotuleo e achilleo.
Risulta ovvio quindi che in caso di tendinopatie croniche (sintomi da più di 6 settimane) l’uso di cortisone dovrebbe essere concesso solamente in maniera occasionale e con l’obiettivo principale di creare delle piccole “finestre” di assenza di dolore per permettere al paziente di intraprendere la riabilitazione specifica.
A cura di Matteo Pinelli
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