Dopo aver compreso quali sono i trattamenti ideali nelle fasi acuta e sub-acuta della tendinite rotulea (ginocchio del saltatore), con questo articolo concludiamo il discorso trattando la gestione della fase funzionale, molto spesso la più delicata e sottovalutata delle 3.
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Fase funzionale: scopo del rinforzo funzionale e il ritorno all’attività sportiva.
Il rinforzo funzionale deve comprendere capacità di sopportare grandi carichi da parte del tendine, correggere pattern di movimento errati e far fronte ai deficit dell’intera catena cinetica (core e allineamento dell’arto inferiore).
Una volta che questi pattern di movimento sono stati risolti, l’atleta può iniziare l’allenamento specifico per la sua specialità.
La progressione consiste nell’aumentare la velocità e/o i carichi delle contrazioni, fino ad adottare le pliometriche (ciclo eccentrica-concentrica), ovvero le basi per il ritorno all’attività sportiva.
Inizialmente è possibile inserire skip, salti e balzi, progredendo verso esercizi di agilità, cambi di direzione, sprint e movimenti “a rimbalzo” (ad esempio piccoli saltelli in successione).
E’ importante una quantificazione del lavoro giornaliera in modo da reintrodurre attività ad alto carico verso il ritorno alla normale attività sportiva.
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Esercizi pliometrici
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Figura 2: Eseguire dei salti in avanzamento in carico monopodalico. Lo stesso lavoro può essere eseguito su un piano frontale. |
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Concludendo
In definitiva il rinforzo da effettuare nella riabilitazione della tendinopatia rotulea deve essere una combinazione di eccentriche, concentriche e pliometriche, permettendo all’atleta una attività sportiva con una soglia massima del dolore pari a 4/10 su una scala 0-10 (0 assenza di dolore; 10 massimo dolore).
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Regole:
Il dolore durante le attività e gli esercizi non dovrebbe superare la soglia del “minimo dolore (4/10)”, che dovrebbe poi sparire nelle 24 ore successive.
Una regolare registrazione del dolore aiuta a guidare e progredire gli esercizi riabilitativi. Questo registro deve essere mantenuto anche durante il ritorno all’attività sportiva.
Il miglior modo per monitorare il dolore è il “single-leg decline squat” valutandone i sintomi determinando così la risposta al trattamento.
Articolo a cura di Matteo Pinelli
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