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Goal setting: fare centro con gli obiettivi!

20 Dicembre 2015 by Redazione

“Lo sport offre una differente prospettiva di vita: insegna ad affrontare le delusioni e stimola le energie per conquistare obiettivi più costruttivi” Charléne Wittstock

 

La stagione agonistica è alle porte per molti atleti. La maggior parte di noi sta affrontando una preparazione invernale intensa e disagevole. Ma dopo la pausa natalizia, e per alcuni anche prima, iniziano le competizioni indoor, di cross e invernali.
Una cosa fondamentale per affrontare correttamente la stagione agonistica è porsi gli obiettivi nel modo più corretto e adeguato. Per farlo, è necessario parlare chiaramente con il proprio allenatore, che può dare opinioni oggettive sullo stato di forma e sulle potenzialità che possono essere sfruttate.

 

Le caratteristiche di un obiettivo SMART

Per essere psicologicamente valido, è necessario che ogni obiettivo abbia le seguenti caratteristiche:
  • SPECIFICO: deve essere relativo a qualcosa di specifico e alla specialità affrontata. Non vale come obiettivo il dirsi “voglio andare meglio dell’anno scorso”. Meglio di cosa? Meglio di quanto? Anche il porsi mete come arrivare a podio alla tale competizione non è un obiettivo valido: dipende solo da noi o anche dagli altri partecipanti[su_spacer size=”10″]
  • MISURABILE: in questo l’atletica ci viene in aiuto, con le sue misurazioni in secondi, minuti, centimetri e metri oggettive e non discutibili. Non abbiate paura a porvi obiettivi al centesimo o al centimetro[su_spacer size=”10″]
  • ACCESSIBILE: a tutti piace sognare. A tutti è capitato di pensare di poter raggiungere mete importanti. Ma è necessario essere oggettivo. Gli obiettivi ci servono se abbiamo le competenze per raggiungerli! Altrimenti non faranno altro che farci passare la motivazione, la determinazione e la fiducia in noi stessi.[su_spacer size=”10″]
  • SFIDANTE: ogni obiettivo deve rappresentare una vera e propria sfida. Se è un risultato scontato rischia di non stimolare la motivazione e la determinazione necessarie a raggiungere mete sempre più alte.[su_spacer size=”10″]
  • LEGATO AL TEMPO: l’obiettivo deve avere una scadenza, dovete poter dire di averlo raggiunto o di averlo mancato. Spesso la scadenza è relativa all’ultima data utile per fare tale risultato. Queste sono le caratteristiche da seguire attentamente per porsi obiettivi validi dal punto di vista psicologico. Tale metodo aiuta a utilizzare tutte le proprie risorse e a sviluppare tutte le potenzialità atletiche.

 

Ansia

Quando parlo di goal setting con alcuni degli atleti che seguo, mi viene spesso detto che il solo fatto di pensare ad un obiettivo provoca ansia e fa nascere una grande paura di non raggiungere la meta prevista, al punto che molti si rifiutano all’inizio di pensare ad un obiettivo a lungo termine. L’obiettivo serve per avere ben presente dove si vuole arrivare e quali risorse è necessario mettere in campo nel momento in cui si deve preparare e affrontare la prestazione. È normale provare ansia e tensione a riguardo, è comunque una dimostrazione di possedere o no le capacità per far avverare i propri sogni. L’importanza dell’obiettivo è però fondamentale ed è necessario superare la tensione e i sentimenti negativi affrontandoli nel miglior modo possibile.

Una corretta modalità è quella di porsi obiettivi a breve termine dopo aver stabilito la meta finale della stagione agonistica. In questo modo si otterrà un duplice effetto positivo: prima di tutto ogni volta che si raggiunge un obiettivo, anche non esageratamente alto, si aumenta la propria autostima e la propria selfefficacy, ossia la percezione della propria efficacia. Inoltre si fa un ulteriore passo per raggiungere l’obiettivo finale. Inevitabilmente, per poter avvicinarsi sempre più alla meta prevista, ad ogni obiettivo raggiunto ne seguirà un altro.

 

Obiettivi mancati

Porsi obiettivi comporta il pericolo di non raggiungerli. Nel momento in cui l’obiettivo è scaduto o mancato si dovrà superare un momento di delusione, frustrazione e tristezza. Molte volte nella vita capita di non centrare gli obiettivi ma questo non vieta agli atleti di superare questi sentimenti negativi per poter raggiungere nuove mete e porsi nuovi traguardi per la successiva stagione agonistica. Provare sentimenti negativi di fronte a obiettivi mancati è assolutamente normale. Il consiglio in questo caso è accettare queste emozioni e cercare diverse mete per avere una nuova motivazione per affrontare nuovi allenamenti e nuove sfide.

Per un ulteriore approfondimento su questo argomento vi rimando all’articolo le opportunità dell’insuccesso.

 

Obiettivi raggiunti

Porsi obiettivi può anche significare il raggiungimento di essi. Se un obiettivo viene raggiunto sicuramente si prova grande soddisfazione e grande gioia, soprattutto se è il traguardo finale della stagione agonistica. Anche qui, come si parlava nell’articolo le trappole del successo a cui vi rimando per un ulteriore approfondimento, ci sono dei pericoli. Il mio consiglio è di vivere la felicità di festeggiare abbondantemente il successo ma di tornare presto alla propria attività e a porsi obiettivi per la stagione successiva in modo da non lasciar cadere la motivazione e la determinazione e da non dormire sugli allori. Buon lavoro dunque e buona stagione agonistica

Buon lavoro dunque e buona stagione agonistica

 

 

A cura di Martina Fugazza

Filed Under: Psicologia Tagged With: ansia, atletica leggera, fare centro, goal setting, il Coach, il coach better yourself, il_Coach, ilcoach, ilcoach psicologia, ilcoach.net, Martina Fugazza, obiettivi, obiettivi mancati, obiettivi raggiunti, obiettivo smart, psicologia e sport, psicosport, psiocologia, trackandfield

Psicologia dello sport: definizione e ambiti applicativi

28 Aprile 2015 by Redazione

[su_note note_color=”#b8f976″ radius=”1″]La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni (Rafael Nadal)[/su_note]

La Psicologia dello Sport è una disciplina relativamente giovane che si è conquistata uno spazio di autonomia all’interno della psicologia e delle scienze motorie.
Rientra nella classe della Psicologia Applicata, studia il comportamento umano e i processi psichici nell’ambito dello sviluppo psico-fisico e dell’attività sportiva.

I due principali campi di interesse della Psicologia dello Sport sono il Benessere e la Performance.

Non si occupa quindi solo di alto agonismo e di prestazioni elevate, ma si interessa dell’atleta come persona, che sia di basso, di medio o di alto livello. I campi di applicazione vanno dall’attività ludico-sportiva all’attività agonistica.

La psicologia sportiva non si occupa solo persone malate, con problemi psichici e psicologici, ma soprattutto di individui sani che hanno bisogno di supporto per superare momenti critici, migliorare aspetti specifici della performance sportiva, mantenere alta la motivazione e potenziare le proprie capacità psichiche.

Alla base della psicologia sportiva vi è la teoria che le persone con salute mentale completa “fioriscono” (Flourishig), mentre coloro che non godono di salute mentale “ristagnano” (Languishing) e hanno una percezione della vita come vuota, vivono nel disinteresse e nella stagnazione. Ma tra uno stato e l’altro sono presenti diversi gradi di salute mentale: tale costrutto è visto come un processo, in crescita e in cambiamento, influenzato dai diversi periodi della vita e dalle condizioni che una persona si trova a vivere.
Tale teoria dimostra che il benessere psico-fisico è un processo influenzato da molti fattori di vita e che il potenziale di una persona sia utilizzabile in grandi o in scarse quantità a seconda dello stato psicologico della persona.

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Gli obiettivi della psicologia sportiva
Il principale obiettivo della Psicologia dello Sport, non è quello di creare tanti campioni, ma di permettere ad ogni atleta di esprimersi al meglio delle proprie capacità, vivendo l’attività sportiva, sia essa agonistica o di puro divertimento, in modo sereno e positivo, rendendo lo sport uno strumento di crescita e di benessere.

Le principali aree di indagine sono:

  • Abilità psicologiche sottese alle differenti discipline;
  • Processi cognitivi coinvolti nell’apprendimento e nel controllo delle abilità motorie e sportive;
  • Processi motivazionali;
  • Ruolo di allenatore;
  • Infanzia e settore giovanile;
  • Benessere e salute;
  • Area relazionale e dinamiche di gruppo;
  • Processi di autoregolazione ed attivazione; ansia e stress

I campi di applicazione:

  • Nel settore giovanile:
    lo psicologo dello sport si occupa dei rapporto con i genitori, della lettura dei bisogni del giovane atleta, della comunicazione e della proposta metodologica adeguata allo sviluppo (prevenzione overtraining).
    Inoltre ha un importante ruolo nella ricerca della motivazione e nella prevenzione del drop-out (abbandono dell’attività agonistica) e nell’attenzione alle problematiche psicologiche legate alla pratica.
  • Nell’alto agonismo:
    lo psicologo dello sport si occupa di mental training (percorso personalizzato mirato alla massimizzazione delle risorse per una peak performance), della gestione dello stress, della motivazione e prevenzione del burn out.
    Ha un ruolo fondamentale nella preparazione alle competizioni: infatti la performance sportiva non è mai, influenzata solo dalla condizione fisica, la condizione psicologica ha un ruolo fondamentale.
    In caso di lavoro con squadre, lo Psicologo dello Sport aiuta lo sviluppo del Team Spirit (spirito di squadra).
    Gli infortuni, gravi o lievi, sono parte integrante della vita di un’atleta, persona che spinge il suo corpo oltre i limiti fisici.
    Lo psicologo dello sport ha un ruolo fondamentale sia nell’affrontare l’infortunio, aiutandolo ad accettarlo e sostenendolo mentre segue le pratiche mediche e fisioterapiche lunghe, dolorose e disagevoli. Quando lo sportivo è pronto per tornare in campo, lo psicologo sportivo lavora con l’approccio dell’atleta al rientro , lo aiuta insegnando tecniche di recupero, lavorando con la comprensione e la gestione del dolore. Inoltre, lo sostiene nella preparazione al ritorno alle competizioni.
  • Con le società sportive:
    lo psicologo dello sport lavora rafforzando l’identità societaria, creando e/o assistendo il rapporto con genitori ed atleti, affiancando i dirigenti e i tecnici con coaching e corsi di aggiornamento, realizzando interventi su comunicazione e gestione delle relazioni esterne.

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Chi è lo psicologo dello sport?
Lo psicologo dello sport è in primo luogo uno psicologo, con una laurea quinquennale in psicologia, un esame di stato e un’iscrizione a un albo professionale. Anni di esperienza nel campo e/o un master post laurea in Psicologia dello Sport è ciò che definisce uno psicologo “dello sport”.

  • È un professionista con conoscenze scientifiche, bio-psico-sociali, che riguardano il funzionamento della mente in condizioni di salute psico-fisica e in condizioni di malessere.
  • Ha conoscenze dello sport e delle sue caratteristiche disciplino-specifiche, ha capacità di comunicazione e di relazione e diverse competenze interdisciplinari: lavora infatti con molti altri operatori della salute (medici, fisioterapisti, nutrizionisti, osteopati) e tutte le figure che ruotano attorno al mondo dell’atleta (dirigenza, allenatori, genitori).

Il benessere è dunque la parola chiave di questo ambito giovane ma con già tanta esperienza della psicologia.

L’atleta è visto nella sua totalità e l’obiettivo è quello di raggiungere il massimo benessere psico-fisico possibile, ottimizzando le risorse e rinforzando le limitazioni della persona.

Non è legata alla malattia e a beneficiarne non sono solo gli atleti con disturbi psicologici di vario genere.

Chiunque voglia sfruttare il proprio potenziale e vivere con il massimo benessere possibile la sua esperienza sportiva può servirsi dei professionisti della psiche nello sport.

 

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Articolo a cura di Martina Fugazza

Se sei interessato ad un contenuto più completo su questo tema, visita la pagina Psicologia sportiva

Filed Under: Psicologia Tagged With: abbandono attività agonistica, abilità motorie, abilità psicologiche, abilità sportive, affrontare l'infortunio, alto agonismo, atletica, atletica leggera, benessere e salute mentale, burn out, capacità comunicazione, capacità relazione, creazione leadership, drop out, esprimersi al meglio delle proprie capacità, il Coach, il coach better yourself, il_Coach, ilcoach, leadership, massimo benessere possibile, mental coach, mental training, mentalcoach, mentalità da campioni, mente e sport, overtraining, potenziare con la mente, potenziare la mente, preparazione mentale competizioni, preparazione psicologica competizioni, prevenzione burn out, prevenzione drop-out, prevenzione overtraining, processi cognitivi, psiche dello sport, psico sport, psicologia atletica leggera, psicologia dello sport, psicologia sport, psicologia sportiva, psicologo dello sport, psicologo sportivo, psicosport, sport e mente, sport e psicologia, vincere con la mente

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