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Si riparte!!!

22 Ottobre 2015 by Redazione

psicologia negli sprint

Per essere il numero uno, devi allenarti come se fossi il numero due. (Maurice Greene)

 

Ottobre, per l'atletica leggera, è il mese in cui riprende la preparazione invernale.

Come molti atleti e allenatori sanno, questo è un periodo molto lungo e molto delicato. Le caratteristiche principali di tale momento sono il disagio dovuto alle modalità di allenamento, le condizioni atmosferiche e di temperatura disagevoli, la frustrazione dovuta alla lontananza dalle competizioni, la possibile mancanza di motivazioni e la grande fatica fisica a cui gli atleti sono sottoposti. Tutte queste caratteristiche rendono i mesi di preparazione invernale difficili da affrontare.

Molte sono le emozioni che si susseguono. Tali emozioni possono essere dovute molti fattori, ad esempio la rabbia di vedere il traguardo lontano, la paura di non riuscire a raggiungere il goal finale, la tristezza di non vedere subito i frutti del proprio lavoro. Inoltre il grande stress fisico che a cui gli atleti sono sottoposti può provocare ricadute anche dal punto di vista mentale. La stanchezza fisica porta a una stanchezza mentale dovuta anche alla grande concentrazione necessaria a sostenere gli sforzi che la vita sportiva, lavorativa e scolastica richiede.

Come sempre, fortunatamente, il bicchiere non è solo mezzo vuoto. Questo periodo possiede anche molti lati positivi. La speranza di raggiungere degli obiettivi importanti durante la stagione agonistica, la felicità che si prova quando, nelle rare occasioni di test, si notano i miglioramenti, la soddisfazione che si percepisce quando si riesce a concludere un allenamento pesante, sono sensazioni  importanti che aiutano gli atleti ad affrontare la preparazione invernale.

Un primo mio consiglio per affrontare tale periodo è di prestare attenzione a tali sensazioni positive. Si tende spesso a concentrarsi e a ricordarsi le emozioni negative e gli eventi che ci hanno fatto stare male. Sforzatevi a dare alle situazioni positive l’importanza che meritano. Soffermatevi sulla soddisfazione, sulla gioia, sul benessere quando le provate. Tali momenti sono importanti, sono occasioni di “fare il pieno” di motivazioni e di emozioni positive, e vi aiuteranno ad affrontare “la salita” degli allenamenti.

Di certo è necessario saper affrontare i lati negativi di questo lungo è difficile periodo e alcuni consigli possono sicuramente esservi utili. Partirei subito dalla possibilità di provare una grande frustrazione per non poter percepire i miglioramenti e per affrontare delle situazioni disagevoli a causa della bassa temperatura, del buio, del tempo atmosferico non sempre a favore degli atleti. Tale sentimento è normale. Pensare di fare qualcosa di sbagliato a lasciarsi andare a tale emozione non serve. Come dico spesso ai miei atleti, l’emozione negativa deve essere accolta così com'è, tenendo ben presente che l’emozione, per definizione, è temporanea, e passa.

Gli atleti devono far fronte, a volte, a momenti di bassa motivazione. Anche questo tipo di sensazione è normale, soprattutto a metà del percorso, perché si vede la meta ancora lontana, il lavoro fatto inizia a stancare e il pensiero degli allenamenti ancora da affrontare può sembrare insostenibile. Tale sensazione è superabile accettandola senza sentirsi in colpa e ripensando alla soddisfazione che si prova al termine degli allenamenti giornalieri. Richiamando una sensazione positiva si potrà avere la spinta ad affrontare una nuova sfida alla ricerca di tale positività.

Affrontare la fatica può essere difficoltoso per un atleta. La consapevolezza di allenarsi fino al proprio limite fisico e di tornare a casa stanchi tanto da far fatica a guidare o a mangiare, non è una buona compagna di vita. Il mio consiglio in questo caso è di porsi obiettivi intermedi, anche settimanali, da raggiungere. Provate a pensare di dover salire fino al decimo piano a piedi. Ora provate a pensare di affrontare un pianerottolo alla volta. Un aiuto alla motivazione e alla determinazione nel concludere il periodo di preparazione è pensare ad ogni allenamento come se fosse l’unico, senza pensare a quello che si dovrà affrontare domani o la settimana prossima. In caso di allenamenti che producono particolare stress, può aiutare pensare a una prova alla volta.

Infine, un ultimo consiglio: ogni atleta affronta la preparazione invernale per raggiungere un obiettivo nella stagione agonistica. Definire correttamente e mettere per iscritto tale obiettivo può aiutare a non perdere la rotta e la motivazione.

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Gli obiettivi devono avere tali caratteristiche:

  • Essere SPECIFICI: devono essere relativi ad una cosa in particolare (es: non è corretto dire “voglio andare meglio dell’anno scorso”, è meglio dirsi “vorrei fare 54 metri”).
  • Essere MISURABILI: l’unità di misura è necessaria, e l’atletica leggera in questo ci aiuta con i suoi risultati oggettivi (“vorrei fare 85 metri”).
  • Essere ACCESSIBILI: devono poter essere raggiunti (è bellissimo voler andare alle Olimpiadi, come tutti i giovani atleti sognano, ma è necessario essere realisti).
  • Essere SFIDANTI: un po’ di pepe è necessario, devo poter percepire l’insicurezza di non raggiungere l’obiettivo e quindi la necessità di impegnarmi al 110% per avere la possibilità di riuscire (se l’anno precedente si è riusciti a raggiungere i 25”, è sfidante voler raggiungere i 24”90).
  • Essere LEGATI AL TEMPO: gli obiettivi, per essere tali, hanno una scadenza. Oltre tale scadenza devono definirsi raggiunti o mancati.

Gli obiettivi sono plastici, possono modificarsi col tempo, possono essere alzati o abbassati a seconda dell’andamento della preparazione e dello stato psico-fisico dell’atleta.

Definirli e metterli per iscritto aiuta molto.

Attenzione: il binomio allenatore –atleta in questo è fondamentale. Definite i vostri obiettivi con il vostro allenatore, avere il suo punto di vista è molto utile.

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Qualche consiglio per gli allenatori, che seguono i loro atleti con passione e condividono con loro le speranze, i disagi dovuti alle condizioni atmosferiche e le frustrazioni degli allenamenti.

CONDIVIDETE. Condividete con gli atleti i vostri pensieri, spiegate le vostre motivazioni. Non date nulla per scontato. Ciò che viene taciuto può essere frainteso e possono crearsi tensioni. Chiedete ai vostri atleti di condividere le loro emozioni con voi. Siate empatici, accettando le emozioni e le lamentele, che di certo non mancheranno, ma siate fermi nella vostra posizione. Siete voi gli allenatori, essere accoglienti significa ascoltare e supportare, non significa cedere alle richieste o lasciarsi andare insieme agli atleti alla frustrazione o alla tristezza.

Non mancheranno i momenti di frustrazione e di scarsa motivazione anche per voi. I miei consigli a riguardo non sono diversi da quelli che ho proposto agli atleti. In tal caso, parlatene con i vostri colleghi, con i dirigenti, con gli amici. Parlarne agli atleti potrebbe essere controproducente. In caso di domande da parte loro di fronte al vostro malumore, a volte basta una semplice frase di spiegazione (ad esempio “oggi sono di malumore, passerà”).

 

Rimango a disposizione per qualsiasi dubbio o vostra necessità.

 

Vi auguro buon lavoro, e buona fatica.

 

Martina Fugazza

 

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Gli altri articoli di Martina pubblicati sul nostro sito li trovate nella sezione:

PSICOLOGIA

Martina Fugazza

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Psicologia dello sport: definizione e ambiti applicativi

28 Aprile 2015 by Redazione

[su_note note_color=”#b8f976″ radius=”1″]La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni (Rafael Nadal)[/su_note]

La Psicologia dello Sport è una disciplina relativamente giovane che si è conquistata uno spazio di autonomia all’interno della psicologia e delle scienze motorie.
Rientra nella classe della Psicologia Applicata, studia il comportamento umano e i processi psichici nell’ambito dello sviluppo psico-fisico e dell’attività sportiva.

I due principali campi di interesse della Psicologia dello Sport sono il Benessere e la Performance.

Non si occupa quindi solo di alto agonismo e di prestazioni elevate, ma si interessa dell’atleta come persona, che sia di basso, di medio o di alto livello. I campi di applicazione vanno dall’attività ludico-sportiva all’attività agonistica.

La psicologia sportiva non si occupa solo persone malate, con problemi psichici e psicologici, ma soprattutto di individui sani che hanno bisogno di supporto per superare momenti critici, migliorare aspetti specifici della performance sportiva, mantenere alta la motivazione e potenziare le proprie capacità psichiche.

Alla base della psicologia sportiva vi è la teoria che le persone con salute mentale completa “fioriscono” (Flourishig), mentre coloro che non godono di salute mentale “ristagnano” (Languishing) e hanno una percezione della vita come vuota, vivono nel disinteresse e nella stagnazione. Ma tra uno stato e l’altro sono presenti diversi gradi di salute mentale: tale costrutto è visto come un processo, in crescita e in cambiamento, influenzato dai diversi periodi della vita e dalle condizioni che una persona si trova a vivere.
Tale teoria dimostra che il benessere psico-fisico è un processo influenzato da molti fattori di vita e che il potenziale di una persona sia utilizzabile in grandi o in scarse quantità a seconda dello stato psicologico della persona.

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Gli obiettivi della psicologia sportiva
Il principale obiettivo della Psicologia dello Sport, non è quello di creare tanti campioni, ma di permettere ad ogni atleta di esprimersi al meglio delle proprie capacità, vivendo l’attività sportiva, sia essa agonistica o di puro divertimento, in modo sereno e positivo, rendendo lo sport uno strumento di crescita e di benessere.

Le principali aree di indagine sono:

  • Abilità psicologiche sottese alle differenti discipline;
  • Processi cognitivi coinvolti nell’apprendimento e nel controllo delle abilità motorie e sportive;
  • Processi motivazionali;
  • Ruolo di allenatore;
  • Infanzia e settore giovanile;
  • Benessere e salute;
  • Area relazionale e dinamiche di gruppo;
  • Processi di autoregolazione ed attivazione; ansia e stress

I campi di applicazione:

  • Nel settore giovanile:
    lo psicologo dello sport si occupa dei rapporto con i genitori, della lettura dei bisogni del giovane atleta, della comunicazione e della proposta metodologica adeguata allo sviluppo (prevenzione overtraining).
    Inoltre ha un importante ruolo nella ricerca della motivazione e nella prevenzione del drop-out (abbandono dell’attività agonistica) e nell’attenzione alle problematiche psicologiche legate alla pratica.
  • Nell’alto agonismo:
    lo psicologo dello sport si occupa di mental training (percorso personalizzato mirato alla massimizzazione delle risorse per una peak performance), della gestione dello stress, della motivazione e prevenzione del burn out.
    Ha un ruolo fondamentale nella preparazione alle competizioni: infatti la performance sportiva non è mai, influenzata solo dalla condizione fisica, la condizione psicologica ha un ruolo fondamentale.
    In caso di lavoro con squadre, lo Psicologo dello Sport aiuta lo sviluppo del Team Spirit (spirito di squadra).
    Gli infortuni, gravi o lievi, sono parte integrante della vita di un’atleta, persona che spinge il suo corpo oltre i limiti fisici.
    Lo psicologo dello sport ha un ruolo fondamentale sia nell’affrontare l’infortunio, aiutandolo ad accettarlo e sostenendolo mentre segue le pratiche mediche e fisioterapiche lunghe, dolorose e disagevoli. Quando lo sportivo è pronto per tornare in campo, lo psicologo sportivo lavora con l’approccio dell’atleta al rientro , lo aiuta insegnando tecniche di recupero, lavorando con la comprensione e la gestione del dolore. Inoltre, lo sostiene nella preparazione al ritorno alle competizioni.
  • Con le società sportive:
    lo psicologo dello sport lavora rafforzando l’identità societaria, creando e/o assistendo il rapporto con genitori ed atleti, affiancando i dirigenti e i tecnici con coaching e corsi di aggiornamento, realizzando interventi su comunicazione e gestione delle relazioni esterne.

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Chi è lo psicologo dello sport?
Lo psicologo dello sport è in primo luogo uno psicologo, con una laurea quinquennale in psicologia, un esame di stato e un’iscrizione a un albo professionale. Anni di esperienza nel campo e/o un master post laurea in Psicologia dello Sport è ciò che definisce uno psicologo “dello sport”.

  • È un professionista con conoscenze scientifiche, bio-psico-sociali, che riguardano il funzionamento della mente in condizioni di salute psico-fisica e in condizioni di malessere.
  • Ha conoscenze dello sport e delle sue caratteristiche disciplino-specifiche, ha capacità di comunicazione e di relazione e diverse competenze interdisciplinari: lavora infatti con molti altri operatori della salute (medici, fisioterapisti, nutrizionisti, osteopati) e tutte le figure che ruotano attorno al mondo dell’atleta (dirigenza, allenatori, genitori).

Il benessere è dunque la parola chiave di questo ambito giovane ma con già tanta esperienza della psicologia.

L’atleta è visto nella sua totalità e l’obiettivo è quello di raggiungere il massimo benessere psico-fisico possibile, ottimizzando le risorse e rinforzando le limitazioni della persona.

Non è legata alla malattia e a beneficiarne non sono solo gli atleti con disturbi psicologici di vario genere.

Chiunque voglia sfruttare il proprio potenziale e vivere con il massimo benessere possibile la sua esperienza sportiva può servirsi dei professionisti della psiche nello sport.

 

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Articolo a cura di Martina Fugazza

Se sei interessato ad un contenuto più completo su questo tema, visita la pagina Psicologia sportiva

Filed Under: Psicologia Tagged With: abbandono attività agonistica, abilità motorie, abilità psicologiche, abilità sportive, affrontare l'infortunio, alto agonismo, atletica, atletica leggera, benessere e salute mentale, burn out, capacità comunicazione, capacità relazione, creazione leadership, drop out, esprimersi al meglio delle proprie capacità, il Coach, il coach better yourself, il_Coach, ilcoach, leadership, massimo benessere possibile, mental coach, mental training, mentalcoach, mentalità da campioni, mente e sport, overtraining, potenziare con la mente, potenziare la mente, preparazione mentale competizioni, preparazione psicologica competizioni, prevenzione burn out, prevenzione drop-out, prevenzione overtraining, processi cognitivi, psiche dello sport, psico sport, psicologia atletica leggera, psicologia dello sport, psicologia sport, psicologia sportiva, psicologo dello sport, psicologo sportivo, psicosport, sport e mente, sport e psicologia, vincere con la mente

ilCoach.net… ready, set, GO!!!

22 Aprile 2015 by Redazione

ilcoach ready

In copertina il primo articolo de IlCoach qui di seguito riportato come appariva sul vecchio sito.

Si parte!!!

come se fossimo sui blocchi di partenza cercheremo di partire con la massima energia possibile, ma con la volontà di far durare questo viaggio a lungo.
Il nostro scopo non è arrivare prima o di essere migliori degli altri, ma di affrontare i temi che ci stanno cari.
Siamo un gruppo di persone, ognuno con un'esperienza diversa e in campi diversi, ma tutti legati da un'unica passione: l'ATLETICA LEGGERA e lo sport in generale.

Quindi.. ilCoach.net... ready, set, GO!!!

Scopri chi siamo!!!

 

Il progetto

La nostra idea è quella di creare un luogo, virtuale, nel quale i tecnici hanno la possibilità di esprimersi, condividere idee ed esperienze.

Nell'allenamento è praticamente impossibile pensare di sapere tutto, e le molteplici variabilità ed individualità delle situazioni che si vengono a creare portano ad avere idee differenti ed in alcuni casi contrastanti.

Questo a nostro avviso non deve essere visto come un limite, ma anzi attraverso la condivisione deve essere un momento di arricchimento del proprio bagaglio culturale da allenatore.

Una delle difficoltà di oggi, soprattutto in Italia, è la paura di trasmettere ad altri le proprie conoscenze, quasi con il timore di essere sorpassati in una competizione senza utilità.

Per far crescere il sistema "allenatori", a nostro avviso, è importante che ognuno si apra, condividendo con gli altri le proprie esperienze in modo che il livello generale si alzi e ne possa trarre vantaggio l'intera Atletica Leggera Italiana.

Questi gli argomenti dei quali vogliamo parlare:

  • Discipline dell'atletica leggera;
  • Allenamento;
  • Tecnica e didattica
  • Allenamento giovanile
  • Alimentazione
  • Psicologia sportiva
  • Prevenzione e gestione degli infortuni
  • Lotta al doping
  • Formazione
  • Pubblicizzazione di eventi (gare, stage allenamento, corsi e convegni)

 

Navigate nella sezione riguardante l'ATLETICA LEGGERA, per scoprire i contenuti che si arricchiranno col passare dei mesi, seguite le NEWS per non perdere gli articoli ed i video del nostro TEAM.

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