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Intervista di Steve Landells a Pascal Martinot-Lagarde

8 Luglio 2015 by Redazione

Libera traduzione dell’intervista di Steve Landells a Pascal Martinot-Lagarde, pubblicata sul sito IAAF lunedì 6 luglio 2015. Ecco l’articolo originale in lingua inglese: Personal Best: Pascal martinot Lagarde. 

Il vincitore della Diamond League 2014 nei 110 ostacoli, oltre che Campione Europeo Indoor nei 60hs Pascal Martinot-Lagarde è attualmente uno dei più forti ostacolisti in circolazione.

Abbiamo chiesto al 23enne, stella nascente dell’atletica francese, l’Europeo più veloce lo scorso anno nei 110m ostacoli, di parlarci delle cose che per lui sono realmente importanti.

Il mio miglior risultato in atletica
Senza dubbio quando lo scorso anno, a Monaco, ho abbattuto la barriera dei 13″ nei 110hs (prima ed unica volta finora per Pascal).
Nella storia solo 17 uomini vi sono riusciti. È significativo, come i 18 metri nel salto triplo, i 9″80 nei 100m o i 6 metri nel salto con l’asta. Riuscirci è stata una cosa fantastica.

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La mia più grande delusione
Nel 2014 ai Campionati Europei di Zurigo. venivo da  4 vittorie in Diamond League e dopo quella gara ne vinsi un altro incontro di DL, ma durante i Campionati in Svizzera feci una brutta gara in finale. (Pascal finì con la medaglia di bronzo alle spalle del russo Sergey Shubenkov).

Il mio migliore amico nell’atletica
Mio fratello maggiore, Thomas, che ha 27 anni ed ha un personale nei 110 hs di 13″26. Mi alleno con lui e gareggio contro lui e questo è un grande vantaggio per entrambi.

Il mio miglior rivale
Sono in dubbio tra Aries Meritt, il Campione Olimpico 2012, e il cubano Orlando Ortega. Entrambi sono davvero forti. Orlando ottiene regolarmente ottime prestazioni ed è finalista Olimpico. Aries detiene il record mondiale di 12″80 anche se ora è un po fuori condizione, dopo un periodo di infortuni. È sempre emozionante gareggiare contro di loro.

Il miglior atleta che abbia mai visto
Senza dubbio, si tratta di Usain Bolt. Il nostro sport è diventato più divertente da quando Bolt ha corso alle Olimpiadi di Pechino 2008.

La pista di atletica che preferisci
Non è facile, per me, scegliere quale è la pista preferita. Sono indeciso tra Eugene che è la pista della mia prima vittoria in Diamond League, nel 2014. Poi c’è Monaco dove ho infranto per la prima volta il muro dei 13″, correndo il Record Francese in 12″95. Ultimo ma non meno importante, lo Stade de France di Parigi, dove ho corso per due volte il PB (Pascal corse 13.12 nel 2013 e 13,05 nel 2014), è’un meeting speciale per me, essendo a casa mia.

Il miglior consiglio ricevuto dall’allenatore
Sono 2 i consigli tecnici che ho ricevuto e che sono stati fondamentali per migliorare la mia tecnica da ostacolista

Il primo è che le spalle deve essere sempre avanzate e la seconda è che i primi passi dopo la partenza dal blocco devono essere al centro della corsia e senza andare troppo a sinistra o a destra.

La mia più grande debolezza
La partenza è probabilmente la mia debolezza. Si tratta di un elemento così importante per ottenere il massimo negli ostacoli alti.

La miglior canzone pre-gara
“Wings” del duo hip-hop americano Macklemore & Ryan Lewis. Adoro ascoltarla prima di una gara importante.

Il mio più grande vizio
Ovviamente il cibo, io adoro la tipica colazione francese con latte al cioccolato e pane tostato con burro e marmellata di fragole.

Steve Landells per la IAAF

Fonte: iaaf.org

*Foto di copertina dell’amico Levi Roche Mandji (quello vestito di giallo…), fatta a Londra lo scorso mese.

Profilo Pascal Martinot-Lagarde

110 ostacoli

 

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GLI OSTACOLI DA ESORDIENTI

26 Maggio 2015 by Redazione

“Superare un ostacolo” è una metafora delle difficoltà che quotidianamente dobbiamo affrontare.
Il bambino nei suoi spostamenti quotidiani incontra fisicamente molti ostacoli da superare. Date le sue ridotte dimensioni corporee, un gradino, un marciapiede, un tronco, una pozzanghera rappresentano delle piccole barriere che ogni giorno il bambino incontra. Queste sfide vengono affrontate spontaneamente fin dall’infanzia e il dovere degli adulti è quello di favorirle, mettendo il bambino nelle condizioni che incontri questi ostacoli e che possa confrontarsi con le sue capacità. E’ sufficente il controllo, la presenza, il sostegno e l’assistenza degli adulti, il più delle volte sarà il bimbo stesso a chiedere aiuto se necessario.

Dopo questa introduzione che non riguarda solo il superamento di uno ostacolo come inteso in atletica, ma un approccio generale nell’affrontare un problema motorio nell’infanzia, entriamo nello specifico della corsa con ostacoli.

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OSTACOLI DA ESORDIENTI: APPROCCIO METODOLOGICO GENERALE

L’approccio iniziale con gli ostacoli in “allenamento” dovrà essere globale e libero .
Troppo spesso con i bambini si tende a dare da subito indicazioni tecniche o correttivi che limitano l’esperienza libera e la naturale spontaneità delle prime esperienze di movimento.

Nel corso dell’anno questa fase globale iniziale sarà sempre presente ma si ridurrà temporalmente.

L’approccio analitico che segue dovrà proporre delle esercitazioni che aiutino il bambino a sviluppare le capacità che costituiscono il modello prestativo degli ostacoli, limitando al massimo i correttivi verbali dell’istruttore.
Gli esercizi andranno quindi a sviluppare un elemento alla volta e facilmente verificabile anche dal bambino stesso (es. Il bambino deve correre su una riga superando gli ostacoli).

La fase successiva vedrà nuovamente un approccio libero e globale in forma competitiva con sfide con i compagni o staffette con ostacoli.

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ESORDIENTI C

Tutto ciò che è compreso tra il salto di una riga in corsa e lo scavalcamento di una siepe arrampicandosi è utile, anzi funzionale (come và tanto di moda dire adesso), alla corsa con ostacoli.

Si ho detto “salto” e non “superamento”, perchè sono dell’idea che con i bambini la corsa con ostacoli e i salti abbiamo talmente tanti elementi generali in comune che si possano costruire insieme.

Con bambini così piccoli l’elemento velocità, sotto forma di piccole sfide, ha già lo scopo di far prendere coscienza dell’importanza di superare rapidamente l’ostacolo; che ha questa età sara limitato ad un cinesino, un piccolo cerchio, un cartone o al massimo degli over (max 30cm).

E’ importante non strutturare la distanza tra i vari oggetti da superare in modo rigido, ma variarla il più possibile in modo casuale, per costruire la capacità di trasformazione del movimento e di adattmento.

Curiamo l’ambidestrismo sulle esercitazioni più semplici (es. cinesini) per non creare problemi troppo difficili da superare. Tenendo conto che a 5/6 anni molti di loro non discriminano ancora la destra dalla sinistra potrebbe essere utile usare dei nastri da legare ad una caviglia o qualcosa di simile.

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ESORDIENTI B/A: I “SAPER FARE” DELL’OSTACOLISTA

Come vedete di seguito gli obiettivi generali, divisi a loro volta in sotto obiettivi specifici e in obiettivi operativi ci fornisco già chiare indicazioni sui contenuti dell’intervento pratico legato ai “saper fare” dei bambini.

Di seguito propongo una schema metodologico/operativo indicando, a grandi linee, le esercitazioni più adatte per una o l’altra categoria (B=esordienti “B” A=esordienti ”A”):

Correre velocemente

  1. Correre in tutti i modi
    • In avanti, indietro, lateramente con vari schemi corporei (braccia in alto, in fuori, con circonduzioni delle stesse, etc.) B A
  2. Correre a tutte le velocità
    • Correre a varie velocità in percorso, gioco di squdra rispettando un tempo di percorrenza assegnato B A
  3. Correre con ampiezze differenti
    • Percorsi con cerchi, coni, cinesini, cartoncini ect., utilizzando varie ampiezze (stretto B A, ampio B A, stretto-ampio B A, ampio-stretto A, stretto-ampio-stretto A, etc.)
  4. Correre con ritmi differenti
    • Percorsi con cerchi, coni, cinesini, cartoncini ect., utilizzando varie combinazioni ritmiche (es. due cerchi e uno spazio più ampio, seguito da tre cerchi e uno spazio, poi quattro, etc.) B A
    • Di seguito invece dello spazio vuoto metteremo anche un ostacolino da superare A
  5. Correre veloci sfidando i compagni B A
  6. Correre veloci sfidando se stessi (cronometro) A
  7. Correre veloci sfidando i compagni, con partenza da posizioni differenti B A

Superare gli ostacoli in cammino

  1. Scavalcare in cammino degli ostacoli (cinesini , coni, cerchi, over, i compagni, etc.) sparsi, in linea a distanza casuale, in linea a distanza stabilita B A
  2. Come il precedente, camminando in vari modi (in avanti, indietro, lateralmente, con un oggetto in mano, etc) B A
  3. Curare l’ambidestrismo dopo un approccio libero iniziale B A

Superare degli ostacoli in corsa

  1. Superare in corsa degli ostacoli (cinesini , coni, over, i compagni, etc.) sparsi, in linea a distanza casuale, in linea a distanza stabilita B A
  2. Si possono provare varie andature oltre alla corsa: saltellare, galoppare, skip, etc. A
  3. Sviluppo dell’ambidestrismo nel superamento degli ostacoli in corsa:
    • Superare degli ostacoli posti in linea a distanza casuale utilizzando solo l’arto inferiore indicato B A
    • Superare degli ostacoli posti in linea a distanza casuale alternando gli arti inferiori ad ogni ostacolo B A
  4. Superare degli ostacoli posti a cavallo tra due corsie correndo sulla riga (sviluppo della linearità di corsa e della capacità di ritrovarla dopo il superamento dell’ostacolo) A
  5. Superere un ostacolo in corsa attaccando a distanze crescenti (sviluppo della capacità di attaccare l’ostacolo lontano, circa a 2/3 della parabola di volo) B A
    • In questo caso metteremo gli ostacoli in linea abbastanza distanti (almeno 10m) per lasciare il tempo e lo spazio al bambino per riprendere una buona velocità e per ritrovare l’equilibrio in corsa. Di fronte all’ostacolo posizioneremo a terra un riferimento sicuro (cartoncino, cinesino, etc.) come limite della distanza d’attacco. E’ conveniente preparare alcune file di ostacoli con livelli di difficolta (distanza del riferimento dall’ostacolo) differenti in base alle varie capacità dei bambini
  6. Superere un ostacolo in corsa scendendo dall’ostacolo prima di un riferimento posto a terra B A (sviluppo della capacità di scendere vicino all’ostacolo, circa a 1/3 dell parabola di volo)
    • L’aproccio metodologico è quello dell’esercizio precedente
  7. Le due capacità possono anche essere sviluppate insieme posizionando due riferimenti, sia prima che dopo l’ostacolo A

Superare un ostacolo velocemente

In questo caso l’approccio sarà quasi sempre di tipo competitivo per dare lo stimolo al bambino per superare velocemente l’ostacolo. “Vince chi scende prima dall’ostacolo”

  1. Da fermi a distanza libera dall’ostacolo B A
  2. Da fermi da varie posizioni (in piedi, seduti, sdraiati, etc.) B A
  3. Da un distanza limitata (es. 2m) B A

Superare un ostacolo velocemente in corsa

  1. Sfidiamo i compagni a scendere per primi dall’ostacolo partendo da 5m/10m dall’ostacolo B A

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ALTRE INDICAZIONI METODOLOGICHE

  1. L’apprendimento per imitazione a questa età è il più efficace, come esempio usiamo i bambini più bravi o ancor meglio, quando sono disponibili, gli atleti delle categorie superiori. Nulla è più stimolante per un bambino che vedere un “campioncino” all’opera!
  2. Il primo approccio con gli ostacoli è meglio avvenga su prato, in modo che un’eventuale caduta non provochi “troppi” traumi
  3. Con l’assicella degli ostacoli ricoperta da gomma piuma l’impatto con l’ostacolo non rapresenta un blocco per i bambini
  4. La scelta dell’altezza dell’ostacolo è importante affinchè il bambino veda l’ostacolo come uno stimolo e non come una montagna insormontabile.
    • L’altezza massima per gli esordienti: “C” 30cm, “B” 40cm, “A” 50cm
    • In cammino gli eso “A” possono scavalcare anche ostacoli da 60cm
    • Possiamo usare il materasso dell’alto/asta per superare in corsa l’elastico posto ad altezze sempre maggiori in tutta sicurezza (con l’aiuto di pedane elastiche per lo stacco)
    • Quando le esercitazioni analitiche richiedono particolare attenzione su aspetti non collegati direttamente al superamento dell’ostacolo è meglio tenere l’altezza un po’ più bassa (es. superamento in corsa a distanze crescenti)
  5. Gli esordienti “A” hanno anche le gare ( vi riporto la realtà della provincia di Milano) sui 40hs. Solo da marzo in poi propongo in allenamento la situazione gara, con altezze degli ostacoli e distanze che affronteranno in competizione.

In funzione del livello dei nostri ragazzi, che molto spesso rispecchia il modo con cui abbiamo lavorato noi con loro, possiamo combinare le varie esercitazione costruendo dei problemi motori sempre più complessi e motivanti per i ragazzi.

Il nostro obiettivo finale con gi esordienti “A” potrebbe essere quindi quello di vederli “competere” tra loro correndo tra gli ostacoli sulla riga, con i riferimenti d’attacco e di discesa attaccando indifferentemente con la gamba destra e la sinistra.

E subito dopo osservare che anche senza riferimenti (riga e riferimenti d’attacco) la corsa con ostacoli è diventata per loro uno stimolante e naturale modo di sfidarsi.

 

Articolo a cura di Giorgio Ripamonti

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Atleti in USA: Luca Cacopardo

5 Maggio 2015 by Redazione

Ecco l’intervista a Luca Cacopardo, atleta del ’95, veste la maglia dell’ Atletica Riccardi Milano, in Italia, e della MITengineers, la squadra di atletica del Massachussetts Institute of Technology di Boston, in USA.

Luca vanta diversi Titoli Italiani di categoria (allievi e juniores) nei 400hs (PB 51″29)

 

Ciao Luca, cosa ti ha portato a vivere questa esperienza all’estero?
La cosa che mi ha spinto a studiare all’estero è stato il fatto che qui negli Stati Uniti c’è molto rispetto per gli atleti ed è più semplice conciliare studio e sport.
In Italia ci sono stati molti esempi di gente che ha lasciato l’atletica per potersi dedicare allo studio.
Inoltre, qui in America le strutture sono incredibili ed abbiamo accesso a tutte le comodità per favorire l’allenamento.

Quali differenze hai riscontrato tra i metodi di allenamento italiani e quelli che stai affondando adesso?
Per quanto riguarda la mia particolare esperienza ho notato che qui si punta molto di più al gruppo.
E’ sempre importante supportarsi a vicenda e non lasciare mai nessuno indietro.
L’allenamento in sé è molto diverso e le maggiori differenze per me sono stati i tempi tra le ripetute più corti ed il recupero attivo.

Ci spieghi come la scuola aiuta gli atleti nella loro attività?
La mia università ha due ore, dalle 17:00 alle 19:00, nelle quali non possono essere fissati esami, laboratori e lezioni in modo che gli atleti sono tutelati e non devono saltare allenamento.
Inoltre quando per una trasferta si perde lezione o un esame i professori sono molto disponibili nel rispiegare l’argomento perso e nel fissare il tuo esame in una data differente

Hai avuto difficoltà ad integrarti nel sistema Universitario USA?
La lingua è stato l’unico vero ostacolo ma avendo frequentato un anno all’estero ero già ad un buon livello.
L’università è molto difficile ma fare atletica mi aiuta a non sprecare il mio tempo libero. Qui ho imparato a gestire il mio tempo e la mia giornata fino a raggiungere un buon compromesso tra ore di sonno, studio, pasti, allenamenti e lezioni.

Consiglieresti la tua esperienza anche ad altri atleti?
Onestamente consiglierei la mia esperienza a tutti gli atleti che hanno la possibilità di venire qui con una borsa di studio.
Il valore di una borsa completa è di circa 50 mila euro all’anno e copre università, vitto e alloggio.
In questo modo l’atleta è tutelato fino all’età di 23 anni dove si ritrova con una laurea in mano ed ha la possibilità di conseguire questo obbiettivo senza togliere tempo all’atletica.

Atleti all’estero: cosa si può trovare all’estero, dal punto di vista dell’allenamento, che manca in Italia?
L’allenamento in Italia è molto avanzato e c’è un attenzione incredibile verso l’atleta.
Qui, nelle università, l’accento è sulla squadra ed a volte bisogna correre tre o quattro gare nel giro di una giornata per fare punteggio.
Ad ogni modo ho notato che le tecnologie che usiamo qui sono leggermente più avanzate ed anche se in Italia si cura molto di più l’aspetto tecnico qui in America c’è più disciplina.

Luca Cacopardo

Pensi che questa esperienza ,oltre che sotto l’aspetto umano,migliori molto anche l’aspetto tecnico dell’atleta?
Sicuramente vivere in una posto diverso ed allenarsi con gente nuova rende l’atleta più completo, il primo anno è molto difficile perché il cambiamento è così radicale che il corpo ha bisogno di adattarsi al nuovo clima, all’alimentazione diversa ed ai nuovi metodi di allenamento.
Tecnicamente va rispettata la nostra scuola Italiana perché nonostante le piccole dimensioni del nostro paese siamo sempre in grado di tirare fuori talenti eccezionali specialmente a livello giovanile.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Come per tutti gli atleti, il sogno è sempre quello di migliorarsi e di puntare sempre più in alto, quindi chissà mai se un giorno si realizzerà l’avventura Olimpica.

Quale è il tuo allenamento preferito?
Il mio allenamento preferito è 4×200 rec. 7 min.
Questo è un allenamento che facevo solitamente in Italia con il mio allenatore Paolo Brambilla.
Mi piace molto perché i 200 sono una distanza che non mi stanca eccessivamente ma dove posso esprimere tutta la mia velocità.

Quale quello che ti piace meno?
Il peggiori allenamenti sono quelli invernali, specialmente le ripetute sui 1000.

Hai qualche oggetto, rituale scaramantico prima/durante le gare?
Solitamente non sono molto scaramantico ma ho notato che le mie “compression socks” (calze compressive) mi hanno portato molta fortuna e le indosso sempre per tutte le gare di 400hs.

Com’è il rapporto con il tuo allenatore? Le differenze con l’Italia?
Il rapporto con l’allenatore qui è stato abbastanza “turbolent”o perché venendo da un paese diverso ero abituato a cose completamente diverse e cambiare dopo una stagione fantastica come quella 2014 non è mai facile.
Ad ogni modo sono in contatto settimanalmente con Paolo che mi aiuta a distanza tramite video analisi e mandandomi dei lavori aggiuntivi.
Dal 26 Maggio sarò nuovamente in Italia e potrò rifinire la mia preparazione con lui in vista degli eventi importanti di questo 2015

Chi è, o è stato, il tuo “esempio”/idolo/mito nell’atletica?
Quest’estate ho avuto l’opportunità di spendere circa un mese con Fabrizio Mori, dal raduno di Castelnovo de Monti al Mondiale di Eugene.
E’ stato molto interessante essere allenato da un campione come luì che può aiutare sia con l’aspetto tecnico che con quello mentale condividendo le sue esperienza e sensazioni. Lui per me è un grande esempio.

La scheda di Luca all’Atletica Riccardi

La scheda di Luca alla MITengineers

Il video di Luca in allenamento in USA

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Il video di Luca in batteria ai Mondiali Junior di Eugene 2014 (51″97)

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