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Dalla multilateralità alla multidisciplinarietà

9 Luglio 2015 by Redazione

Quale è lo scopo con cui si inizia l’allenamento? 

Lo scopo è rappresentato dall’obiettivo che si intende raggiungere nell’arco di 10-15 anni: la prestazione sportiva!

E’ proprio l’obiettivo futuro a determinare gli scopi, i contenuti e gli obiettivi durante il corso degli anni. (E.Arbeit)

Compito dell’allenamento giovanile è quello di sviluppare le caratteristiche fisiche che in quel momento sono nelle condizioni migliori, cioè hanno i presupposti fisici e psichici migliori e più adatti ad essere allenati. 

Principi metodologici dell’attività giovanile sddsa

  • Dall’elementare al complesso
  • Dal facile al difficile
  • Dal generale allo specifico
  • Dal globale al particolare         (C. Vittori)

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Obiettivi dell’allenamento giovanile:

Miglioramento pianificato ed a lungo termine di uno stato specifico di prestazione fino ad un livello tale da rendere possibile iniziare l’allenamento per lo sport di alta prestazione. La pianificazione richiede che vi sia sempre un rapporto ottimale tra:

  • formazione generale
  • formazione speciale
  • condizioni di sviluppo dell’organismo

Stabilizzazione di una motivazione elevata al successo sportivo. Con la pratica di un solo sport (o disciplina sportiva) non si possono sviluppare uniformemente tutte le capacità coordinative. Solo richieste motorie diverse che si completano tra loro, garantiscono una formazione coordinativa multilaterale di base (formazione polisportiva).

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Caratteristiche dell’allenamento giovanile

“Gli atleti adulti si allenano per il presente mentre i giovani si allenano per il futuro” (Arbeit)

L’obiettivo finale determina i contenuti e gli obiettivi particolari durante il corso degli anni. Inizialmente è necessaria un’attività di base che ponga in primo piano l’acquisizione di un voluminoso repertorio di movimenti che sottenda ad una formazione multilaterale. Questo percorso consentirebbe la realizzazione di un bagaglio motorio basato sugli schemi motori di base, indispensabile per gli ulteriori apprendimenti.

Successivamente, infatti, il percorso sportivo si completa con l’apprendimento di obiettivi, costruiti funzionalmente gli uni sugli altri e rappresentati dalle abilità motorie.

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Perché la multilateralità?

  • Per stabilire il più precisamente possibile le attitudini di un ragazzo è necessario che le sue doti fisiche vengano sviluppate in ogni loro aspetto. (Bauersfeld – Schoeter)
  • Nel tempo, ci sono evoluzioni nei materiali e nelle tecniche. Solo un atleta con alti livelli di capacità coordinative, sviluppate in età giovanile attraverso attività multilaterale, può trasformare le tecniche già acquisite. (Bauersfeld -Schoeter

La pratica di attività multilaterali produrrà una ricchezza di esperienze, che determinerà apprendimenti significativi, i quali, immagazzinati nella memoria motoria, amplieranno le funzioni motorie producendo nuove abilità. Il risultato sarà quindi un gesto economico, in quanto il ragazzo potrà scegliere, dal proprio patrimonio motorio, il movimento più efficiente, ciò lo renderà più sicuro e lo porterà al miglior rendimento.

E.Hahn (1986) autorevole studioso sostiene in merito che il ”fondamento di ogni allenamento, nello sport di prestazione, è una formazione di base generale, che va oltre le varie discipline ed è impostato su larga scala, in cui ha gran valore la molteplicità dei modelli motori.

Più è vasto il repertorio di esperienze motorie in diverse discipline sportive, più facilmente si ottiene una strutturazione a livelli più alti di rendimento”.

Principio della multilateralità:

Per multilateralità si intende la scelta dei mezzi e l’organizzazione dei contenuti in modo da attivare ed affinare il maggior numero possibile di schemi motori e, costruire abilità motorie significative per, qualità e quantità tali da essere trasferibili nella acquisizione di abilità motorie specifiche della disciplina sportiva. In particolare le attività motorie saranno organizzate con l’attivazione del maggior numero di schemi motori e posturali, per la costruzione di abilità motorie significative per qualità, quantità e trasferibilità

Per MULTILATERALITA’ si intende inoltre la molteplicità di attività e contenuti motori che si sviluppano nel tempo attraverso:

  • FORMAZIONE MULTILATERALE GENERALE (ESTENSIVA) 9-11 anni: che ha per obbiettivo l’incremento delle capacità funzionali generali di rendimento dell’organismo (sviluppo delle capacità condizionali e delle capacità coordinative di base);
  • FORMAZIONE MULTILATERALE SPECIALE (INTENSIVA ORIENTATA) 12-14 anni: che ha l’obbiettivo di promuovere attraverso l’adozione di diversi mezzi speciali , lo sviluppo delle capacità maggiormente richieste per la/e specialità.
  • FORMAZIONE MULTILATERALE (INTENSIVA MIRATA) 15-17 anni

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Tappa della multilateralità estensiva (9-11 anni)

Contenuti ed obiettivi della preparazione:

Miglioramento delle capacità fisiologiche e della sensibilità dei gesti attraverso attività e giochi di grande movimento, imitativi, derivati e propedeutici dell’attività sportiva scelta.

Le esercitazioni dovranno essere tali da stimolare il sorgere ed il consolidarsi di apprendimenti di carattere generale, trasferibili anche in altre discipline sportive.

Obiettivi da raggiungere sono quindi la conoscenza e padronanza del proprio corpo, lo sviluppo degli schemi motori di base e delle capacità coordinative.multilateralità 1

 

  • Insegnamento della tecnica della corsa piana, della marcia, in forma semplice
  • Far prendere confidenza con palline e palle adatte alle dimensioni del giovane. Lanci ad una mano da tutte le posizioni, lancio a due mani da tutte le posizioni. Familiarizzazione con la tecnica di salto, gli esercizi di salto e la corsa con ostacoli
  • Sviluppo della forza generale con i mezzi della ginnastica e dell’acrobatica semplice.
  • Sviluppo dell’equilibrio e del ritmo con ogni mezzo (usando proposte ritmiche in ogni situazione, andature rettilinee avanti/indietro, movimenti rotatori singoli, continui, successivi sul posto e in avanzamento)
  • Sviluppo ed incremento della rapidità dei movimenti ciclici ed aciclici, dosati attraverso un lavoro sapiente che prediliga non solo la quantità ma soprattutto la qualità dei gesti. Lo sviluppo di questa qualità rappresenta l’obiettivo prioritario in questa fase per migliorare le capacità e le abilità motorie.

multilateralità 2Gran parte di queste proposte possono essere sviluppate attraverso un lavoro in circuito, con gruppi di lavoro, all’interno di moduli che comprendano una o più caratteristiche da sviluppare senza dimenticare che, in questo periodo della preparazione sarebbe opportuno utilizzare esercitazioni simmetriche che successivamente e progressivamente vengono sostituite da esercitazioni asimmetriche (specificità del gesto).

 

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Tappa della multilateralità intensiva (orientata) 12-14 anni

Contenuti ed obiettivi della preparazione:

Insegnamento tecnico specifico per perfezionare la padronanza dei gesti e assimilare gli elementi fondamentali della tecnica. Obiettivi da raggiungere sono la polivalenza e la multilateralità, il potenziamento fisiologico (sviluppo delle capacità condizionali), il perfezionamento degli schemi motori di base.

 

  • Apprendimento della tecnica degli esercizi generali del corpo libero della ginnastica e dell’acrobatica attraverso l’utilizzo di attrezzi ginnici, esercizi di pre-acrobatica, esercizi a coppie, sviluppo e consolidamento della capacità di equilibrio e coordinazione attraverso esercitazioni lineari e rotatorie
  • Apprendimento della tecnica degli esercizi di salto, della tecnica di salto, degli elementi fondamentali del salto con l’asta.
  • Apprendimento degli elementi tecnici della corsa con ostacoli. (esercizi generali e speciali con ostacoli da 50/60 cm.)
  • Apprendimento degli elementi tecnici dei lancio ( getto del peso, lancio del disco e del giavellotto – vortex)
  • Apprendimento della tecnica della corsa piana e degli esercizi generali e speciali di corsa
  • Sviluppo delle capacità ritmiche ( attraverso gli esercizi e durante la corsa)
  • Sviluppo in modo funzionale e corretto dei gruppi muscolari dei piede dell’addome e delle spalle.

 

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Obiettivi da perseguire

Blocco corsa – ostacoli, dal saper..multilateralità 3

  • Essere in grado di effettuare un appoggio corretto dei piedi a terra, senza frenare
  • Compiere movimenti coordinati braccia – gambe
  • Mantenere una buona postura durante la corsa
  • Passare gli ostacoli correndo, senza saltare
  • Mantenere il ritmo di corsa tra gli ostacoli (3-5-7 passi)
  • Sviluppare e fissare i primi esercizi speciali per gli ostacoli.

 

 Al saper…

  • Saper effettuare partenze in piedi e dai blocchi con energia e senza interruzioni
  • Passare gli ostacoli correndo e senza frenare
  • Saper realizzare cambi di ritmo durante la corsa sia in rettilineo che in curva mantenendo una tecnica corretta ed una azione decontratta.
  • Saper superare 5/7 ostacoli mantenendo un ritmo corretto e continuo fra distanze uguali
  • Saper correre 5/7 ostacoli a distanze variabili (3-4-5-6-7passi) superando gli ostacoli sia con la gamba destra che con la gamba sinistra.multilateralità 4

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Blocco salti;

  • Realizzare la rincorsa con ritmo progressivamente crescente (alto – lungo)
  • Tentare l’esecuzione dell’impostazione della gamba di stacco senza rallentamenti (sia con la gamba destra che con la sinistra)
  • Compiere movimenti di coordinazionone, associazione-dissociazione degli arti inferiori e superiori
  • Compiere movimenti di salto, di stacco (alto e lungo) facilitati
  • Compiere movimenti corretti (coordinati) al momento dello stacco
  • Saper interpretare in modo corretto una rincorsa nel salto in alto, (7 passi) e nel salto in lungo con non più di13/15 passi
  • Saper correre in progressione ogni tipo di rincorsa
  • Saper correre in cerchio e su raggi di curvatura di varie metrature (da 5 a 8 mt.)
  • Saper impostare una tecnica di stacco corretta, estensione allo stacco di tutto il corpo, coordinazione dei segmenti liberi, ultimi passi della rincorsa senza perdita di velocità.

 

multilateralità 5

Per il salto con l’ asta oltre a quanto detto e, ad una buona capacità di controllo negli esercizi di ginnastica e acrobatica è importante:

  • Saper correre con l’asta senza modificare la tecnica di corsa
  • Saper saltare in lungo realizzando presentazione ed imbucata con rincorsa corta
  • Saper realizzare la presentazione e l’imbucata con 4-6-8 passi di rincorsa
  • Con l’assistenza dell’allenatore, saper realizzare una rincorsa di due, quattro o sei appoggi, imbucata, stacco ed oscillazione avanti-alto con atterraggio in posizione frontale a gambe unite e semipiegate. Aumentando la lunghezza della rincorsa aumenta la velocità d’uscita dallo stacco, aumenta l’inerzia necessaria all’oscillazione del corpo in verticale.multilateralità 6

 

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Blocco lanci:

Fin dagli esercizi più semplici è opportuno ricordare che il movimento inizia sempre dai muscoli estensori degli arti inferiori, prosegue con i muscoli del tronco ed infine si conclude con i muscoli estensori degli arti superiori con gesti motori specifici di getto, lancio e tiro. Un altro aspetto comune a tutti i lanci, ma evidenziato anche nei salti è il ritmo in progressione della rincorsa, della traslocazione e della rotazione. La capacita di traslocazione e di rotazione è elemento da sviluppare e consolidare in ogni fase, in quanto suscettibile ad adattamenti e miglioramenti continui in funzione dello sviluppo delle abilità tecniche e delle modificate capacità condizionali.

multilateralità 7

Esercitazioni generali:

  • Pallone di 1 kg lanci da fermo frontali a due braccia sopra la testa (in piedi con arti divaricati sull’asse frontale e sagittale, in ginocchio, in ginocchio su un arto, seduti, supini..)
  • Pallone di 2-3-4 kg da fermo, spinte a due braccia dal petto in avanti-alto (piedi divaricati sull’asse frontale e sagittale) (in piedi, seduti, in ginocchio su un arto, in ginocchio su due arti)
  • da fermo, lanci dorsali, lanci frontali dal basso in avanti-alto
  • da fermo, lanci frontali dalla torsione a dx e sx in avanti-alto
  • salita sulla panca con un arto e lancio dal petto in avanti-alto
  • cadendo dalla panca, piegamento arti inferiori risalita e lancio dal petto in avanti-alto
  • da seduti sopra la panca, raddrizzamento arti inferiori e lancio dal petto in avanti-alto
  • con un passo (dx-sx o sx-dx) e lancio dal petto in avanti-alto
  • con un passo dx-sx, torsione del tronco a dx e lancio frontale dal petto in avanti alto (idem con un passo sx-dx , torsione a sx).

Lancio del giavellotto:

Palline, sassi, vortex (max 150gr.): lanci con un braccio propedeutici al lancio del giavellotto:

  • da fermo, arti divaricati frontali, braccio disteso dietro, arco del corpo e lancio
  • da fermo, arti divaricati sagittali, braccio disteso dietro, semipiegamento arto posteriore
  • spinta e puntello attivo anteriore, arco e lancio.
  • con un passo incrociato (sx-dx-sx) e lancio alto sopra la testa
  • braccio mantenuto in linea di lancio, rincorsa corta e lancio alto sopra la testamultilateralità 8

Lancio del disco:

Si tratta di realizzare un gesto semplice e corretto nella forma e nel ritmo

  • Spostarsi girando sull’asse (Concatenazione delle rotazioni)
  • Localizzare il reparto di rotazione, linea spalle / braccio,
  • Mantenere gli appoggi al suolo nella realizzazione del finale
  • Orientare l’attrezzo su una traiettoria di prestazione

Pianificare la meta, dominare le sensazioni esterocettive.

  • Lanciare in una direzione ad un bersaglio in una corsia
  • Esigere l’equilibrio
  • Percepire il fissaggio della gamba sinistra ed i successivi allineamenti
  • Giocare con lo spazio tempo S – DS utilizzando bastoni, clavette, palle con maniglia: lanci con un braccio propedeutici al lancio del disco

Lancio del peso:

Esercizi tecnici tecnica classica (lanciatore destro):

  • da fermo, lancio frontale: posizione frontale alla direzione di lancio, torsione del tronco e semipiegamento degli arti inferiori, lancio in avanti-alto.
  • da fermo: posizione laterale alla direzione del lancio, semipiegamento dell’arto posteriore in appoggio sull’ avampiede, torsione di 90° del tronco sull’asse “arto anteriore – spalla”, spinta arto posteriore ed anche frontali, prestiramento, apertura e chiusura dell’arto superiore libero e spinta finale del braccio lanciante.

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Tappa della multilateralità intensiva (mirata) 15-17 anni

Contenuti ed obiettivi della preparazione i contenuti negli aspetti generali sono:

  • Contenuti a carattere multilaterale per il 50% della preparazione, completamento dello sviluppo qualitativo necessario attraverso gli elementi specifici della tecnica, (indirizzare sempre più le esercitazioni verso il gesto specifico)
  • scelta della disciplina sportiva, acquisizione di abilità tecnico-tattiche e incremento delle capacità condizionali.
  • Realizzare, tenendo conto del livello di preparazione acquisito un approfondito e continuo lavoro sulla/e tecniche
  • Prosecuzione, nello sviluppo delle capacità fisiche della rapidità e della forza veloce

Obiettivi da perseguire:                        

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Blocco corsa – ostacoli,

  • Controllo della postura e l’allineamento di tutte le azioni
  • Controllo della frequenza e ampiezza del passo e capacità di modularlo
  • Saper effettuare la partenza dai blocchi in modo corretto ed efficace
  • Saper dominare la tecnica del passaggio dell’ostacolo (coordinazione) con l’utilizzo di esercizi speciali della tecnica e del ritmo della corsa tra gli ostacoli (la tecnica della corsa in funzione del ritmo tra gli ostacoli, più corti, più lunghi) E’ importante ricordare che la velocità è un fattore limitativo della tecnica, e che questa deve adattarsi per poter essere efficace ad ogni più piccola variazione della velocità.
  • Saper effettuare, modulare, la partenza dai blocchi in funzione della prove (corsa sul piano o con ostacoli, diversificazione del ritmo in funzione della distanza)

 

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Blocco salti:

  • Dominare il ritmo progressivo e crescente della rincorsa senza ridurre la velocità e senza abbassare le anche
  • Realizzare una impostazione corretta della gamba di stacco sia per il salto in lungo che per il salto in alto (la differenza è nell’impostazione degli ultimi passo)
  • Saper effettuare un ritmo corretto della rincorsa e saper coordinare l’azione dei segmenti liberi durante il volo
  • Saper effettuare una corretta tecnica nell’atterraggio per il salto in lungo ed una caduta corretta per il salto in alto
  • Saper effettuare un salto (lungo) utilizzano ambedue le gambemultilateralità 10

 

Per il salto con l’asta oltre agli esercizi proposti è importante:

  • Saper trasportare l’asta durante la rincorsa
  • Saper effettuare una presentazione ed una imbucata corretta dell’asta con una rincorsa di 10-12 passi
  • Saper fare un salto con 8 passi di rincorsa oscillando ed infilando verticalmente senza girare, toccando con i piedi un elastico posto a 50-60 cm. Più alto dell’impugnatura.

 

La sensazione del collegamento rincorsa – salto ed avanzamento con l’asta in flessione dà al saltatore la sicurezza per la successiva fase acrobatica sull’asticella.

  • Salti completi con rincorse variabili in base al momento della preparazione, (adeguando il tipo di asta e l’altezza delle impugnature.multilateralità 11

 

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Blocco lanci

Peso (velocità, altezza del rilascio,angolo di rilascio)

  • Dal lancio da fermo al lancio completo con partenza dorsale (classico o rotatorio)

 

Disco (Equilibrio, accelerazione, ritmo)

  • Lanci con ½ giro
  • Lanci con 1 giro partenza frontale
  • Lanci completimultilateralità 12

 

Giavellotto (accelerazione del corpo e dell’attrezzo, postura, rilassamento)

  • Lanci in movimento di passo o di corsa, passi incrociati mantenendo il braccio disteso e rilassato
  • Passi incrociati mantenendo l’attrezzo in linea, appoggio in anticipato del piede destro  ed appoggio in avanti del piede sinistro (posizione finale di lancio), lancio teso (anche a bersaglio).

Lanci con tre o cinque appoggi (di passo e di corsa):

  • Incrocio arto inferiore destro sull’arto inferiore  sinistro, spinta arto inferiore destro, appoggio piede sinistro (impulso), spinta dinamica radente ed appoggio anticipato del piede destro e del piede sinistro (posizione finale di lancio) e lancio in avanti.

 

Le fasi successive della preparazione dovranno prevedere uno sviluppo armonico dell’apparato neuro muscolare per innalzare il livello raggiunto e preparare il giovane ad una fase di specializzazione che porti verso una preparazione agonistica a carattere multilaterale (multidisciplinare) gareggiando sia in quelle che egli ritiene siano le sue specialità preferite, ma anche in quelle prove che a ragione sa di non padroneggiare perfettamente.

 

Alcuni riferimenti sono stati ripresi da un articolo di Giovanni Tucciarone apparso su Atletica Studi n°2 del 1994

 

A cura di Graziano Camellini

 

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Lateralità: i test per trovarla (video)

15 Giugno 2015 by Redazione

Proseguiamo il discorso iniziato sulla lateralità con un video illustrativo di alcuni semplici test da campo che possono darci alcune informazioni relative alle preferenze dei nostri atleti in relazione a questo aspetto.

Ricordiamo che la lateralizzazione è un fenomeno che tende a stabilizzarsi molto tardi, più o meno quando i nostri allievi sono nella categoria ragazzi e che, per questa ragione, è del tutto normale attendersi dai giovanissimi risultati discordanti.

Come accade per ogni altro test per essere giudicato attendibile, anche questi devono essere verificati varie volte, cercando di limitare al massimo tutti quei fattori esterni che ne falsano la veridicità.

In considerazione della plasticità  dei sistemi che regolano il controllo del movimento umano e che hanno un effetto anche sulla dominanza laterale, non sembra sciocco pensare che anche questo tipo di test possa essere ripetuto nel corso degli anni.

È ragionevole pensare  infatti che l’allenamento come la vita quotidiana, possano provocare degli adattamenti, provocando una cosiddetta lateralizzazione in grado di modificare le tendenze naturali dell’individuo.

A titolo esemplificativo riportiamo l’esperienza di Stefania (la protagonista dei nostri video), saltatrice con l’asta mancina che due anni fa presentava una lateralità mano piede omogenea con preferenza sinistra.

Tale situazione come noto è problematica, poiché il gesto tecnico del salto con l’asta impone ai mancini lo stacco sull’arto destro e, viceversa, ai destrimani sul sinistro.

La scelta di compromesso di Stefania, in questo caso a favore della mano, è stata sufficiente a modificare le sue preferenze, e questo nonostante un’attività svolta con finalità prevalentemente ricreativa ed, oltretutto, iniziata dopo i 21 anni di età.

In occasione dei nostri test ha infatti trovato “naturale” staccare nel salto in lungo usando la gamba destra in luogo della sinistra, preferita invece quando aveva deciso di provare a diventare un’astista.

Accanto ai test che proponiamo ce ne sono infiniti altri.

Per fare solo alcuni esempi, possiamo individuare il piede preferito del nostro atleta osservandolo mentre si infila i calzoncini della tuta o intuire quale sia il suo senso di rotazione facendo attenzione al lato che sceglie quando deve passare attraverso un varco stretto. Per quanto riguarda le mani soltanto il chiedere di battere le mani può essere utile per trovarne la lateralità (la mano che sta sopra..)

È abbastanza ragionevole pensare però che i test del nostro video abbiano un’attinenza maggiore rispetto all’attività di gara, rispetto a parecchi altri probabilmente più utili a diversi scopi di indagine.

Ricordiamo a tal proposito che non è raro trovare nello stesso soggetto strategie laterali diverse a seconda del compito proposto.

Abbiamo poi mostrato alcuni gesti tecnici completi propri dell’attività di gara con lo scopo di sollecitare i tecnici ad una riflessione su quanto il tipo costellazione laterale del nostro atleta sia importante nelle specialità dell’atletica.

La scelta di mostrarli per ultimi non è stata casuale.

Riteniamo infatti che sia più logico un approccio che parta dall’ atleta ed arrivi alla specialità e non viceversa.

Rileviamo inoltre che quanto più un gesto è complesso tanto più può imporre al nostro atleta delle scelte di compromesso.

Con questo proposito abbiamo mostrato il getto del peso con ruota su una mano, nonostante questa tecnica acrobatica sia oggi vietata dal regolamento.

In questo caso è risultata interessante la scelta Stefania (confermata dai risultati dei suoi lanci) di sacrificare la mano di lancio, diventando per l’occasione destrimane.

Infine, ringraziando Stephen e Stefania per la preziosa collaborazione, rileviamo come l’esecuzione dei gesti tecnici mostrati nel video, non sia esente da difetti ed errori che con entusiasmo, impegno ed intelligenza, saranno sicuramente in grado di correggere e perfezionare nel prosieguo della propria attività.

[su_youtube_advanced url=”https://youtu.be/QHJL440JT4I” width=”560″ height=”440″ rel=”no”]Video 3° Batteria[/su_youtube_advanced]

A cura di Andrea Uberti

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Lateralità: cos'è e come si sviluppa

3 Giugno 2015 by Redazione

Dopo aver affrontato il discorso della multilateralità qui, cerchiamo di spiegare attraverso il seguente articolo cos'è effettivamente la lateralità e quali sono le conseguenze riconducibili alla pratica dell'allenamento.

Vista la complessità del tema, l'articolo seguente vuole solo fornire uno spunto di riflessione sul tema, rimandando ad altre letture il suo approfondimento.

Cos'è la lateralità

La maggior parte degli "organi" del nostro corpo esiste in doppio esemplare (mani, piedi, emisferi cerebrali, polmoni, etc..), l'uno a destra l'altro a sinistra.

La simmetria è quasi perfetta, anche se esistono alcune differenze sia sul piano morfologico che, soprattutto, su quello funzionale.

Ad esempio non si usa la mano destra come la sinistra e lo stesso vale per l'occhio, la gamba, il piede, l'orecchio.

Si preferisce, spesso, l'utilizzo di un arto rispetto all'altro.

Questa differenziazzione è un adattamento intelligente del corpo che permette di guadagnare tempo e dà la possibilità di compiere azioni complesse con ruoli ben ripartiti tra la parte destra e quella sinistra.

In questo articolo, definiremo i concetti base per comprendere il fenomeno, in un articolo successivo proporremo dei semplici test da campo per trovare il proprio tipo laterale (con video).

Classificazione della lateralità

La lateralità non è soltanto morfologica, ma il fenomeno condiziona anche le percezioni cinestetiche e le abilità motorie dell'individuo. Lehmann, ad esempio, distingue la lateralità in:

  • Morfologica;
  • Funzionale, le principali sono: manuale, podalica, di rotazione;
  • Sensoriale, visiva ed uditiva;

In realtà la distinzione dei 3 tipi non ha confini rigidi, dal momento che tutte concorrono nello sviluppo dello schema corporeo.

Solo con riferimento a quella funzionale e considerando soltanto mano, piede e senso di rotazione, esistono 8 tipologie di lateralità che si possono trovare negli atleti.

Fatte queste premesse appare superficiale accontentarsi di capire soltanto se il nostro atleta è destrimane o mancino.

In realtà il problema, dal punto di vista motorio, è talmente complesso che ogni atleta ha il proprio tipo laterale specifico a seconda del compito richiesto.

Lateralizzazione

È il processo attraverso cui si sviluppa la lateralità, è dovuto a fattori sia genetici che ambientali.

È la capacità di individuare la destra e la sinistra sul corpo e di proiettare questi rapporti rispetto agli oggetti e allo spazio in generale.

È un'acquisizione di coscienza legata alla maturazione del sistema nervoso, sviluppata attraverso la differenziazione funzionale dei due emisferi cerebrali uno dei quali diviene dominante (prevalenza dell’emisfero sinistro, del cervello, su quello destro nel destrimane e viceversa nel mancino).

La lateralizzazione inizia dagli arti superiori, per passare al tronco e raggiungere, infine, gli arti inferiori;

La lateralità riguarda la mano, l’occhio, l’orecchio, il piede, la gamba, le spalle ed il bacino dell’atleta.

La preferenza laterale, nonostante abbia una base innata, può essere, in certa misura, condizionata dalle esperienze motorie e dall'allenamento proposto.

Dominanza

È un processo progressivo che coinvolge tutto un emi-corpo (lato destro o sinistro).

Dalla dominanza della mano si passa a quella dell’arto superiore per poi passare all’emi-tronco corrispondente ed infine all’arto inferiore.

Si giunge quindi alla lateralità intesa come uso abituale di un occhio, una mano, un piede posti sullo stesso lato del corpo.

Secondo Hunter, la direzionalità è riferita allo spazio esterno topografico (destra e sinistra), mentre la lateralità è riferita alla spazio interno (destra e sinistra).

La lateralità e la direzionalità possono essere condizionate dall'ambiente. Ad esempio si rilevano comportamenti diversi nei cittadini di paesi con guida a destra o a sinistra. 

Anche l'allenatore, ad esempio quando predispone un circuito di esercizi, lo fa secondo la propria "preferenza laterale e direzionale", favorendo, a volte incosapevolmente, gli atleti che presantano un tipo simile al suo.

Per lo stesso motivo, in un contesto ambientale a preferenza destrimane, i mancini risultano possedere un grado di lateralizzazione più debole rispetto ai destri.

Come e quando si sviluppa la lateralità?

Nella pratica:

  1. Nella fase dello sviluppo il bambino dovrebbe essere libero di dare corso al processo di lateralizzazione attraverso stimoli il più vari possibili, evitando però di contrariare le sue scelte laterali nell’eseguire un gesto (es: evitiamo la forzatura di obbligare i mancini a scrivere con la mano destra!)
  2. Nella fase del controllo completo l’atleta ha creato i presupposti per lo sviluppo di un primo livello di competenza tecnica.
  3. Quando l'atleta ha stabilizzato il proprio schema motorio, (in realtà in continua evoluzione per tutta la vita) si possono proporre esercitazioni che mettano in difficoltà il tipo laterale, utilizzando fenomeni fisiologici come quello dell’effetto Secenov e del transfert controlaterale.
  4. Nonostante non sia necessario il raggiungimento di ambidestrismo perfetto e talvolta nemmeno utile, viene consigliato, che nell'allenamento di base l'utilizzo dell'estremità non dominante con un rapporto di 1:2 rispetto a quella preferita.
  5.  Il miglioramento della sensibilità dell'estremità non dominante è importante, in quanto il suo effetto si trasferisce sulle potenzialità di quella dominante

Lateralità: perchè è importante nell'atletica?

Anche le discipline dell’atletica leggera possono essere lette dal punto di vista della lateralità.

Esistono alcune specialità “neutre” (solo a prima vista) ed altre che, talvolta, impongono agli atleti un compromesso rispetto al proprio tipo laterale: es. alto, asta, disco.

Gli stessi 100 metri, che a prima vista potrebbero sembrare estranei al fenomeno, sono condizionati dal tipo laterale dell'atleta: settaggio dei blocchi, rapporto arti inferiori ed arti superiori (possono essere omogenei o crociati) e lunghezza dei passi (ci sono asimmetrie tra destra e sinistra).
Il salto con l'asta e i lanci con rotazione sono le discipline che in maniera più evidente coinvolgono diverse espressioni di lateralità funzionale: manuale, podalica e di rotazione (impugnatura dell'attrezzo, arto inferiore di stacco/impulso, senso di rotazione del bacino e delle spalle)

Le prove multiple, con la semplice analisi dei gesti di gara, da sole ci dicono parecchio (ma non tutto) della lateralità del nostro atleta.

Già nel 1989 Oberbeck registrava che ben 11 dei 12 decatleti vincitori di Olimpiadi, Campionati Mondiali ed Europei, appartenessero due precise tipologie laterali:

  • mano destra, piede sinistro, giro antiorario;
  • mano sinistra, piede destro, giro orario.

Più difficile che gli allenatori delle specialità singole abbiano una conoscenza così approfondita del proprio atleta.

Alcuni semplici test, eseguibili sul campo, possono venire in aiuto per costruire un "passaporto" più consapevole delle caratteristiche del nostro atleta.

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atleti in partenza per il salto con l'asta
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