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Intervista a Yassine Rachik

7 Luglio 2015 by Redazione

Yassine Rachik, atleta della 100 Torri Pavia, di origini marocchine, nella sua carriera ha collezionato ben 26 titoli italiani (11 secondi posti) in distanze che vanno dai 1.500 metri ai 21 chilometri della mezza maratona. . Yassine, che il 13 giugno ai Campionati Italiani Promesse ha conquistato l’ennesimo titolo Italiano nei 5000 metri, 2 giorni dopo, il 15 giugno, è finalmente riuscito ad ottenere la cittadinanza italiana che, come ci dice lui, insegue da quando è cadetto. E 15 giorni dopo ha ricevuto la convocazione per vestire la Nazionale Italiana di Atletica agli Europei Under 23 di Tallin.

Ecco la nostra intervista a Yassine

PROFILO YASSINE RACHIK – ATLETICA.ME

1) Finalmente Italiano, e finalmente la maglia azzurra. Quanto aspettavi questo momento?
È da quando sono cadetto, quando ho vinto il mio primo titolo italiano, che cerco di ottenere la cittadinanza. Se la risposta alla domanda presentata da mio padre fosse arrivata nei tempi dovuti, sarei già cittadino, come i miei fratelli, ma ci hanno messo quattro anni a rispondere: quando papà è diventato cittadino io avevo già compiuto i 18 anni. I miei fratelli invece sono diventati italiani insieme a lui, perché minorenni. Io sono cresciuto qui, ho iniziato a correre qui, ho frequentato le scuole in Italia, tutti quelli che mi hanno aiutato sono qui, non vedo l’ora di poter indossare la maglia Azzurra. Era da tanto che sognavo questo momento.

2) Sono ormai due stagioni che stai vincendo praticamente tutto. I Campionati Italiani su pista e molte gare su strada, Quale preferisci correre?
Sinceramente preferisco correre in pista, anche se mi piace mettermi alla prova su varie distanze*. Mi piacerebbe però provare a correre i 1500 metri per qualche anno in maniera seria. Io amo correre anche le distanze lunghe, ma vorrei mettermi alla prova sui 1500 per creare una buona base, poi passerò alle distanze più lunghe.

* agli ultimi Campionati Italiani Promesse, a Rieti, Yassine ha gareggiato nei 5000 metri, vincendoli, e nella 4×400 della 100 Torri Pavia. In inverno è facile vederlo nelle gare di cross e su strada, fino alla distanza della mezza maratona

3) Complimenti per il PB (8’02″91) nei 3000 metri fatto a Nembro, sei andato davvero forte e ci è mancato poco che non sei sceso sotto gli 8′
Grazie, è stata una bellissima gara, ma in ogni caso credo si possa migliorare ancora.

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4) Qual’è il tuo allenamento preferito?
Preferisco gli allenamenti nei quali corro al ritmo del fondo lento, perchè sono meno faticosi, ma in realtà non ho nessun allenamento preferito. Ogni allenamento è comunque importante e se la pensi in questo modo anche quelli più difficili li fai volentieri.

5) Quale quello che ti piace meno?
Quelli più faticosi, non amo particolarmente le ripetute lunghe, ad esempio quelle sui 2000 metri, fatte a dei ritmi molto tirati. Le prove troppo tirate e i lavori lattacidi li soffro un pò di più, ma come ho detto prima ogni allenamento ha la sua importanza, deve piacere per quello.

6) Chi è il tuo allenatore e qual’è il suo rapporto con lui?
Mi allena Alberto Colli, allenatore della 100 Torri, che segue anche Sara Dossena. Con lui ho un ottimo rapporto.

7) Essendo di origine marocchina e di religione Musulmana, una volta all’anno devi fare il Ramadan. Come riesci a gestire gli allenamenti e le gare con il fatto di dover digiunare (e non bere) durante il giorno?
Non è sicuramente facile per un atleta fare il Ramadan, ma si può fare: io fin’ora mi sono sempre allenato bene ed ho pure gareggiato, a volte anche facendo PB. Qualche problema, per la mancanza di cibo ed acqua, certamente non manca, ma bisogna imparare a gestirsi al meglio.

8) Hai qualche oggetto, rituale scaramantico prima o durante le gare?
Non sono scaramantico. Prima della gara cerco di mangiare bene e di non fare cose che potrebbero compromettere la mia forma fisica. Il mio segreto prima di ogni gara è quello di farmi fare un massaggio 1-2 giorni prima. Per me è davvero fondamentale questo, mi fa arrivare pronto alla gara che devo affrontare. Un buon massaggio è “il mio rituale pre-gara”.

9) Atleti all’estero: cosa si può trovare all’estero che manca in Italia?
La differenza principale è nell’organizzazione delle gare. All’estero le gare di mezzofondo sono tirate e per me questo è una cosa positiva. Nei meeting fuori dall’Italia, nelle prime serie (quelle degli atleti più forti) vengono sempre messe a disposizione le “lepri” e questo mette gli atleti in condizione di fare risultati migliori. In Italia capita spesso di doversi tirare la gara da soli..

10) Chi è, o è stato, il tuo “esempio”/idolo/mito nell’atletica?
Gli idoli sono tanti. El Guerrouj è stato per me un grande atleta. Lui faceva i 1500, la distanza che vorrei correre bene adesso. Poi c’è Stefano Baldini, che ha fatto grandi cose e poi ha vinto la maratona, distanza che sogno di correre, anche se più avanti, non ora sicuramente.

11) Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Il primo obiettivo, al quale manca davvero poco, sono gli Europei Promesse a Tallin. Spero di fare bene al mio esordio con la maglia della nazionale. Purtroppo però, non ho potuto prepararli veramente bene in quanto ho saputo che sarei potuto diventare italiano solo un mese fa, e comunque non ne ero perfettamente certo… e quindi ho continuato ad allenarmi come da non convocabile. Se avessi avuto la cittadinanza prima avrei potuto gestire diversamente gare ed allenamenti, con 2-3 mesi di preparazione per arrivare in forma agli Europei.
Poi ci sono i Mondiali ad agosto, e chissà, ora che sono italiano ho un grande obiettivo per il prossimo anno, provare ad andare a Rio per le Olimpiadi.

12) Fin’ora hai vestito la maglia della 100 Torri Pavia. Cercherai, ora che sei Italiano, di entrare in un gruppo sportivo militare?
Certamente, entrare in un gruppo militare significa poter fare l’atleta a tempo pieno, vivere facendo atletica. Penso possa fare la differenza anche in termini di risultati, anche se l’entrata nel gruppo non significa sentirsi arrivati, anzi è un punto di partenza per fare meglio. Poi tengo a precisare che io, ma anche altri atleti, ho gareggiato fin’ora per una società civile e devo dire che i risultati non sono mancati. Se ci si impegna e ci si allena bene i risultati vengono anche senza essere un atleta militare. Ringrazio la 100 Torri per il supporto dato in questi anni.

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Filed Under: Uncategorized Tagged With: 100 torri pavia, 1500 metri, 3000 metri, 5000 metri, cento torri pavia, intervista yassine rachik, interviste atleti, mezza maratona, yassine rachik

Gare di fondo: il concetto di resistenza

13 Maggio 2015 by Redazione

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Il test Conconi è ancora utile?

Foto di 272447 da Pixabay

Ho accettato volentieri l’invito di Andrea Dell’Angelo a scrivere articoli tecnici sulle metodiche di preparazione alle gare di fondo ed ultra-maratona e lo ringrazio di cuore per la stima e la preparazione.

L’ultramaratona in particolare è, a mio avviso, una bellissima ed affascinante disciplina, purtroppo ancora non riconosciuta dal CONI, ma la sua nazionale Italiana riesce sempre ad ottenere ottime prestazioni in ambito internazionale.

Come responsabile tecnico e selezionatore della Nazionale di 100 km, ho cercato nel corso di questi anni (dal 2004), di contribuire alla crescita di questo movimento sportivo, mettendo a disposizione la mia modesta esperienza da Tecnico Fidal.

Con questo articolo, il primo di una serie, cercherò di trasmettere la mia esperienza da allenatore, trattando di quelle discipline dove la capacità di resistenza è predominante per la prestazione sportiva:

  • Mezze maratone;
  • Maratone;
  • Ultra maratone.

 

Concetto di resistenza

Uno dei problemi più importanti per i tecnici delle discipline di endurance è quello di riuscire ad individuare ed adottare mezzi di allenamento che tendano a migliorare tutte le caratteristiche della resistenza.

L’allenamento nelle gare di fondo deve essere proposto in maniera differenziata a seconda della tipologia degli atleti, tenendo conto delle loro caratteristiche fisiche, muscolari e psicologiche, dalle condizioni del percorso che si va ad affrontare proponendo nella stessa unità di allenamento sistemi ampi e vari con diverse finalità.

Una cosa è certa: la prerogativa principale di base per l’allenamento degli atleti di endurance è costituita dal grande volume, questo preciso caso di corsa, senza il quale non è pensabile ottenere dei risultati soddisfacenti o di alto livello.

Da questo contesto possiamo impostare una programmazione con dei concetti abbastanza chiari, che tendono a sviluppare le seguenti tipologie di lavoro:

  1. Sviluppo ed incremento della resistenza muscolare;
  2. Sviluppo de incremento della resistenza aerobica estensiva;
  3. Sviluppo ed incremento della resistenza aerobica intensiva;
  4. Sviluppo ed incremento della resistenza aerobica specifica.

Come si può notare si parla sempre e soltanto di un concetto da sviluppare: la resistenza!!!

Chiaramente ogni mezzo di allenamento, come vedremo in seguito, avrà le sue intensità, i suoi volumi e le sue modalità di recupero, cercando di enfatizzare sempre più la resistenza specifica.

Che non si faccia confusione pensando che la resistenza si acquisisca solo correndo a lungo e lentamente, questo pensiero è riduttivo.

Lo sviluppo del concetto di resistenza può essere legato alla capacità dell’organismo di resistere alla fatica attraverso fattori che vanno dal gesto atletico da ripetere, dal suo livello di intensità, per la sua durata nel tempo ai fini della prestazione.

La resistenza è legata anche a problematiche di origine muscolare e nervosa: metodiche come quelle per lo sviluppo della resistenza muscolare permettono di creare nel muscolo gli adattamenti ideali per mantenere queste caratteristiche utili per resistere a lungo.

Gli obiettivi principali nell’allenamento degli sport di endurance sono:

  • Miglioramento della capacità di fornire energia in giusta misura, e la capacità di saper utilizzare, senza sprecarla, questa energia (economia di corsa);
  • Agire sul sistema cardiocircolatorio;
  • Agire sul sistema muscolare;
  • Agire sul sistema nervoso, con proposte che tendono a migliorare le caratteristiche psicologiche dell’atleta anche in condizioni di fatica.

 

Per concludere quindi, il concetto di resistenza è abbastanza complesso e va analizzato e proposto con estrema specificità (in base al tipo di gara che si andrà ad affrontare).

Con i prossimi articoli cercherò affrontare maggiormente nello specifico questo tema.

 

Articolo a cura di Maurizio Riccitelli

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Filed Under: Fondo, News Tagged With: 100 chilometri, 100 kilometri, capacità di resistenza, concetto di resistenza, corse lunghe, cos'è la resistenza, endurance race, endurance training, fatica, fatica mentale, fatica muscolare, fatica psicologica, fondo, gare di endurance, gare di resistenza, gare fondo, ilcoach, ilcoach better yourself, ilcoach.net, long distance, long distance coach, long distance race, long distance runner, long distance running, long distance trainer, maratona, mario fattore, maurizio riccitelli, mezza maratona, nazionale 100 km, resistenza aerobica estensiva, resistenza aerobica intensiva, resistenza aerobica specifica, resistenza muscolare, ultramaratona, ultrarace

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