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Intervista a Stefano La Sorda: un tecnico che "vive per la marcia"

6 Ottobre 2015 by Redazione

Intervista a Stefano La Sorda, ex marciatore e gestore della pagina Facebook lamarcia.com, istruttore FIDAL dal 1997, ha allenato diversi marciatori delle categorie giovanili. Dal 2014 è Formatore Giovanile di Marcia per la Federazione Svizzera di Marcia. Dal 2006, con la SAL Marcia, collabora all’organizzazione della gara di marcia IAAF EAA Lugano Trophy Memorial Albisetti (che si svolge a Lugano a marzo di ogni anno).

Ciao Stefano, raccontaci un po di te…
Ho conosciuto l’atletica leggera a 13 anni e da subito ho iniziato a marciare, un po’ per gioco un po’ perché a differenza degli altri ragazzi la marcia e le sue particolarità mi hanno subito incuriosito.
Parlare di mia “carriera” sportiva è esagerato, mi sono solo tolto soddisfazioni personali alla mia portata: fare 2 volte la 50Km, arrivare secondo sulla stessa distanza in un Campionato Italiano Promesse e avere l’onore di gareggiare per il CS Marina Militare.
Avevo comunque già iniziato a seguire giovani marciatori (U14) a 18 anni, e il mio allenatore mi consigliò di fare il corso istruttori; non ci ho pensato su due volte. Poi per lavoro mi sono trasferito in Lombardia ma ho sempre continuato a seguire la specialità fino a quando non ho avuto occasione di allenare e gareggiare in Svizzera per la SAL Marcia. Adesso ho smesso di gareggiare ma in più aiuto la società nell’organizzare gare di marcia anche di livello internazionale, come il Lugano Trophy.
Per quanto riguarda gli altri interessi ci sono calcio e tennis, e il mio lavoro di web designer mi ha aiutato a creare il sito lamarcia.com, che ora temporaneamente è una pagina facebook seguita da appassionati di tutto il mondo.

 

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Sei un istruttore che si dedica totalmente di marcia, una specialità dell’atletica leggera che spesso non viene considerata molto. Cosa ne pensi?
Purtroppo è vero. Colpa della mancanza di cultura sportiva  e colpa dello stesso ambiente della marcia che a volte tende a chiudersi in se stesso. C’è stata nel tempo una notevole riduzione dei praticanti ma bisogna ricordarsi che la marcia ha delle potenzialità notevoli (compresi atleti e tecnici attuali)  che andrebbero sviluppate e pubblicizzate. Non si può aspettare che la visibilità cresca casualmente, bisogna anche valorizzare quello che c’è adesso ricordando che la grande tradizione della disciplina non deve essere un ostacolo ma un motivo di orgoglio.

StefanoLaSorda

Stefano La Sorda da atleta, portacolori della rappresentativa Ticino

 

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Quali sono a tuo avviso i punti chiave nell’allenamento della tecnica della marcia?
Prima di tutto conoscere bene il regolamento (cosa sottovalutata e utile sia al tecnico che all’atleta) e ovviamente rispettarlo. Poi curare la:

– coordinazione e fluidità dei movimenti
– mobilità del bacino
– rullata dei piedi
Inoltre il tecnico deve trasmettere al marciatore i giusti input per aiutarlo ad acquisire il controllo della sua tecnica

 

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E nella sua preparazione atletica?
Una buona preparazione nella marcia è quella che aumenta le capacità dell’atleta senza penalizzare l’aspetto tecnico. I mezzi allenanti possono essere molteplici, chiaramente organizzati in modo logico a seconda dei periodi di programmazione. Infine non bisogna dimenticare che la quantità di KM degli allenamenti è importante, ma questo non deve fare passare in secondo piano il benessere psicologico del marciatore.

 

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Nel nostro sito teniamo molto a trattare temi inerenti l’allenamento giovanile, la base delle future prestazioni da adulti, che ne pensi?
È un ottima cosa, a livello giovanile si spinge troppo per cercare subito la prestazione, quando invece i progressi vanno ottenuti gradualmente. Anche qui è una questione di cultura sportiva; un sito con i contributi di molti allenatori giovanili può solo fare bene a tutto lo sport

 

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La marcia negli ultimi anni, vista anche la vicenda doping di Alex Schwazer, ha perso ancor più credibilità. È giusto che per colpa di un singolo atleta un intero movimento paghi le conseguenze?
Prima di tutto chiariamo che il primo a perdere di credibilità è stato lo stesso Schwazer; troppe bugie, troppi fatti non chiariti e adesso troppe provocazioni per fare pressione sul suo ritorno anticipato. È stato Campione Olimpico a Pechino ma ha detto di odiare la marcia, ha pensato bene di iniettarsi EPO e ora per il suo ritorno allestiscono uno show mediatico che tra deroghe, forzature e autorizzazioni sta andando oltre le regole. Ci sono tanti interessi in questa storia e tantissimo egoismo.
La marcia (quella vera), è fatta di atleti puliti e tecnici che lavorano ogni giorno in silenzio e con umiltà, sia che si vincano medaglie sia che non si vincano. Schwazer purtroppo per lui ha già scelto da tempo di non farne parte.

 

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Motto del nostro sito è “Lo sport ha bisogno di progettazione, innovazione, impegno costante.” Cit. Pietro Mennea. Cosa ne pensi?
In questa frase Mennea ha detto tutto. Nel caso dell’atletica (e della marcia) però ci vogliono anche persone disposte a collaborare tra loro accettando il confronto

 

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Collabori da anni con la FSM (Federazione Svizzera di Marcia ) per la diffusione della disciplina del tacco a punta; la FSM è a sé stante dalla Federazione di Atletica Svizzera (Swiss Athletics). Quali differenze con l’Italia?
Prima di tutto una maggiore autonomia. Una federazione a se stante per la marcia permette di gestire meglio le problematiche specifiche della disciplina, pur rimanendo legata alla federazione principale che è Swiss Athletics. Inoltre i dirigenti della FSM non sono politici di professione e hanno una vera passione per la marcia, e questo è fondamentale per raggiungere obiettivi comuni.
Una Federazione Autonoma per la marcia sarebbe un bell’esperimento da fare anche in Italia

 

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Quali sono le differenze con l’Italia dal punto di vista dei tecnici (considerazione, pagamento, formazione etc..)
Per quanto riguarda Swiss Athletics i tecnici hanno la possibilità di frequentare un programma di formazione e aggiornamento molto articolato e completo, e la figura del tecnico qualificato è molto importante.
In ambito FSM, realtà chiaramente più piccola, esistono pochi tecnici di riferimento, visto che è in corso un naturale passaggio generazionale anche per gli atleti ed i giudici di marcia. Per questo dopo qualche anno di pausa, sono stati rinnovati ed organizzati dei nuovi corsi per tecnici di marcia aperti anche ai tesserati non svizzeri. Quest’anno la FSM mi ha incaricato dell’organizzazione e gestione di un corso dove si sono diplomati 5 nuovi tecnici di marcia svizzeri e in cui c’è stata la partecipazione esterna di 4 giovani tecnici italiani.

 

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Quali consigli daresti ad un giovane che volesse diventare tecnico della marcia?

  • Fai marciare bene i tuoi atleti, bisogna sempre rispettare il regolamento. Poi si pensa alla prestazione cronometrica
  • Fatti capire dai tuoi atleti
  • segui sempre i loro allenamenti, la tecnica di marcia non si allena per corrispondenza

 

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E ad un giovane atleta che vorrebbe provare tale disciplina?

  • Impara bene il regolamento e comprendine le dinamiche
  • Per imparare la giusta tecnica di marcia ci vuole tempo e quindi costanza
  • Fidati del tuo allenatore e segui ciò che ti dice

 

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Si pensa spesso che alla marcia come ad una disciplina dove, oltre alle capacità dell’atleta, conta anche la capacità da parte dei giudici di applicare il regolamento in maniera oggettiva. Cosa ne pensi?
È questo il problema principale che affligge la specialità.
Il regolamento della marcia è molto chiaro e a mio parere di interpretazione univoca. Il problema è che sia a causa dei ritmi di gara, sia a causa dei percorsi (molte volte inadatti alla marcia) , succede che i giudici non siano nelle condizioni giuste per controllare gli atleti.
Quindi prima di tutto giudici capaci e formati costantemente; la formazione serva anche a dare uniformità nel metro di giudizio.
Poi giudici seri (a livello IAAF esiste un codice etico per giudici di marcia che andrebbe ufficializzato anche in Italia).
Ed infine circuiti per gare di marcia larghi, pianeggianti, su asfalto in buone condizioni e di lunghezza di almeno 2Km; questo sia per non mettere ingiuste difficoltà al gesto tecnico degli atleti, sia per mettere i giudici nella condizione di  svolgere in modo ottimale il loro compito.

 

Grazie tante a Stefano per la bella chiacchierata…

 

Nella foto di copertina: a Lugano nell’organizzazione della Lugano Trophy (Stefano a sinistra in compagnia del giornalista Paolo Sinibaldi).

 

 

Ti è piaciuta l’intervista a Stefano? In questa sezione puoi trovare tutte le nostre interviste:

INTERVISTE

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Intervista ad Emilio Benati, primo allenatore di Stefano Baldini (By Massimo Ballabeni)

16 Luglio 2015 by Redazione

Interessante intervista ad Emilio Benati, il primo allenatore di Stefano Baldini, trovata sulla pagina di Youtube di Massimo Ballabeni:

In questa intervista, sentiamo da vicino la persona che un giorno di tanti anni fà si ritrovò tra le sue fila di atleti un bambino di 9 anni che iniziava a corricchiare per imitare i suoi fratelli più grandi che già correvano; quel bambino si chiamava Stefano Baldini e un giorno sarebbe arrivato a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi.
Emilio, insieme a suo fratello Marco, aveva già capito da tanto tempo che quel ragazzino sarebbe potuto arrivare molto in alto, e con la sua capacità di capire le esigenze dei suoi atleti ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale nel successo della carriera di Stefano

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Filed Under: Interviste Tagged With: allenatore emilio benati, allenatore stefano baldini, coach emilio benati, emilio benati, intervista emilio benati, interviste allenatori, interviste il coach, luciano gigliotti, massimo ballabeni, stefano baldini, stefano baldini allenamento giovanile, video, video interivista emilio benati, video intervista allenatore stefano baldini, video intervista coach stefano baldini, video intervista massimo ballabeni

Marinella Signori e Giulia Curone

18 Maggio 2015 by Redazione

Di seguito presentiamo una breve intervista a Marinella Signori e alla sua giovane atleta Giulia Curone, rispettivamente allenatrice ed atleta della Brixia Atletica 2014 A.S.D.
Giulia, al 1° anno allieva, ha recentemente corso i 100 metri in 12″22, a Mariano Comense, tempo al di sotto del minimo per i Campionati Mondiali Allievi.

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L’allenatrice…

Ciao Marnella, parlaci un pò di te, delle tue esperienze, la tua filosofia di allenamento…
Mi chiamo Marinella Signori, ho iniziato a fare atletica leggera quando avevo 14 anni, e non mi sono più fermata.
Ho cominciato con le campestri e il mezzofondo per poi passare alla velocità; ho partecipato a manifestazioni internazionali quali Universiade, giochi del Mediterraneo, campionati Mondiali, coppa Europa e tantissimi campionati italiani.
Ho personali di 7”58 nei 60 indoor, 11”64 nei 100m metri, 23”87 niei 200…

La mia semplice filosofia  è che l’allenamento paga sempre, magari non nei tempi che vorremmo, magari ci vuole un po’ di pazienza ma se ci si allena seriamente il risultato viene fuori prima o poi!

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A tuo avviso quale è stato il percorso che vi ha portato a questo ottimo risultato?
Giulia ha iniziato con i corsi di avviamento ed era seguita da Giorgio, mio marito; io ho cominciato a seguire alcuni atleti cadetti del corso (tra cui Andrea Federici) nel 2012 al Calvesi e so che Giulia avrebbe voluto fare qualcosa in più delle 2 ore settimanali del corso, ma ritenevamo fosse ancora troppo presto…era ancora categoria ragazza…e non  volevamo forzare i tempi. Ma da questo si capiva già allora che era molto motivata e che aveva ben chiaro il percorso da fare e gli obiettivi che voleva raggiungere…diciamo che aveva voglia di allenarsi un po’ più seriamente.

Passata cadetta è stato automatico l’inserimento nel gruppo di allenamento dei “grandi” e da quel momento il suo percorso di crescita non si è più fermato, 3 allenamenti settimanali da cadetta e ora che è allieva siamo a 4 allenamenti di circa un ora e mezza….e i miglioramenti sono stati evidenti già dalla stagione indoor. Diciamo che Giulia è molto motivata e ha fiducia nel lavoro che stiamo facendo, non si tira mai indietro anche se so che non ama le prove lunghe….ma sa che sono necessarie per raggiungere buoni risultati!

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Secondo te quali sono i punti “chiave” per un buon programma di allenamento nella disciplina che alleni (velocità e salti)?
Intanto la motivazione deve sempre essere alta, la fiducia nella persona che ti segue, la costanza negli allenamenti  e una buona programmazione dell’allenamento con ben chiare le finalità che si vogliono raggiungere.
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Quali sono, secondo te, le difficoltà principali che un allenatore di atletica leggera deve affrontare nel nostro paese?
Sicuramente la grandissima carenza di strutture per potersi allenare come si deve; ora su internet si vedono centri all’estero anche indoor che hanno tutto il necessario per poter fare un lavoro serio.
Attualmente noi a Brescia ci trasferiamo a Castenedolo durante la stagione invernale (20-30 minuti circa di viaggio) ma, ovviamente, non abbiamo una sala pesi attrezzata e il lavoro risulta difficile da gestire con una decina di atleti.
In estate ci alleniamo al campo di Nave ma anche qui ci dobbiamo portare attrezzi da casa, bilancieri per fare la forza, blocchi di partenza perchè non ce ne sono a sufficienza, e sono sempre 20, 30 minuti di viaggio in auto.
Ringraziamo i comuni che ci mettono a disposizione tutte queste strutture che ci aiutano da quando il campo a Brescia non c’è più, ma sicuramente non è una situazione che viviamo serenamente e ci crea qualche difficoltà.
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Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?
Il mio obiettivo principale per Giulia è che diventi l’atleta bresciana più veloce di tutte, e quindi deve battere i miei record!

Quest’anno abbiamo già raggiunto la finale nei 60 piani, ai Campionati Italiani Allievi Indoor di Ancona, che era per noi uno degli obiettivi a breve termine; l’altro era fare il minimo per i mondiali… fatto, anche se siamo consapevoli che fare il minimo non vuole dire partecipare, ma va bene così, siamo al primo anno di categoria.
Quindi puntiamo alla finale ai Campionati Italiani Allievi.

Per una più ampia veduta ed obiettivi a lungo termine vi è la partecipazione ai campionati europei allievi del prossimo anno.

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Quali sono le figure che hanno ispirato il tuo modo di allenare?
Sicuramente devo molto di quello che sono al mio allenatore Alberto Ambrosio: tutto quello che ho imparato sull’allenamento e che ancora sto imparando l’ho appreso da lui, poi l’esperienza scolastica mi ha aiutato nell’approccio con i ragazzi di questa età.
Ora la cosa difficile è andare avanti ed accompagnarli nel percorso di crescita personale e atletica.

Quando frequento i campi di atletica tendo a chiacchierare e scambiare opinioni con tutti gli allenatori che conosco… e da ciascuno prendere qualche spunto, mettersi in gioco sempre!

Diciamo che sono stata fortunata, il mio primo allenatore è stato Alfredo Febbrari, lui mi ha scoperto e portato all’atletica; ha anche capito che ero una velocista e quindi poi sono stata seguita da Alberto Ambrosio con cui tutt’ora ho un bellissimo rapporto e che mi aiuta nel percorso di crescita anche come tecnico.

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La frase guida del nostro sito è: “Lo sport ha bisogno di progettazione,innovazione ed impegno costante” (P.Mennea), cosa ne pensi?
Sono assolutamente d’accordo.
La parte difficile è l’innovazione, con le strutture che abbiamo, e l’impegno costante: a volte è difficile ritagliare tempo per tutto, tra lavoro, famiglia etc etc; per fortuna nella mia famiglia 3 su 4 stanno al campo!!!!

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Secondo la tua esperienza, da che età dell’atleta è giusto iniziare a programmare le attività? Ossia quando finisce il gioco ed inizia l’”allenamento serio”?
Per esperienza personale si comincia a progettare qualcosa in più dalla categoria cadetti, mantenendo però quella caratteristica di gioco e divertimento come è giusto che sia.
Con il passaggio nella categoria assoluta, dagli allievi, si può cominciare a fare qualcosa in più, tipo inserire gradualmente qualche lavoro di forza o tecnica più specifica!

La scheda da atleta di Marinella Signori

[su_youtube_advanced url=”https://youtu.be/JobyHtbUn8w” width=”560″ height=”440″ rel=”no”]Video 3° Batteria[/su_youtube_advanced]

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L’atleta..

La frase guida del nostro sito è: “Lo sport ha bisogno di progettazione,innovazione ed impegno costante” (P.Mennea) cosa ne pensi?
Sono d’accordo con questa frase perchè per riuscire a raggiungere i propri obiettivi e  ottenere dei buoni risultati bisogna impegnarsi con costanza negli allenamenti.

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Giulia, complimenti per il minimo ottenuto. Questo inizio di stagione ti ha regalato molte soddisfazioni, credi che alla base ci sia quanto descritto dalla frase di Mennea?Secondo me si, perché alla base di un buon risultato c’è sempre un grande lavoro nell’allenamento. Infatti il mio risultato nei 100 metri è la conseguenza di un allenamento costante e dell’impegno  messo durante tutto l’anno.

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Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Sicuramente il mio obiettivo principale è quello di crescere e migliorarmi ancora; poi per quanto riguarda questa stagione quello di ottenere il minimo per i mondiali sui 100 e 200 metri anche se so quanto sia difficile poi riuscire a partecipare. Nei 100 metri ci sono riuscita, ora si punta a quello sui 200; poi il prossimo anno ci saranno gli Europei allievi e si vedrà…

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Quale è il tuo allenamento preferito?

Non ho un allenamento preferito rispetto ad altri, mi piacciono più o meno tutti ma soprattutto mi piace variare, cioè non ripetere sempre lo stesso tipo di allenamento.

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Quale quello che ti piace meno?
Le prove lunghe durante la preparazione invernale, perché sono molto faticose e sempre dopo questo tipo di allenamento sono stanchissima.

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Hai qualche oggetto, rituale scaramantico prima/durante le gare?
Io sono una persona che crede molto in queste cose, quindi sì, anche io ho un rituale scaramantico prima di gareggiare: farmi fare la treccia dalla mia allenatrice ed usare il suo elastico. Senza quello non mi sento pronta per gareggiare.

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Com’è il rapporto con il tuo allenatore?
Con Marinella mi trovo molto bene, siamo molto unite anche se io sono molto introversa.
Prima delle gare lei mi incoraggia sempre a dare il massimo e poi, quando ottengo risultati è anche merito suo e dei suo consigli e allenamenti.

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Chi è, o è stato, il tuo “esempio”/idolo/mito nell’atletica?
Non ho nessuno, in particolare, come mito o esempio da seguire nell’atletica: credo che ognuno abbia la propria storia ed un talento diversi.

 

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Il video dei 100 metri nei quali Giulia ha corso in 12″22 a Mariano Comense (5° corsia)

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Filed Under: Allenatori Tagged With: 100 metri, 100 metri piani, 200 metri piani, allenamento training, allieva, atletica leggera, blocks, brixia atletica 2014 A.S.D., campionati mondiali allievi, fidal, fidal lombardia, giulia curone, il Coach, il coach better yourself, ilcoach, ilcoach_, ilcoach.net, interviste allenatori, interviste atleti, interviste il coach, mariano comense, marinella signori, sprint, sprinter, start blocks, starting blocks, velocità

Atleti in USA: Jacopo Spanò

12 Maggio 2015 by Redazione

Oggi proponiamo l’intervista a Jacopo Spanò, nato nel 95′ a Domodossola, atleta della Atletica Sandro Calvesi e della squadra dell’Università di Washington, gli Huskies, nel 2014 è stato Campione Italiano Juniores nei 200 metri ed ha partecipato ai Campionati del Mondo Juniores in Oregon 2014 , classificandosi 14° con il nuovo PB di 20″98. Il 3 maggio scorso, in un meeting in USA, il nuovo PB sui 100 metri corsi in 11″68.

 

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Ciao Jacopo, cosa ti ha portato a vivere questa esperienza all’estero?
In quarta superiore ho vissuto per 6 mesi in Utah e l’america mi aveva impressionato già allora, sopratutto per le strutture e il livello delle competizioni, e poi sono stato “recruited” da varie university.

Quali differenze hai riscontrato tra i metodi di allenamento italiani e quelli che stai affondando adesso?
Mi devo ancora abituare al cambio di metodologie: sicuramente è molto diverso da quello che facevo l’ anno scorso, mi alleno piu ore al giorno e, diciamo che il piu grande cambiamento è stata l’ introduzione dei pesi fatti seriamente con un coach che ci segue per migliorare la nostra forza ed esplosivita’.

Ci spieghi come la scuola aiuta gli atleti nella loro attività?
Ovviamente correre forte è importante ma se non mantieni una certa media, secondo le regole della NCAA, tu perdi la tua elegibility e quindi non puoi più gareggiare. Proprio per questo i coach ci tengono a far si che abbiamo buoni risultati a scuola: infatti abbiamo tutors per ogni materia e persone che ci controllano i voti settimana per settimana.

Hai avuto difficoltà ad integrarti nel sistema Universitario USA?
Diciamo che dipende molto da quello che vuoi studiare, io sto facendo ingegneria civile quindi concigliare atletica e studio è abbastanza dura, ma sono sicuro che ne valga la pena.

Consiglieresti la tua esperienza anche ad altri atleti?
Si e no. Ovviamente dall’Italia sembra tutto rose e fiori, ma alla fine penso che bisogna avere una grande passione per quello che si fa e bisogna crederci anche perche’ nei momenti di sconforto sei lontano dalle persone che hanno creduto in te in passato ed, inoltre, in america ci sono talmente tanti talenti che via te ce ne sono altri 100 che aspettano di rubarti il posto (le borse di studio nella squadra di atletica sono contate e sono uguali per tutte le universita, quindi solo i migliori poi dalla scuola superiore possono correre in college division one direi il 3%)

Atleti all’estero: cosa si può trovare all’estero, dal punto di vista dell’allenamento, che manca in Italia?
Sicuramente si possono trovare coach con molta esperienza e la cosa che rende tutto molto competitivo è che se dopo 3-4 anni  un coach non porta risultati viene licenziato: quindi ce molta pressione su di loro.
Dal punto di vista dell’allenamento ogni coach ha le sue metodologie ma, per quanto mi riguarda, noi abbiamo lavorato molto in sala pesi.

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Pensi che questa esperienza ,oltre che sotto l’aspetto umano,migliori molto anche l’aspetto tecnico dell’atleta?
Io credo di no, forse perche in Italia eravamo solo io ed il mio coach e quindi eravamo “malati” per quanto riguarda la tecnica ed i dettagli. Qui ci sono veramente molti atleti e quindi non c’è piu quella ricerca o quell’ ossesione della tecnica, a parte per l’uscita dal blocco.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Ma, sicuramente vestire la maglia azzurra ed essere considerato dalla nazionale Italiana, e poi sicuramente farmi notare qui in america e qualificarmi per le finale NCAA (ci vuole un 20.85 – 20.90).

Qual’è il tuo allenamento preferito?
ahaha, penso che chiunque mi conosca un pochino sappia la risposta, indubbiamente le partenze dai blocchi.

Quale quello che ti piace meno?
Le scalinate dello stadio da football.

Hai qualche oggetto, rituale scaramantico prima/durante le gare?
Non ho nessun rituale, di solito ad inizio stagione cerco sempre di strafare e le mie prestazioni non rispecchiano il mio vero valore e penso che la cosa che mi aiuta molto è gareggiare ed acquisire confidenza con la gara.

Com’è il rapporto con il tuo allenatore? Le differenze con l’Italia?
Molto diverso, il mio coach italiano Flavio era il mio secondo papà: si parlava di tutto, si soffriva insieme e si assaporavano i bei risultati insieme anche perche Flavio lo fa per passione, non e’ il suo lavoro e quindi il rapposto era molto piu stretto.
Con coach Raul è tutto diverso, non siamo amici e c’è un po di distanza fra noi, lo stimo moltissimo come coach perchè ha allenato grandi atleti, ma dal punto di vista personale è un po carente.

Chi è, o è stato, il tuo “esempio”/idolo/mito nell’atletica?
Queste non sono nemmeno domande da fare, penso che ogni sprinter italiano abbi come esempio il grande Pietro Mennea.

 

La scheda di Jacopo in Italia

La scheda di Jacopo alla Washington University

 

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Atleti in USA: Luca Cacopardo

5 Maggio 2015 by Redazione

Ecco l’intervista a Luca Cacopardo, atleta del ’95, veste la maglia dell’ Atletica Riccardi Milano, in Italia, e della MITengineers, la squadra di atletica del Massachussetts Institute of Technology di Boston, in USA.

Luca vanta diversi Titoli Italiani di categoria (allievi e juniores) nei 400hs (PB 51″29)

 

Ciao Luca, cosa ti ha portato a vivere questa esperienza all’estero?
La cosa che mi ha spinto a studiare all’estero è stato il fatto che qui negli Stati Uniti c’è molto rispetto per gli atleti ed è più semplice conciliare studio e sport.
In Italia ci sono stati molti esempi di gente che ha lasciato l’atletica per potersi dedicare allo studio.
Inoltre, qui in America le strutture sono incredibili ed abbiamo accesso a tutte le comodità per favorire l’allenamento.

Quali differenze hai riscontrato tra i metodi di allenamento italiani e quelli che stai affondando adesso?
Per quanto riguarda la mia particolare esperienza ho notato che qui si punta molto di più al gruppo.
E’ sempre importante supportarsi a vicenda e non lasciare mai nessuno indietro.
L’allenamento in sé è molto diverso e le maggiori differenze per me sono stati i tempi tra le ripetute più corti ed il recupero attivo.

Ci spieghi come la scuola aiuta gli atleti nella loro attività?
La mia università ha due ore, dalle 17:00 alle 19:00, nelle quali non possono essere fissati esami, laboratori e lezioni in modo che gli atleti sono tutelati e non devono saltare allenamento.
Inoltre quando per una trasferta si perde lezione o un esame i professori sono molto disponibili nel rispiegare l’argomento perso e nel fissare il tuo esame in una data differente

Hai avuto difficoltà ad integrarti nel sistema Universitario USA?
La lingua è stato l’unico vero ostacolo ma avendo frequentato un anno all’estero ero già ad un buon livello.
L’università è molto difficile ma fare atletica mi aiuta a non sprecare il mio tempo libero. Qui ho imparato a gestire il mio tempo e la mia giornata fino a raggiungere un buon compromesso tra ore di sonno, studio, pasti, allenamenti e lezioni.

Consiglieresti la tua esperienza anche ad altri atleti?
Onestamente consiglierei la mia esperienza a tutti gli atleti che hanno la possibilità di venire qui con una borsa di studio.
Il valore di una borsa completa è di circa 50 mila euro all’anno e copre università, vitto e alloggio.
In questo modo l’atleta è tutelato fino all’età di 23 anni dove si ritrova con una laurea in mano ed ha la possibilità di conseguire questo obbiettivo senza togliere tempo all’atletica.

Atleti all’estero: cosa si può trovare all’estero, dal punto di vista dell’allenamento, che manca in Italia?
L’allenamento in Italia è molto avanzato e c’è un attenzione incredibile verso l’atleta.
Qui, nelle università, l’accento è sulla squadra ed a volte bisogna correre tre o quattro gare nel giro di una giornata per fare punteggio.
Ad ogni modo ho notato che le tecnologie che usiamo qui sono leggermente più avanzate ed anche se in Italia si cura molto di più l’aspetto tecnico qui in America c’è più disciplina.

Luca Cacopardo

Pensi che questa esperienza ,oltre che sotto l’aspetto umano,migliori molto anche l’aspetto tecnico dell’atleta?
Sicuramente vivere in una posto diverso ed allenarsi con gente nuova rende l’atleta più completo, il primo anno è molto difficile perché il cambiamento è così radicale che il corpo ha bisogno di adattarsi al nuovo clima, all’alimentazione diversa ed ai nuovi metodi di allenamento.
Tecnicamente va rispettata la nostra scuola Italiana perché nonostante le piccole dimensioni del nostro paese siamo sempre in grado di tirare fuori talenti eccezionali specialmente a livello giovanile.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Come per tutti gli atleti, il sogno è sempre quello di migliorarsi e di puntare sempre più in alto, quindi chissà mai se un giorno si realizzerà l’avventura Olimpica.

Quale è il tuo allenamento preferito?
Il mio allenamento preferito è 4×200 rec. 7 min.
Questo è un allenamento che facevo solitamente in Italia con il mio allenatore Paolo Brambilla.
Mi piace molto perché i 200 sono una distanza che non mi stanca eccessivamente ma dove posso esprimere tutta la mia velocità.

Quale quello che ti piace meno?
Il peggiori allenamenti sono quelli invernali, specialmente le ripetute sui 1000.

Hai qualche oggetto, rituale scaramantico prima/durante le gare?
Solitamente non sono molto scaramantico ma ho notato che le mie “compression socks” (calze compressive) mi hanno portato molta fortuna e le indosso sempre per tutte le gare di 400hs.

Com’è il rapporto con il tuo allenatore? Le differenze con l’Italia?
Il rapporto con l’allenatore qui è stato abbastanza “turbolent”o perché venendo da un paese diverso ero abituato a cose completamente diverse e cambiare dopo una stagione fantastica come quella 2014 non è mai facile.
Ad ogni modo sono in contatto settimanalmente con Paolo che mi aiuta a distanza tramite video analisi e mandandomi dei lavori aggiuntivi.
Dal 26 Maggio sarò nuovamente in Italia e potrò rifinire la mia preparazione con lui in vista degli eventi importanti di questo 2015

Chi è, o è stato, il tuo “esempio”/idolo/mito nell’atletica?
Quest’estate ho avuto l’opportunità di spendere circa un mese con Fabrizio Mori, dal raduno di Castelnovo de Monti al Mondiale di Eugene.
E’ stato molto interessante essere allenato da un campione come luì che può aiutare sia con l’aspetto tecnico che con quello mentale condividendo le sue esperienza e sensazioni. Lui per me è un grande esempio.

La scheda di Luca all’Atletica Riccardi

La scheda di Luca alla MITengineers

Il video di Luca in allenamento in USA

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Il video di Luca in batteria ai Mondiali Junior di Eugene 2014 (51″97)

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