ilCoach

Il miglior portale italiano sull'atletica leggera

Menu
  • Chi siamo
    • ilCoach.net A.S.D.
      • Tesseramento stagione 2021/22
      • Il nostro team
    • Close
  • Allenamento
    • Le basi dell’allenamento
    • Allenamento giovanile
    • Allenare la forza
    • Tecnologia
    • Trattamento e prevenzione infortuni
    • Vincere con la mente
    • Close
  • Atletica leggera, cos’è?
    • SPRINT
    • OSTACOLI
    • SALTI
    • MEZZOFONDO
    • FONDO
    • LANCI
    • PROVE MULTIPLE
    • Close
  • Corsi di formazione
    • ilCoach SMART TALK
    • ilCoach Academy
    • Corsi dal vivo
    • Close
  • Interviste
  • Recensioni
  • Contattaci

Psicologia nei lanci

25 Luglio 2016 by Redazione

 “Leave your pain behind, throw it away.” Robert Harting

L'atletica è composta da specialità molto diverse tra loro, sia per quanto riguarda l'allenamento, sia per le modalità di competizione. Le regole da seguire sono diverse, spesso capita che un velocista non conosca esattamente le regole delle gare di salto in alto, e viceversa. Anche dal punto di vista psicologico le caratteristiche delle  specialità sono diversificate tra loro. Si possono tuttavia trovare dei punti in comune. Oggi ci concentreremo sui lanci.

 

Psicologia nei lanci: getto del peso, tiro del giavellotto, lancio del disco, lancio del martello

Le specialità olimpiche dei lanci sono 4: getto del peso, tiro del giavellotto, lancio del martello e lancio del disco, ognuna con le sue caratteristiche tecniche peculiari e molto diverse tra di loro. Le competenze psicologiche necessarie ai lanciatori sono tuttavia molto simili.

 L'allenamento di un lanciatore si divide solitamente in lavoro tecnico, lavoro di palestra e lavoro di campo. Ogni atleta ha le sue preferenze riguardo ai diversi allenamenti.  Ognuno di essi è tuttavia da affrontare con la massima concentrazione e il massimo impegno. Come ogni specialità dell'atletica, non sempre questo è semplice, proprio perché le sedute di allenamento sono lunghe, faticose e, soprattutto in Nord Italia, spesso in condizioni atmosferiche e ambientali non del tutto favorevoli. Nel precedente articolo sulla preparazione invernale abbiamo già discusso sulle caratteristiche psicologiche di tale periodo. Ribadendo i consigli su come affrontare la preparazione invernale, è importante trovare e potenziare la motivazione, porsi obiettivi in modo corretto, gestire la frustrazione e la fatica per sfruttare al meglio la preparazione.

Per quanto riguarda le competizioni, il lanciatore deve far fronte a un concorso. Il concorso ha come caratteristica fondamentale la turnazione: ogni atleta deve aspettare il suo turno per lanciare, cercando di fare del suo meglio per arrivare a guadagnarsi gli ulteriori tre lanci di finale. Ha quindi un numero finito di possibilità e deve saperle utilizzare al meglio.

Lancio del disco - Ph Roberto Click Passerini (Atl-eticamente foto)

Lancio del disco - Ph Roberto Click Passerini (Atl-eticamente foto)

Un lanciatore solitamente fa un riscaldamento diviso in due parti: ad un riscaldamento fisico generale segue un riscaldamento tecnico specializzato in pedana. Anche nel riscaldamento specifico è necessario saper gestire la turnazione, cercando di sfruttare al meglio il tempo variabile che i giudici mettono a disposizione degli atleti. Deve sapere dosare la concentrazione, che non può essere continua per tutta la durata della gara, ma deve essere massima pochi istanti prima di entrare in pedana. Deve quindi essere gestita al meglio per evitare di stancarsi eccessivamente e di non avere le energie psicologiche necessarie al momento del lancio.

Fondamentale diventa anche la gestione dell'arousal, o attivazione. Si tratta di uno stato mentale di breve durata, caratterizzato da una grande attenzione e pronta reazione a stimoli esterni (come lo sparo per un velocista) o, come in questo caso, interni (l’inizio del gesto tecnico). Il livello di attivazione deve essere adeguato nel momento prima di entrare in pedana. Non deve essere troppo alto, altrimenti si cadrebbe nell'ansia e non si riuscirebbe a gestire non solo le proprie emozioni, ma anche i movimenti precisi che devono essere fatti nel lancio. Non deve essere però neanche troppo basso, cosa che comporterebbe una scarsa efficacia nel lancio stesso.

Molto importante per un lanciatore è la gestione dell'errore. Anche una piccola modifica del gesto tecnico può influire negativamente sulla performance: una cattiva gestione dell'errore può portare a preoccuparsi eccessivamente per quello che si è fatto senza riuscire a concentrarsi su quello che si deve fare.

Altra situazione che ogni lanciatore deve saper gestire è la paura del nullo. Come si è detto, a chiunque capita di incappare in un lancio nullo. La paura di sbagliare nuovamente può far perdere la concentrazione e la gestione delle proprie emozioni e dei propri movimenti.

Giavellotto 11

Tiro del giavellotto

 

Un'altra caratteristica fondamentale per un lanciatore, spesso tralasciata, è quella di saper gestire un successo all'interno di una gara. Può capitare, infatti, di fare un grande risultato (il personale, un minimo, una misura che non giungeva da tempo), quando ancora la gara è in pieno svolgimento. Questo ottimo risultato è sintomo di una buona forma fisica e tecnica che deve essere sfruttata fino in fondo. Fare un’ottima performance all'inizio o nei lanci centrali della gara non deve portare a una perdita di concentrazione e di interesse verso la competizione.

 

Come tutte le specialità dell’atletica leggera, anche i lanci sono in balia degli eventi atmosferici. La pioggia può rendere la pedana scivolosa, il vento può influire positivamente o meno, il sole può disturbare una gara lunga da affrontare senza la possibilità di ripararsi nelle pause tra un lancio e l’altro. Inoltre, la qualità della pedana può influenzare molto la percezione e il movimento dell’atleta. Essendo condizioni che l’atleta non può modificare, è necessario riuscire a non farsi influenzare da esse e gestire le proprie risorse per riuscire ad esprimere tutte le potenzialità che si hanno in quella data condizione.

In tutte le situazioni fin qui descritte lo psicologo dello sport può insegnare delle tecniche per gestire al meglio emozioni e situazioni e riuscire ad affrontare nel migliore dei modi ciascuna situazione.

Anche i lanciatori, come tutti i loro “colleghi”, sono atleti non solo con il corpo, ma anche con la mente.

Dott.ssa Martina Fugazza

Psicologa dello sport

www.martinafugazza.com

 

Gli altri articoli di Martina li trovi nella nostra sezione PSICOLOGIA

 

Immagini tratte dal nostro fotografo di riferimento Roberto Click Passerini, dalla sua pagina FB Atl-eticamente foto 

Martina Fugazza

Martina Fugazza

Psicologa dello sport
Libro atletica leggera ilCoach

Libro gratuito sull'atletica leggera

Clicca qui sotto per scaricare il libro gratuita sull'atletica leggera!

Scarica l'E-book gratuito

Diventa un tesserato de IlCoach per avere sconti speciali sui nostri corsi

Voglio far parte de IlCoach e avere sconti speciali
sconto beast ilcoach

Enter description text here.

Click Here

Offerta per tutti i nostri tesserati!

Aiutaci a diffondere i nostri contenuti. Condividi sul tuo social preferito cliccando sulle icone sotto!

Questi li hai già letti?

03 Novembre 2019
I 10 libri sul mezzofondo che dovresti leggere
Test conconi Maurizio Cito e Yohanes Chiappinelli
05 Ottobre 2019
Test Conconi
06 Settembre 2018
L’allenamento di forza e potenza può migliorare le performance nel mezzofondo?
07 Febbraio 2017
Quanto contano i km (volume) nei mezzofondisti e maratoneti d'élite?
3000 siepi
24 Ottobre 2016
3000 siepi: allenamento atleta evoluto
Siepi: allenamento giovanile
09 Ottobre 2016
Siepi: allenamento giovanile
07 Settembre 2016
Analisi, cambiamento e miglioramento dell’economia di corsa attraverso il rinforzo muscolare nel mezzofondista.
08 Giugno 2016
Siepista si nasce o si diventa? Intervento di Maurizio Cito
31 Gennaio 2016
Alberto Mazzucchelli, atletica e studi tra Bergamo e Nizza!!!

Filed Under: Psicologia Tagged With: disco, getto del peso, giavellotto, lanci, lancio del martello, mente e lanci, mente e sport, psicologa sport, psicologia, psicologia atletica, psicologia lanci, throw

Prevenzione delle patologie alla spalla negli atleti "overhead"

11 Febbraio 2016 by Redazione

Dolori cronici alla spalla in atleti overhead (atleti il cui gesto sportivo comporta movimenti ampi e ripetuti dell’arto superiore al di sopra della testa) sono spesso attribuiti ad alterazioni nella forza, flessibilità e postura non solo dell’articolazione gleno-omerale ma anche di altre componenti della catena cinetica di tronco e arto superiore.

In particolare un deficit nella rotazione interna gleno-omerale (GIRD), debolezze e/o squilibri muscolari della cuffia dei rotatori e dei muscoli scapolari, rigidità e/o ipercifosi della colonna toracica, core instability, e debolezza con poca flessibilità dell’anca sono i principali fattori da valutare all’interno della cascata di eventi che porta poi a una disfunzioni della spalla.

I quattro step da seguire nella gestione delle problematiche nell’atleta sono:

[su_table]

1) Definire con esattezza i fattori di rischio
2) Definire i criteri per il “return to play” dell’atleta
3) Misurare tali valori con strumenti o procedure validi ed affidabili
4) Implementare ed inserire un programma di training preventivo all’interno del normale allenamento dell’atleta

[/su_table]

 

I MAGGIORI FATTORI DI RISCHIO NELLA SPALLA DELL’ATLETA

I tre principali fattori di rischio per lo sviluppo di condizioni dolorose nella spalla sono:

  1. GIRD (Glenohumeral Internal Rotation Deficit): ridotta rotazione interna della spalla
  2. Debolezza della cuffia dei rotatori
  3. Discinesia scapolare

 

1) GIRD

Una rigidità delle strutture posteriori di spalla è un adattamento comune nella spalla dominante degli atleti overhead, come risultato sia di una rigidità capsulare postero-inferiore che di brevità della muscolatura posteriore. Questa si manifesta clinicamente con una ridotta adduzione orizzontale e rotazione interna, causando un fattore perpetuante nelle patologie del labbro o di impingement sub-acromiale.

Per quanto riguarda il deficit in rotazione interna l’asimmetria non deve superare i 20° rispetto alla spalla opposta, con una differenza nel range totale in rotazione (rotazione interna + rotazione sterna) di non più di 5° tra una spalla e l’altra. Il concetto di range totale di rotazione (interna sommata all’esterna) è stata introdotta dal momento che alcuni studi hanno evidenziato degli adattamenti ossei nella torsione della test a omerale negli atleti overhead. Un incremento nella torsione omerale altera l’arco totale di movimento in rotazione con un netto incremento di quella esterna e decremento di quella interna. Sulla base di questa ipotesi l’atleta non è a rischio di infortunio fino a quando la perdita in rotazione interna è compensato da un guadagno nella esterna.

Valutazione delle rotazioni: il paziente è supino con la spalla sul piano frontale e il gomito flesso a 90°. Per la rotazione interna il terapista palpa la spina della scapola e la coracoide mentre la spalla viene portata in rotazione interna fino al punto in cui la coracoide tende a muoversi contro il pollice dell’esaminatore. Per valutare la rotazione esterna, invece, la mano che fissa è posizionata davanti alla spalla mentre la  stessa viene portata in rotazione eterna.

Figura1: Valutazione delle rotazioni gleno-omerali

Figura1: Valutazione delle rotazioni gleno-omerali

[su_divider top=”no” divider_color=”#8bc751″]

 

 

2) DEBOLEZZA DELLA CUFFIA DEI ROTATORI

Negli sport di lancio è richiesta un’enorme capacità eccentrica (forza eccentrica) dei rotatori esterni gleno-omerali, soprattutto nella fase di decelerazione del gesto stesso del lancio. Un deficit nella forza dei rotatori esterni facenti parte della cuffia dei rotatori in confronto con l’arto sano, così come un rapporto alterato tra rotatori esterni ed interni dello stesso lato, è un enorme fattore di rischio per patologie di spalla.

Nello specifico il rapporto rotatori esterni/interni deve essere almeno del 66% (75% se esaminato in isometrica), con un 10% di forza generale in più nell’arto dominante.

E’ ben ricordare che è la forza eccentrica quella di nostro interesse, dal momento che stiamo parlando di fase di decelerazione del lancio.

Un metodo di valutazione della forza in eccentrica dei rotatori esterni è il seguente: il paziente è seduto con il braccio supportato dall’esaminatore, il quale lo porta dalla posizione di 90° di abduzione e 90° di rotazione esterna a 90° di abduzione e 0° di rotazione, caricando i rotatori esterni eccentricamente.

Figura 2: Valutazione della forza eccentrica dei rotatori esterni di spalla

Figura 2: Valutazione della forza eccentrica dei rotatori esterni di spalla

 

Il trattamento di una debolezza dei rotatori esterni dovrebbero quindi accentuare la fase eccentrica, con esercizi lenti per guadagnare forza e veloci per lavorare sull’endurance e le capacità pliometriche, queste ultime ben allenate anche con palle come nell’esercizio di “catch the ball” (Figura 3).

Figura 3: Esercizio “Catch the ball”

Figura 3: Esercizio “Catch the ball”

[su_divider top=”no” divider_color=”#8bc751″]

 

3) DISCINESIA SCAOPOLARE

Questo criterio è valutabile tramite l’osservazione. Ricordiamo che in generale, in alcuni sport, una leggera asimmetria è da considerarsi normale e quindi non patologico ma piuttosto un adattamento allo sport praticato.

Tra i muscoli scapolari il Trapezio medio e inferiore, così come il Dentato anteriore dovrebbero ricevere un’attenzione particolare dal momento che spesse volte vanno incontro a debolezza con seguente discinesia scapolare.

I principali obiettivi riguardanti la scapola sono:

  1. Recuperare flessibilità della muscolatura tesa o rigida (Piccolo pettorale, Elevatore della scapola, Romboidi)
  2. Aumentare la performance e il controllo motorio del Trapezio medio-inferiore e Dentato anteriore

[su_divider top=”no” divider_color=”#8bc751″]

 

 

CONCLUSIONE

Per quanto riguarda la prevenzione degli infortuni di spalla così come per il “return-to-play” dopo un infortunio, il clinico dovrebbe valutare i possibili fattori di rischio, in particolare GIRD, forza della cuffia dei rotatori e dei muscoli scapolari. In caso di deficit il trattamento dovrebbe focalizzarsi sullo stretching della capsula posteriore, rinforzo della cuffia dei rotatori e recupero della flessibilità ed equilibri muscolari dei muscoli scapolari.

 

A cura di Matteo Pinelli

 

Sei interessato ad ulteriori contenuti sulla prevenzione degli infortuni? Visita la sezione INFORTUNI

Filed Under: Infortuni Tagged With: arrampicata, asta, atleti overhead, baseball, basket, cuffia dei rotatori, Debolezza della cuffia dei rotatori, Discinesia scapolare, fattori rischio, getto del peso, giavellotto, gird, gleno omerale, Glenohumeral Internal Rotation Deficit, lanci, lancio del martello, movimenti overhead, nuoto, overhead, pallavolo, patologie, patologie spalla, prevenzione, prevenzione patologie spalla, ridotta rotazione interna spalla, salto con l'asta, spalla, tennis, tiro del giavellotto

Dalla multilateralità alla multidisciplinarietà

9 Luglio 2015 by Redazione

Quale è lo scopo con cui si inizia l’allenamento? 

Lo scopo è rappresentato dall’obiettivo che si intende raggiungere nell’arco di 10-15 anni: la prestazione sportiva!

E’ proprio l’obiettivo futuro a determinare gli scopi, i contenuti e gli obiettivi durante il corso degli anni. (E.Arbeit)

Compito dell’allenamento giovanile è quello di sviluppare le caratteristiche fisiche che in quel momento sono nelle condizioni migliori, cioè hanno i presupposti fisici e psichici migliori e più adatti ad essere allenati. 

Principi metodologici dell’attività giovanile sddsa

  • Dall’elementare al complesso
  • Dal facile al difficile
  • Dal generale allo specifico
  • Dal globale al particolare         (C. Vittori)

[su_divider top=”no” divider_color=”#b8f976″]

Obiettivi dell’allenamento giovanile:

Miglioramento pianificato ed a lungo termine di uno stato specifico di prestazione fino ad un livello tale da rendere possibile iniziare l’allenamento per lo sport di alta prestazione. La pianificazione richiede che vi sia sempre un rapporto ottimale tra:

  • formazione generale
  • formazione speciale
  • condizioni di sviluppo dell’organismo

Stabilizzazione di una motivazione elevata al successo sportivo. Con la pratica di un solo sport (o disciplina sportiva) non si possono sviluppare uniformemente tutte le capacità coordinative. Solo richieste motorie diverse che si completano tra loro, garantiscono una formazione coordinativa multilaterale di base (formazione polisportiva).

[su_divider top=”no” divider_color=”#b8f976″]

Caratteristiche dell’allenamento giovanile

“Gli atleti adulti si allenano per il presente mentre i giovani si allenano per il futuro” (Arbeit)

L’obiettivo finale determina i contenuti e gli obiettivi particolari durante il corso degli anni. Inizialmente è necessaria un’attività di base che ponga in primo piano l’acquisizione di un voluminoso repertorio di movimenti che sottenda ad una formazione multilaterale. Questo percorso consentirebbe la realizzazione di un bagaglio motorio basato sugli schemi motori di base, indispensabile per gli ulteriori apprendimenti.

Successivamente, infatti, il percorso sportivo si completa con l’apprendimento di obiettivi, costruiti funzionalmente gli uni sugli altri e rappresentati dalle abilità motorie.

[su_divider top=”no” divider_color=”#b8f976″]

Perché la multilateralità?

  • Per stabilire il più precisamente possibile le attitudini di un ragazzo è necessario che le sue doti fisiche vengano sviluppate in ogni loro aspetto. (Bauersfeld – Schoeter)
  • Nel tempo, ci sono evoluzioni nei materiali e nelle tecniche. Solo un atleta con alti livelli di capacità coordinative, sviluppate in età giovanile attraverso attività multilaterale, può trasformare le tecniche già acquisite. (Bauersfeld -Schoeter

La pratica di attività multilaterali produrrà una ricchezza di esperienze, che determinerà apprendimenti significativi, i quali, immagazzinati nella memoria motoria, amplieranno le funzioni motorie producendo nuove abilità. Il risultato sarà quindi un gesto economico, in quanto il ragazzo potrà scegliere, dal proprio patrimonio motorio, il movimento più efficiente, ciò lo renderà più sicuro e lo porterà al miglior rendimento.

E.Hahn (1986) autorevole studioso sostiene in merito che il ”fondamento di ogni allenamento, nello sport di prestazione, è una formazione di base generale, che va oltre le varie discipline ed è impostato su larga scala, in cui ha gran valore la molteplicità dei modelli motori.

Più è vasto il repertorio di esperienze motorie in diverse discipline sportive, più facilmente si ottiene una strutturazione a livelli più alti di rendimento”.

Principio della multilateralità:

Per multilateralità si intende la scelta dei mezzi e l’organizzazione dei contenuti in modo da attivare ed affinare il maggior numero possibile di schemi motori e, costruire abilità motorie significative per, qualità e quantità tali da essere trasferibili nella acquisizione di abilità motorie specifiche della disciplina sportiva. In particolare le attività motorie saranno organizzate con l’attivazione del maggior numero di schemi motori e posturali, per la costruzione di abilità motorie significative per qualità, quantità e trasferibilità

Per MULTILATERALITA’ si intende inoltre la molteplicità di attività e contenuti motori che si sviluppano nel tempo attraverso:

  • FORMAZIONE MULTILATERALE GENERALE (ESTENSIVA) 9-11 anni: che ha per obbiettivo l’incremento delle capacità funzionali generali di rendimento dell’organismo (sviluppo delle capacità condizionali e delle capacità coordinative di base);
  • FORMAZIONE MULTILATERALE SPECIALE (INTENSIVA ORIENTATA) 12-14 anni: che ha l’obbiettivo di promuovere attraverso l’adozione di diversi mezzi speciali , lo sviluppo delle capacità maggiormente richieste per la/e specialità.
  • FORMAZIONE MULTILATERALE (INTENSIVA MIRATA) 15-17 anni

[su_divider top=”no” divider_color=”#b8f976″]

Tappa della multilateralità estensiva (9-11 anni)

Contenuti ed obiettivi della preparazione:

Miglioramento delle capacità fisiologiche e della sensibilità dei gesti attraverso attività e giochi di grande movimento, imitativi, derivati e propedeutici dell’attività sportiva scelta.

Le esercitazioni dovranno essere tali da stimolare il sorgere ed il consolidarsi di apprendimenti di carattere generale, trasferibili anche in altre discipline sportive.

Obiettivi da raggiungere sono quindi la conoscenza e padronanza del proprio corpo, lo sviluppo degli schemi motori di base e delle capacità coordinative.multilateralità 1

 

  • Insegnamento della tecnica della corsa piana, della marcia, in forma semplice
  • Far prendere confidenza con palline e palle adatte alle dimensioni del giovane. Lanci ad una mano da tutte le posizioni, lancio a due mani da tutte le posizioni. Familiarizzazione con la tecnica di salto, gli esercizi di salto e la corsa con ostacoli
  • Sviluppo della forza generale con i mezzi della ginnastica e dell’acrobatica semplice.
  • Sviluppo dell’equilibrio e del ritmo con ogni mezzo (usando proposte ritmiche in ogni situazione, andature rettilinee avanti/indietro, movimenti rotatori singoli, continui, successivi sul posto e in avanzamento)
  • Sviluppo ed incremento della rapidità dei movimenti ciclici ed aciclici, dosati attraverso un lavoro sapiente che prediliga non solo la quantità ma soprattutto la qualità dei gesti. Lo sviluppo di questa qualità rappresenta l’obiettivo prioritario in questa fase per migliorare le capacità e le abilità motorie.

multilateralità 2Gran parte di queste proposte possono essere sviluppate attraverso un lavoro in circuito, con gruppi di lavoro, all’interno di moduli che comprendano una o più caratteristiche da sviluppare senza dimenticare che, in questo periodo della preparazione sarebbe opportuno utilizzare esercitazioni simmetriche che successivamente e progressivamente vengono sostituite da esercitazioni asimmetriche (specificità del gesto).

 

[su_divider top=”no” divider_color=”#b8f976″]

Tappa della multilateralità intensiva (orientata) 12-14 anni

Contenuti ed obiettivi della preparazione:

Insegnamento tecnico specifico per perfezionare la padronanza dei gesti e assimilare gli elementi fondamentali della tecnica. Obiettivi da raggiungere sono la polivalenza e la multilateralità, il potenziamento fisiologico (sviluppo delle capacità condizionali), il perfezionamento degli schemi motori di base.

 

  • Apprendimento della tecnica degli esercizi generali del corpo libero della ginnastica e dell’acrobatica attraverso l’utilizzo di attrezzi ginnici, esercizi di pre-acrobatica, esercizi a coppie, sviluppo e consolidamento della capacità di equilibrio e coordinazione attraverso esercitazioni lineari e rotatorie
  • Apprendimento della tecnica degli esercizi di salto, della tecnica di salto, degli elementi fondamentali del salto con l’asta.
  • Apprendimento degli elementi tecnici della corsa con ostacoli. (esercizi generali e speciali con ostacoli da 50/60 cm.)
  • Apprendimento degli elementi tecnici dei lancio ( getto del peso, lancio del disco e del giavellotto – vortex)
  • Apprendimento della tecnica della corsa piana e degli esercizi generali e speciali di corsa
  • Sviluppo delle capacità ritmiche ( attraverso gli esercizi e durante la corsa)
  • Sviluppo in modo funzionale e corretto dei gruppi muscolari dei piede dell’addome e delle spalle.

 

[su_divider top=”no” divider_color=”#b8f976″]

Obiettivi da perseguire

Blocco corsa – ostacoli, dal saper..multilateralità 3

  • Essere in grado di effettuare un appoggio corretto dei piedi a terra, senza frenare
  • Compiere movimenti coordinati braccia – gambe
  • Mantenere una buona postura durante la corsa
  • Passare gli ostacoli correndo, senza saltare
  • Mantenere il ritmo di corsa tra gli ostacoli (3-5-7 passi)
  • Sviluppare e fissare i primi esercizi speciali per gli ostacoli.

 

 Al saper…

  • Saper effettuare partenze in piedi e dai blocchi con energia e senza interruzioni
  • Passare gli ostacoli correndo e senza frenare
  • Saper realizzare cambi di ritmo durante la corsa sia in rettilineo che in curva mantenendo una tecnica corretta ed una azione decontratta.
  • Saper superare 5/7 ostacoli mantenendo un ritmo corretto e continuo fra distanze uguali
  • Saper correre 5/7 ostacoli a distanze variabili (3-4-5-6-7passi) superando gli ostacoli sia con la gamba destra che con la gamba sinistra.multilateralità 4

[su_divider top=”no” divider_color=”#b8f976″]

Blocco salti;

  • Realizzare la rincorsa con ritmo progressivamente crescente (alto – lungo)
  • Tentare l’esecuzione dell’impostazione della gamba di stacco senza rallentamenti (sia con la gamba destra che con la sinistra)
  • Compiere movimenti di coordinazionone, associazione-dissociazione degli arti inferiori e superiori
  • Compiere movimenti di salto, di stacco (alto e lungo) facilitati
  • Compiere movimenti corretti (coordinati) al momento dello stacco
  • Saper interpretare in modo corretto una rincorsa nel salto in alto, (7 passi) e nel salto in lungo con non più di13/15 passi
  • Saper correre in progressione ogni tipo di rincorsa
  • Saper correre in cerchio e su raggi di curvatura di varie metrature (da 5 a 8 mt.)
  • Saper impostare una tecnica di stacco corretta, estensione allo stacco di tutto il corpo, coordinazione dei segmenti liberi, ultimi passi della rincorsa senza perdita di velocità.

 

multilateralità 5

Per il salto con l’ asta oltre a quanto detto e, ad una buona capacità di controllo negli esercizi di ginnastica e acrobatica è importante:

  • Saper correre con l’asta senza modificare la tecnica di corsa
  • Saper saltare in lungo realizzando presentazione ed imbucata con rincorsa corta
  • Saper realizzare la presentazione e l’imbucata con 4-6-8 passi di rincorsa
  • Con l’assistenza dell’allenatore, saper realizzare una rincorsa di due, quattro o sei appoggi, imbucata, stacco ed oscillazione avanti-alto con atterraggio in posizione frontale a gambe unite e semipiegate. Aumentando la lunghezza della rincorsa aumenta la velocità d’uscita dallo stacco, aumenta l’inerzia necessaria all’oscillazione del corpo in verticale.multilateralità 6

 

[su_divider top=”no” divider_color=”#b8f976″]

Blocco lanci:

Fin dagli esercizi più semplici è opportuno ricordare che il movimento inizia sempre dai muscoli estensori degli arti inferiori, prosegue con i muscoli del tronco ed infine si conclude con i muscoli estensori degli arti superiori con gesti motori specifici di getto, lancio e tiro. Un altro aspetto comune a tutti i lanci, ma evidenziato anche nei salti è il ritmo in progressione della rincorsa, della traslocazione e della rotazione. La capacita di traslocazione e di rotazione è elemento da sviluppare e consolidare in ogni fase, in quanto suscettibile ad adattamenti e miglioramenti continui in funzione dello sviluppo delle abilità tecniche e delle modificate capacità condizionali.

multilateralità 7

Esercitazioni generali:

  • Pallone di 1 kg lanci da fermo frontali a due braccia sopra la testa (in piedi con arti divaricati sull’asse frontale e sagittale, in ginocchio, in ginocchio su un arto, seduti, supini..)
  • Pallone di 2-3-4 kg da fermo, spinte a due braccia dal petto in avanti-alto (piedi divaricati sull’asse frontale e sagittale) (in piedi, seduti, in ginocchio su un arto, in ginocchio su due arti)
  • da fermo, lanci dorsali, lanci frontali dal basso in avanti-alto
  • da fermo, lanci frontali dalla torsione a dx e sx in avanti-alto
  • salita sulla panca con un arto e lancio dal petto in avanti-alto
  • cadendo dalla panca, piegamento arti inferiori risalita e lancio dal petto in avanti-alto
  • da seduti sopra la panca, raddrizzamento arti inferiori e lancio dal petto in avanti-alto
  • con un passo (dx-sx o sx-dx) e lancio dal petto in avanti-alto
  • con un passo dx-sx, torsione del tronco a dx e lancio frontale dal petto in avanti alto (idem con un passo sx-dx , torsione a sx).

Lancio del giavellotto:

Palline, sassi, vortex (max 150gr.): lanci con un braccio propedeutici al lancio del giavellotto:

  • da fermo, arti divaricati frontali, braccio disteso dietro, arco del corpo e lancio
  • da fermo, arti divaricati sagittali, braccio disteso dietro, semipiegamento arto posteriore
  • spinta e puntello attivo anteriore, arco e lancio.
  • con un passo incrociato (sx-dx-sx) e lancio alto sopra la testa
  • braccio mantenuto in linea di lancio, rincorsa corta e lancio alto sopra la testamultilateralità 8

Lancio del disco:

Si tratta di realizzare un gesto semplice e corretto nella forma e nel ritmo

  • Spostarsi girando sull’asse (Concatenazione delle rotazioni)
  • Localizzare il reparto di rotazione, linea spalle / braccio,
  • Mantenere gli appoggi al suolo nella realizzazione del finale
  • Orientare l’attrezzo su una traiettoria di prestazione

Pianificare la meta, dominare le sensazioni esterocettive.

  • Lanciare in una direzione ad un bersaglio in una corsia
  • Esigere l’equilibrio
  • Percepire il fissaggio della gamba sinistra ed i successivi allineamenti
  • Giocare con lo spazio tempo S – DS utilizzando bastoni, clavette, palle con maniglia: lanci con un braccio propedeutici al lancio del disco

Lancio del peso:

Esercizi tecnici tecnica classica (lanciatore destro):

  • da fermo, lancio frontale: posizione frontale alla direzione di lancio, torsione del tronco e semipiegamento degli arti inferiori, lancio in avanti-alto.
  • da fermo: posizione laterale alla direzione del lancio, semipiegamento dell’arto posteriore in appoggio sull’ avampiede, torsione di 90° del tronco sull’asse “arto anteriore – spalla”, spinta arto posteriore ed anche frontali, prestiramento, apertura e chiusura dell’arto superiore libero e spinta finale del braccio lanciante.

[su_divider top=”no” divider_color=”#b8f976″]

Tappa della multilateralità intensiva (mirata) 15-17 anni

Contenuti ed obiettivi della preparazione i contenuti negli aspetti generali sono:

  • Contenuti a carattere multilaterale per il 50% della preparazione, completamento dello sviluppo qualitativo necessario attraverso gli elementi specifici della tecnica, (indirizzare sempre più le esercitazioni verso il gesto specifico)
  • scelta della disciplina sportiva, acquisizione di abilità tecnico-tattiche e incremento delle capacità condizionali.
  • Realizzare, tenendo conto del livello di preparazione acquisito un approfondito e continuo lavoro sulla/e tecniche
  • Prosecuzione, nello sviluppo delle capacità fisiche della rapidità e della forza veloce

Obiettivi da perseguire:                        

[su_divider top=”no” divider_color=”#b8f976″]

Blocco corsa – ostacoli,

  • Controllo della postura e l’allineamento di tutte le azioni
  • Controllo della frequenza e ampiezza del passo e capacità di modularlo
  • Saper effettuare la partenza dai blocchi in modo corretto ed efficace
  • Saper dominare la tecnica del passaggio dell’ostacolo (coordinazione) con l’utilizzo di esercizi speciali della tecnica e del ritmo della corsa tra gli ostacoli (la tecnica della corsa in funzione del ritmo tra gli ostacoli, più corti, più lunghi) E’ importante ricordare che la velocità è un fattore limitativo della tecnica, e che questa deve adattarsi per poter essere efficace ad ogni più piccola variazione della velocità.
  • Saper effettuare, modulare, la partenza dai blocchi in funzione della prove (corsa sul piano o con ostacoli, diversificazione del ritmo in funzione della distanza)

 

[su_divider top=”no” divider_color=”#b8f976″]

Blocco salti:

  • Dominare il ritmo progressivo e crescente della rincorsa senza ridurre la velocità e senza abbassare le anche
  • Realizzare una impostazione corretta della gamba di stacco sia per il salto in lungo che per il salto in alto (la differenza è nell’impostazione degli ultimi passo)
  • Saper effettuare un ritmo corretto della rincorsa e saper coordinare l’azione dei segmenti liberi durante il volo
  • Saper effettuare una corretta tecnica nell’atterraggio per il salto in lungo ed una caduta corretta per il salto in alto
  • Saper effettuare un salto (lungo) utilizzano ambedue le gambemultilateralità 10

 

Per il salto con l’asta oltre agli esercizi proposti è importante:

  • Saper trasportare l’asta durante la rincorsa
  • Saper effettuare una presentazione ed una imbucata corretta dell’asta con una rincorsa di 10-12 passi
  • Saper fare un salto con 8 passi di rincorsa oscillando ed infilando verticalmente senza girare, toccando con i piedi un elastico posto a 50-60 cm. Più alto dell’impugnatura.

 

La sensazione del collegamento rincorsa – salto ed avanzamento con l’asta in flessione dà al saltatore la sicurezza per la successiva fase acrobatica sull’asticella.

  • Salti completi con rincorse variabili in base al momento della preparazione, (adeguando il tipo di asta e l’altezza delle impugnature.multilateralità 11

 

[su_divider top=”no” divider_color=”#b8f976″]

Blocco lanci

Peso (velocità, altezza del rilascio,angolo di rilascio)

  • Dal lancio da fermo al lancio completo con partenza dorsale (classico o rotatorio)

 

Disco (Equilibrio, accelerazione, ritmo)

  • Lanci con ½ giro
  • Lanci con 1 giro partenza frontale
  • Lanci completimultilateralità 12

 

Giavellotto (accelerazione del corpo e dell’attrezzo, postura, rilassamento)

  • Lanci in movimento di passo o di corsa, passi incrociati mantenendo il braccio disteso e rilassato
  • Passi incrociati mantenendo l’attrezzo in linea, appoggio in anticipato del piede destro  ed appoggio in avanti del piede sinistro (posizione finale di lancio), lancio teso (anche a bersaglio).

Lanci con tre o cinque appoggi (di passo e di corsa):

  • Incrocio arto inferiore destro sull’arto inferiore  sinistro, spinta arto inferiore destro, appoggio piede sinistro (impulso), spinta dinamica radente ed appoggio anticipato del piede destro e del piede sinistro (posizione finale di lancio) e lancio in avanti.

 

Le fasi successive della preparazione dovranno prevedere uno sviluppo armonico dell’apparato neuro muscolare per innalzare il livello raggiunto e preparare il giovane ad una fase di specializzazione che porti verso una preparazione agonistica a carattere multilaterale (multidisciplinare) gareggiando sia in quelle che egli ritiene siano le sue specialità preferite, ma anche in quelle prove che a ragione sa di non padroneggiare perfettamente.

 

Alcuni riferimenti sono stati ripresi da un articolo di Giovanni Tucciarone apparso su Atletica Studi n°2 del 1994

 

A cura di Graziano Camellini

 

[su_divider text=”torna su” divider_color=”#b8f976″]

 

 

Filed Under: Uncategorized Tagged With: allenamento, allenamento giovanile, atletica leggera, corse, Dalla multilateralità alla multidisciplinarietà, discus, getto del peso, graziano camellini, hammer throw, high jump, il Coach, il coach better yourself, ilcoach, ilcoach_, ilcoach.net, javelin, jump, lanci, lancio del disco, lancio del martello, long jump, multidisciplinarietà, multilateralità, ostacoli, pole vault, run triple jump, salti, salto con l'asta, salto in alto, salto in lungo, salto triplo, scopo allenamento, shot put, sprint, tiro del giavellotto, training, velocità

NEWSLETTER

Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sui nostri contenuti. Non riceverai SPAM!
!
!

"Dichiaro di aver letto l'informativa sulla privacy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi dell’art. 13 D. Lgs. 30 giugno 2003, n. 196"

Terms and Conditions checkbox is required.
Iscriviti
Something went wrong. Please check your entries and try again.

Partners

AICS-2-e1503987781851
logo_slide-isci_ok
cropped-S-INFO-logo-instagram-1
beast
Lisport-1024x140

Copyright 2015-22 ILCOACH.NET A.S.D. |  Sede legale: Via San Lorenzo 6B (BS) - C.F. 03893880983 | P. I. : 03893880983 | Privacy Policy | Cookie Policy