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La guarigione tissutale

19 Giugno 2015 by Redazione

Dopo qualsiasi lesione o danno tissutale, il tessuto danneggiato comincia una tipica risposta fisiologica: l’infiammazione.

Le prime 24-72 ore della fase infiammatoria sono caratterizzate da rossore, gonfiore, calore, dolore e perdita funzionale.

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Il perchè dell’infiammazione

Lo scopo della risposta infiammatoria è quello di “buttar fuori/espellere il fuoco”, prevenendo così danni ai tessuti circostanti.

  • Il danno ai tessuti stimola il rilascio di mediatori chimici quali prostaglandine, istamine, tromboxani e bradichinine (mediatori dell’infiammazione) causando vasodilatazione e un incremento della permeabilità vascolare.
  • La vasodilatazione rallenta il flusso ematico favorendo il passaggio delle cellule sanguigne, specialmente i leucociti, verso le pareti arteriose dove, grazie ad un’aumentata permeabilità, potranno lasciare i vasi stessi per portarsi nella zona del tessuto danneggiato.
  • Viene a formarsi inoltre in questo modo un gradiente osmotico; l’acqua è quindi attratta per osmosi all’area colpita traducendo tutto quanto in edema.

Anche se la formazione di edema è un outcome (effetto) indesiderato, l’aumentata permeabilità capillare porta i leucociti (neutrofili, monociti e linfociti) e le piastrine nell’area affetta. I neutrofili sono il primo sottogruppo di globuli bianchi (leucociti) ad entrare nel tessuto traumatizzato o posto sotto eccessivo stress, seguiti subito dopo dai macrofagi (monociti convertiti in macrofagi):

la precoce rimozione di materiale di scarto cellulare/batteri attraverso la fagocitosi ha un effetto diretto sulla riparazione e rigenerazione tissutale.

Le piastrine, infine, prevengono ulteriore sanguinamento depositando un mesh di fibrina che va a formare grumi di sangue coagulato.

La risposta infiammatoria acuta vista dopo una lesione risulta perciò importantissima per il processo di guarigione.

L’utilizzo di FANS (Farmaci Anti-infiammatori Non Steroidei) in questa fase ha un effetto biomeccanico deleterio, tra cui una riduzione della capacità di carico e un incremento dell’ indice di rottura.

Ibuprofene e Paracetamolo sembrano essere le uniche due eccezioni dal momento che non si è notato alcun effetto negativo sulla forza tensile del tessuto in guarigione con l’assunzione di tali farmaci.

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Conclusioni

Concludendo, si può affermare che in fase acuta non è raccomandato l’uso di FANS; se tuttavia la situazione lo rende necessario (generalmente per eccessivo dolore) è consigliabile l’utilizzo di Ibuprofene o Paracetamolo.

La seconda fase del recupero dopo una lesione (dal quarto giorno in poi) comprende la formazione di tessuto cicatriziale: fase riparativa.

L’uso di farmaci anti-infiammatori durante questa fase è utile in quanto una prolungata risposta infiammatoria va a ritardare la guarigione.

E’ fondamentale in questo periodo applicare uno stress controllato al tessuto neoformato (vedi esempio tendinite rotulea)con l’obiettivo di promuovere l’allineamento delle fibre di tessuto collagene e minimizzare la formazione di aderenze.
Dal momento che le nuove fibre collagene sono piuttosto deboli, è importante non porre sotto eccessivo stress il tessuto per non distruggere la cicatrice tissutale  neo-formata (evitare sforzi intensi sulla parte in riparazione)

A cura di Matteo Pinelli

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Trattamento ginocchio del saltatore (parte 1)

7 Maggio 2015 by Redazione

Test di valutazione
Un test classico da adottare per valutare la presenza di tendinite rotulea è il “single-leg decline squat” (fig. 1), ovvero uno squat singolo eseguito su una pedana inclinata.
L’atleta si trova in stazione eretta sulla gamba sintomatica, su una pedana inclinata di 25 gradi; con il tronco eretto gli viene chiesto di eseguire uno squat mono-podalico (su una gamba sola) fino, possibilmente, a 90°.
Il test viene successivamente ripetuto sull’arto contro-laterale per confronto.
Per ogni gamba viene registrato il massimo angolo di flessione del ginocchio raggiunto, annotando su una scala VAS (0-10) il grado di dolore lamentato dal paziente.
Se la diagnosi è di tendinite rotulea il dolore dovrebbe essere confinato al tendine o alla giunzione osteo-tendinea senza che si irradi lungo la gamba.

Single leg decline squat

Fig. 1 – Single leg decline squat

 

Questo test diagnostico è anche un eccellente auto-valutazione volta a isolare e monitorare la risposta giornaliera del tendine al carico imposto dalla riabilitazione.

Clicca qui se vuoi maggiori info sulla tendinite rotulea.

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Trattamento

Inizialmente lo scopo del trattamento fisioterapico è la riduzione del dolore, seguito da un programma progressivo di esercizi contro resistenza per far fronte al deficit di forza, esercizi di potenza pliometrica (ciclo eccentrica-concentrica), e infine un ritorno funzionale all’allenamento specifico per specialità.
Il dolore giornaliero va monitorato usando il “single-decline-squat” il quale fornisce le migliori informazioni circa la risposta tendinea al carico: miglioramenti consistenti indicano che il tendine sta reagendo in maniera ottimale al carico imposto.

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Fase acuta: scopo principale del trattamento è la riduzione del dolore.

Per prima cosa occorre rivedere la gestione dei carichi di allenamento; è importante allo stesso tempo evitare una completa interruzione delle attività gravanti sul tendine in quanto ciò comporterebbe ulteriori riduzioni nelle capacità tensili dello stesso.

  • Gestione dei carichi: rimuovere esercizi ad alto carico, ridurre la frequenza degli allenamenti (due volte alla settimana è tollerabile per la maggior parte dei tendini) e il loro volume (ridurre la quantità singola di allenamento) sono gli aggiustamenti necessari per ridurre il carico sul tendine evitando tuttavia il completo riposo.
  • Contrazioni isometriche del quadricipite: hanno un effetto analgesico sul tendine.
    Le contrazioni vanno eseguite al 70% del massimale, tenute per 45-60 secondi e ripetute 4 volte: questa è la strategia migliore in questa fase per raggiungere un effetto  ipoalgesico sul tendine.
    Queste esercitazioni possono essere svolte prima dell’allenamento, così come può essere effettuato diverse volte al giorno.
    Se il tendine è altamente irritabile sono raccomandati esercizi bilaterali (il carico viene diviso su entrambi gli arti inferiori).
  • Massaggio Trasverso Profondo (MTP) di Cyriax: è una tecnica fisioterapica spesso utilizzata per ridurre le cicatrici (i cross-link) formate dall’infiammazione.
    Tale manovra va a stimolare il flusso ematico facilitando la guarigione tendinea grazie all’incremento della quantità di ossigeno trasportato all’area lesa.

    Massaggio trasverso profondo

    Massaggio trasverso profondo di Cyriax

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Esercizi isometrici

Contrazione isometrica del bicipite femorale Figura 1:
Eseguire una contrazione isometrica del quadricipite al 70% del massimale per 45-60 secondi.
Ripetere 4 volte.

 

Plank

Fig. 2 – Plank

Figura 2:
Tale esercizio può essere abbinato ad un  ottimo lavoro posturale. contrazione isometrica del quadricipite viene richiesta.
In questo caso oltre alla  una contrazione della muscolatura glutea e un corretto  allineamento corporeo.

 

Contrazione isometrica del quadricipite con banda elastica Figura 3:
Eseguire una contrazione isometrica del quadricipite al 70% del massimale per 45-60 secondi.
Ripetere 4 volte.La resistenza della banda elastica  deve essere uguale e contraria alla forza impressa dal  quadricipite

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Regole: 

 Il dolore durante le attività e gli esercizi non dovrebbe superare la soglia del “minimo dolore (4/10)”, che dovrebbe poi sparire nelle 24 ore successive.

Una regolare registrazione del dolore aiuta a guidare e progredire gli  esercizi riabilitativi. Questo registro deve essere mantenuto anche durante il ritorno all’attività sportiva.

Il miglior modo per monitorare il dolore è il “single-leg decline squat” valutandone i sintomi determinando così la risposta al trattamento.

 

Articolo a cura di Matteo Pinelli

 

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