Dopo qualsiasi lesione o danno tissutale, il tessuto danneggiato comincia una tipica risposta fisiologica: l’infiammazione.
Le prime 24-72 ore della fase infiammatoria sono caratterizzate da rossore, gonfiore, calore, dolore e perdita funzionale.
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Il perchè dell’infiammazione
Lo scopo della risposta infiammatoria è quello di “buttar fuori/espellere il fuoco”, prevenendo così danni ai tessuti circostanti.
- Il danno ai tessuti stimola il rilascio di mediatori chimici quali prostaglandine, istamine, tromboxani e bradichinine (mediatori dell’infiammazione) causando vasodilatazione e un incremento della permeabilità vascolare.
- La vasodilatazione rallenta il flusso ematico favorendo il passaggio delle cellule sanguigne, specialmente i leucociti, verso le pareti arteriose dove, grazie ad un’aumentata permeabilità, potranno lasciare i vasi stessi per portarsi nella zona del tessuto danneggiato.
- Viene a formarsi inoltre in questo modo un gradiente osmotico; l’acqua è quindi attratta per osmosi all’area colpita traducendo tutto quanto in edema.
Anche se la formazione di edema è un outcome (effetto) indesiderato, l’aumentata permeabilità capillare porta i leucociti (neutrofili, monociti e linfociti) e le piastrine nell’area affetta. I neutrofili sono il primo sottogruppo di globuli bianchi (leucociti) ad entrare nel tessuto traumatizzato o posto sotto eccessivo stress, seguiti subito dopo dai macrofagi (monociti convertiti in macrofagi):
la precoce rimozione di materiale di scarto cellulare/batteri attraverso la fagocitosi ha un effetto diretto sulla riparazione e rigenerazione tissutale.
Le piastrine, infine, prevengono ulteriore sanguinamento depositando un mesh di fibrina che va a formare grumi di sangue coagulato.
La risposta infiammatoria acuta vista dopo una lesione risulta perciò importantissima per il processo di guarigione.
L’utilizzo di FANS (Farmaci Anti-infiammatori Non Steroidei) in questa fase ha un effetto biomeccanico deleterio, tra cui una riduzione della capacità di carico e un incremento dell’ indice di rottura.
Ibuprofene e Paracetamolo sembrano essere le uniche due eccezioni dal momento che non si è notato alcun effetto negativo sulla forza tensile del tessuto in guarigione con l’assunzione di tali farmaci.
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Conclusioni
Concludendo, si può affermare che in fase acuta non è raccomandato l’uso di FANS; se tuttavia la situazione lo rende necessario (generalmente per eccessivo dolore) è consigliabile l’utilizzo di Ibuprofene o Paracetamolo.
La seconda fase del recupero dopo una lesione (dal quarto giorno in poi) comprende la formazione di tessuto cicatriziale: fase riparativa.
L’uso di farmaci anti-infiammatori durante questa fase è utile in quanto una prolungata risposta infiammatoria va a ritardare la guarigione.
E’ fondamentale in questo periodo applicare uno stress controllato al tessuto neoformato (vedi esempio tendinite rotulea)con l’obiettivo di promuovere l’allineamento delle fibre di tessuto collagene e minimizzare la formazione di aderenze.
Dal momento che le nuove fibre collagene sono piuttosto deboli, è importante non porre sotto eccessivo stress il tessuto per non distruggere la cicatrice tissutale neo-formata (evitare sforzi intensi sulla parte in riparazione)
A cura di Matteo Pinelli
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