ilCoach

Il miglior portale italiano sull'atletica leggera

Menu
  • Chi siamo
    • ilCoach.net A.S.D.
      • Tesseramento stagione 2020/21
      • Tesseramento stagione 2019/20
      • Il nostro team
    • Close
  • Allenamento
    • Le basi dell’allenamento
    • Allenamento giovanile
    • Allenare la forza
    • Tecnologia
    • Trattamento e prevenzione infortuni
    • Vincere con la mente
    • Close
  • Atletica leggera, cos’è?
    • SPRINT
    • OSTACOLI
    • SALTI
    • MEZZOFONDO
    • FONDO
    • LANCI
    • PROVE MULTIPLE
    • Close
  • Corsi di formazione
    • ilCoach SMART TALK
    • Corsi dal vivo
      • Peak Performance. Periodizzazione dell’allenamento in atletica leggera
      • Close
    • Close
  • Interviste
  • Recensioni
  • Contattaci

Come distruggere il futuro atletico del tuo bimbo in tre facili mosse.

30 Maggio 2016 by Redazione

come-distruggere-il-futuro-atletico-dei-vostri-bambini
andrea_dell'angelo_ilcoach

Andrea Dell'Angelo

Presidente
Fondatore del sito ilCoach.net, allenatore di atletica leggera e dal 2017 tra i fondatori della nostra associazione.

Molto spesso noi tecnici ci troviamo a criticare i genitori dei nostri piccoli (e meno piccoli) atleti.

Qualcuno, di fronte all'invadenza di alcuni, arriva persino a dire con cinismo e cattiveria esagerate, che i migliori atleti da allenare sarebbero gli orfani...

La verità è che quasi sempre la famiglia riveste un ruolo molto importante nella crescita  sportiva dei "nostri" ragazzi.

Un “lavoro” di squadra condiviso fra tecnico, atleta, società e famiglia, aiuta moltissimo nel processo educativo e di evoluzione degli atleti con cui lavoriamo.

Tecnici e società solitamente  hanno un'esperienza maggiore e conoscono bene situazioni che un genitore vive con il proprio figlio magari per la prima volta e, spesso, come è logico che sia, con un grande coinvolgimento emotivo.

Sarebbe molto importante instaurare sempre un dialogo ed un rapporto di collaborazione per far comprendere certe cose a papà e mamme la grande maggioranza delle volte in buonissima fede.

Di seguito pubblichiamo una libera traduzione di un articolo di Matt Russ, pubblicato in inglese  al seguente indirizzo:

HOW TO DESTROY YOUR CHILD'S ATHLETIC FUTURE IN 3 EASY STEPS

Si rivolge direttamente ai genitori dei giovani atleti (bimbi), focalizzandosi principalmente su quelli che nutrono grandi speranze nel destino sportivo dei propri figli.

 

Come distruggere il futuro atletico del tuo bimbo in tre facili mosse.

In oltre 2 decadi di attività da allenatore ho avuto il piacere di vedere alcuni dei miei giovani atleti completare il proprio percorso evolutivo fino al livello professionistico.

Nel frattempo ho sviluppato una specie di visione generale su quello che occorre per andare dal punto A (l'attività promozionale ndt) fino ad un  punto B davvero distante (il professionismo).

Ho lavorato con alcuni genitori meravigliosi che hanno contribuito in grande parte nel successo dei propri figli.

Ma sfortunatamente sono stato testimone del sabotaggio perpetrato da molti genitori, talvolta inconsapevolmente e spesso con le migliori intenzioni, ai danni del futuro atletico dei propri ragazzi.

Se questi avessero fatto attenzione a poche semplici regole, o avessero esaminato alcuni dei motivi che li animavano, non solo avrebbero fatto del proprio bambino un migliore atleta, ma ne avrebbero fatto migliori agonisti, ragazzi più felici e con maggior benessere.

Se riconoscete di essere (dei genitori ndt) entusiasti del fatto che vostro figlio possa avere una carriera nel mondo dell'atletica, vi invito a farvi un obbiettivo esame di coscienza.

E se vi accorgete che state facendo una delle tre cose che vi dirò di seguito, vi posso garantire che vostro figlio non arriverà dove credete possa arrivare.

State riponendo sul vostro bimbo quelle che sono le VOSTRE ambizioni.

Trovo interessante come molti degli atleti più realizzati che io abbia conosciuto non siano, nel momento in cui arrivano all'atletica, (i genitori) ossessivi che ci si potrebbe aspettare.

Infatti questi tendono ad avere un atteggiamento del tipo "leisez faire" verso l'attività atletica dei figli. La mia opinione è che questi genitori abbiano una più alta comprensione di cosa sia il processo di sviluppo sportivo.

Porre le fondamenta, acquisire una serie di abilità e prendere dimestichezza gradualmente con i tranelli della competizione, sono considerati da questi genitori più importanti che riconoscimenti ed encomi.

Questi hanno grande famigliarità con la lunga strada e la mole dei sacrifici che sono richiesti per arrivare in alto nello sport, e anche con la casualità necessaria per riuscirci. 

Tendono ad essere più rispettosi degli allenatori e pazienti in rapporto al processo di formazione. In breve, questi hanno raggiunto una prospettiva più ampia, che molti di noi non possiedono. 


I genitori che non hanno esperienze agonistiche semplicemente non hanno mai sviluppato la serie di abilità psichiche che sono richieste ad un atleta. 

È possibile che questi stiano sperimentando l'agonismo in atletica per la prima volta attraverso il prisma del proprio ragazzo; cosa che può costituire un pendio molto scivoloso.

Altri invece credono che i propri figli rappresentino una “seconda chance” per correggere gli errori di un proprio passato atletico non così illustre come avrebbe dovuto essere. 

Ad ogni modo la cosa più importante da capire, è che i ragazzi pre adolescenti seguono tre motivazioni principali per fare sport: divertirsi, socializzare, e compiacere i propri genitori. 

Troppi bambini finiscono per fare semplicemente l'ultima cosa, e questo spesso non funziona troppo a lungo.

Questi ultimi ragazzi raramente durano nello sport fino a raggiungere l'alto livello e molto spesso finiscono per lasciare la propria disciplina, dopo anni di sviluppo, perchè questo è un bel modo di ribellarsi ai propri genitori.

A fine gara, sento spesso che le prime parole di questo tipo di genitori sono valutazioni o di critiche riguardo alla competizione quando dovrebbero semplicemente essere: “ti sei divertito?”

Superspecializzazione prematura

Una volta mi sono consultato con un papà ansioso riguardo l'allenamento della figlia infortunata.
Il dottore aveva raccomandato 3 settimane di riposo per permettere la guarigione dall'infortunio, ma questo papà era del parere che fosse una cautela eccessiva e che la figlia avrebbe perso troppo terreno a causa di questo stop.

All'epoca la bambina aveva 9 anni.

Chiaramente il papà avrà avuto in mente i suoi progetti e non l'interesse della figlia.

Dubitai fortemente che sarebbe arrivata a fare sport oltre i 12 anni.

C'è stato uno sbalorditivo incremento di infortuni di tipo ortopedico tra i ragazzi nell'ultimo decennio.

Questo corrisponde all'incremento di specializzazione prematura in un singolo sport.

I bambini sono allenati troppo duramente, troppo spesso, troppo ripetitivamente e troppo spesso senza una corretta preparazione dei presupposti fondamentali. 

I programmi di allenamento e di addestramento sportivo si sono concentrati su questo, spesso ignorando le linee guida ortopediche, preferendo invece compiacere i genitori mostrando ai genitori risultati immediati.

I bambini non presentano una base  stabile su cui caricare un alto volume di lavoro, specialmente durante le fasi della crescita.

Infortuni alle placche epifisarie in accrescimento, ai dischi vertebrali, lacerazioni del menisco, sollecitazioni tendineo-legamentose, possono lasciare nei ragazzi danni permanenti. 

Il corpo umano non è fatto per ripetere  movimenti specifici uno sopra l'altro, specialmente da piccoli.

Siamo fatti per fare movimenti su diversi piani che è una cosa più affine “all'esci e vai a giocare” che non all'allenamento.

Se davvero vuoi far sviluppare un atleta sin dalla giovane età devi fare proprio questo: farli sviluppare (inteso come non specializzare ndt).

Si devono sviluppare una serie di abilità e la coordinazione generale, la forza e l'agilità che sono appropriate per l'età.

Un buon allenatore/ genitore dovrebbe tenere in considerazione le tappe dello sviluppo e calibrare in accordo a queste i carichi di lavoro, monitorando pause e recuperi insegnando ed imponendo una corretta alimentazione e sviluppando le capacità mentali.

Ancora oggi queste importanti aree di opportunità vengono spesso trascurate.

La linea di demarcazione è costituita dal fatto che, se il vostro ragazzo si fa male sistematicamente o se anche i suoi compagni di squadra stanno accusando una serie di infortuni da carico iterativo, significa che il sistema di preparazione ed allenamento sta fallendo e non importa quanto bene stiano andando i migliori “atleti” (di questi allenatori).

LEGGI ANCHE: MULTILATERALITA' O SPECIALIZZAZIONE

Focalizzarsi su un singolo sport.

È in qualche modo logico aspettarsi che più un atleta passa del tempo allenandosi per un dato sport, più l'atleta migliori nel tempo.

E non c'è dubbio che occasionalmente salti fuori un Tiger Woods.

Ma più spesso questa mentalità si lascia indietro moltitudini di giovani che si perdono per la strada.

Far crescere un atleta è come aprire una porta.

Occorre avere proprio la chiave giusta, quella che fa muovere tutti i perni della serratura, per aprire la porta.

L'allenamento è solo uno dei perni, non è la chiave. 

Come ho già detto, un bambino non si auto realizza in uno sport fino a che non è adolescente.

Al fine di capire quello in cui sono bravi davvero, che gli piace davvero, e quello in cui vogliono (provare n.d.t.) ad avere successo devono provare un numero di cose. 

Questa cosa è buona, è salutare e li protegge dal burning out in uno sport solo.

Ma troppi genitori intravedono un po' di talento o attitudine e vogliono chiamare questa cosa “sport”.

Partecipare in più discipline o attività potrebbe anche aiutare a prevenire gli infortuni legati alla super-specializzazione.

Dovreste chiedere ai vostri bambini se vogliono provare sport diversi , o anche sollecitarli gentilmente a fare in questo modo.

Nel tempo potranno poi stringere il campo.

Divertirsi nelle trasferte con la squadra di calcio da giovani potrebbe far capire ai vostri figli che sono più dotati (e più appassionati) per il baseball.

Se vostro figlio (o figlia n.d.t.) ha meno di 12 anni e vi riscoprite a bordo campo con le parole “campione”, “borsa di studio” e “fenomeno” che vi girano in testa probabilmente avete bisogno di ri-settare la vostra prospettiva.

Una delle lezioni più difficili che dovrete imparare è che ci sarà un momento in cui saranno loro a decidere se continuare o meno in uno sport.

E non ci sarà nulla che possiate fare  per farli continuare a gareggiare se semplicemente non ne avranno il desiderio o la voglia.

E' un semplice dato di fatto che le ore in macchina, le migliaia di dollari spese per la loro formazione tecnica e gli anni trascorsi assistendo a gare ed allenamenti, statisticamente molto spesso non portano da nessuna parte.

I valori imparati e conquistati su un campo di atletica varranno più di qualsiasi altro premio; valori quali sportività, l'onore, l'integrità, lo stare bene, il lavoro duro ed il lavoro di squadra.

La relazione che instaurerete attraverso le gare dei vostri figli avrà una grande importanza nel loro futuro.

Le decisioni che prenderete come genitori avranno un effetto enorme non  solo nello sviluppo atletico di vostro figlio, ma anche riguardo alla sua salute, al suo benessere ed alla sua etica.

Scegliete saggiamente.

Andrea Uberti - cofondatore de IlCoach

Andrea Uberti

Combined Events Coach | ilCoach.net ASD Vice President

Tesseramento ilCoach.net ASD

aics tessera

Scopri come tesserarti alla nostra associazione!

Scopri di più!

Aiutaci a diffondere i nostri contenuti. Condividi sul tuo social preferito cliccando sulle icone sotto!

Questi li hai già letti?

09 Agosto 2018
Balle Spaziali: il falso mito del vantaggio della programmazione a lungo termine
18 Maggio 2016
Fase della specializzazione: 15-19 anni
07 Ottobre 2015
Allenamento giovanile: le tappe dello sviluppo fisico
25 Settembre 2015
Cadetti/e: avviamento al salto in alto
03 Agosto 2015
Maurizio Cito: l'allenamento di Yohanes Chiappinelli da Cadetto
09 Luglio 2015
Dalla multilateralità alla multidisciplinarietà
11 Giugno 2015
Avviamento salto in alto nelle categorie esordienti e ragazzi
26 Maggio 2015
GLI OSTACOLI DA ESORDIENTI
04 Maggio 2015
Allenamento giovanile, multilateralità o specializzazione?

Filed Under: Allenamento giovanile, Allenatori, News, News, Psicologia Tagged With: allenamento, allenamento giovanile, allenare bambini, allenatori, allenatori giovanili, bambini, Bimbi rotti, cadetti, Child, esordienti, genitori, giovani, Matt Russ, ragazzi

Allenamento giovanile, multilateralità o specializzazione?

4 Maggio 2015 by Redazione

Tra gli allenatori c’è molto interesse a scoprire quale allenamento è stato svolto dal grande campione, ai corsi ed ai convegni non si vede l’ora di scoprire quante ripetute sono state fatte, quanti kg sono stati sollevati, la distribuzione dei vari mezzi nel corso dell’anno e quante gare sono state fatte per arrivare alla prestazione sportiva.

Molto spesso però ci si sofferma troppo sul breve periodo, su programmi di allenamento di 5-8 mesi, e può capitare che il tecnico inesperto sia tentato di applicare i concetti e le metodologie dell’atleta evoluto agli atleti che sta seguendo.

Premettendo che anche io ho iniziato la mia formazione da allenatore attraverso questa strada, la domanda che vaga sempre nella mia mente è “ma prima cosa ha fatto questo atleta?”

Qual è l’influenza dell’allenamento precedente, soprattutto in età giovanile, rispetto agli ultimi e pochi mesi che hanno portato al grande risultato?

Statisticamente, in atletica, le massime prestazioni avvengono tra i 19 ed i 26 anni, a seconda della disciplina praticata e per raggiungere questo picco sono necessari almeno 10-12 anni di allenamento continuativo.

In pratica i migliori atleti sono quelli che hanno iniziato a fare attività sportiva precocemente, tra i 5 ed i 6 anni.

Questo non vuol dire che il bambino di 6 anni deve iniziare a fare un'attività sportiva specifica (es. atletica), ma a questa età deve svolgere un'attività generale il cui scopo è quello di permettere il suo accrescimento psicofisico.

Ma come vanno allenati i giovani per permettere il massimo rendimento fisico in età adulta?

Sicuramente uno dei più grossi errori, che può avvenire tra i giovani tecnici, è quello di adattare, in termini di volume e di intensità, gli allenamenti gli allenamenti dei campioni ai più giovani.

In questo primo articolo sull'allenamento giovanile inizieremo a trattare le linee metodologiche da seguire per allenare i giovani, mettendo a confronto due metodi di allenamento con i giovani:

  • approccio multilaterale;
  • approccio della specializzazione precoce.

Allenamento giovanile, multilateralità o specializzazione?

Il giovane atleta

“Il bambino non è un adulto in miniatura e la sua mentalità non è solo quantitativamente, ma anche qualitativamente, differente da quella degli adulti, per cui il bambino non soltanto è più piccolo, ma anche diverso” Claparède 1937

Il concetto principale dell’allenamento giovanile è che bambini ed adolescenti non sono piccoli adulti e di conseguenza il loro allenamento non può essere “l’allenamento degli adulti ridotto o adattato".

A differenza degli adulti i giovani sono ancora in una fase di crescita, con cambiamenti fisici, psichici e psicosociali che vanno tenuti presente nella costruzione del loro percorso di allenamento; il processo di allenamento in queste fasi deve sostenere ed accompagnare questo accrescimento psicofisico del giovane attraverso esercitazioni che migliorino:

  • L’efficienza fisica;
  • Le abilità motorie;
  • Le capacità condizionali e coordinative;
  • La personalità.

Solamente rispettando le leggi che regolano l’accrescimento fisiologico e psicologica è possibile garantire al giovane una sana attività fisica ed al futuro atleta il risultato sportivo.

Troppo spesso, i programmi sportivi dei bambini imitano, ridotti nelle quantità, quelli di famosi atleti d’élite che, attraverso i loro successi nazionali ed internazionali, sono diventati famosi tra i giovani atleti ed i loro allenatori. Tali programmi vengono spesso “copiati”, quasi nel dettaglio, senza valutare quali siano i reali bisogni dei giovani.

I seguaci di tali programmi spesso affermano che “se il programma ha funzionato per Usain Bolt, o Stefano Baldini, allora dovrebbe funzionare anche per i miei ragazzini”.

Tutto questo è sbagliato perchè il bambino e l’adolescente non vanno considerati come atleti adulti, ma come individui che stanno affrontando una serie di cambiamenti psicofisici che vanno tenuti in considerazione nella costruzione del piano di allenamento.

Specializzazione precoce: come "bruciare" l'atleta

Se si volessero ottenere risultati rapidi con i giovani, e molte discipline sportive ne sono l’esempio (ginnastica artistica), la strada da affrontare è quella di eseguire esercitazioni specifiche per lo sport praticato fin dalla tenera età.

Molti fisiologi hanno sottolineato il concetto che per produrre risultati più veloci un programma di formazione dovrebbe seguire questi principi:

  • Sviluppare il sistema energetico dominante per quel determinato sport.
    Per esempio, un velocista dovrebbe fare solo sprint, e un atleta di lunga distanza dovrebbe allenare solo la resistenza.
  • Sviluppare capacità motorie specifiche: i tecnici dovrebbero selezionare gli esercizi che imitano il modello tecnico dello sport praticato e che coinvolgono solo i gruppi muscolari utilizzati in quella disciplina.

Questi concetti possono essere veri per gli atleti adulti con alle spalle la giusta preparazione pluriennale, ma questo non significa che debbano essere applicati anche agli atleti più giovani, i quali non hanno ancora completato lo sviluppo scheletrico, energetico, e psichico.

Applicare questo approccio all’attività sportiva dei giovani significa avere come unico scopo della formazione il raggiungimento di risultati rapidi, indipendentemente da ciò che può accadere nel futuro del ragazzo.

Linee guida per la programmazione della specializzazione in atletica

Specialità Età di inizio dell’atletica (inizio specializzazione sportiva) Età di inizio della specializzazione (approccio alla specialità) Età dell’alta prestazione
Sprint 10-12 14-16 22-26
Mezzofondo 13-14 16-17 22-26
Fondo 14-16 17-19 25-28
Salti 12-14 16-19 22-16
Lanci 14-15 17-19 23-27
Adattamento da “Total Training For Young Champions” da Phd Tudor O. Bompa

La corsa al risultato veloce

Nel tentativo di raggiungere velocemente i risultati, gli allenatori espongono i bambini ad un allenamento altamente specifico ed intensivo senza prima aver pensato a costruire le giuste basi per poterlo fare.

Questo è come cercare di costruire un grattacielo su delle fondamenta non solide: tale errore di costruzione comporterà il crollo dell'edificio.

Allo stesso modo, incoraggiando gli atleti a concentrarsi in uno sport specifico prima che siano pronti fisicamente e psicologicamente, spesso può portare a problemi:

  • Sviluppo unilaterale e specifico della muscolatura e degli organi;
  • Disturbo nello sviluppo fisico e biologico armonioso ed equilibrato, sono i requisiti per ottenere l’efficienza fisica, le prestazioni atletiche durature, ed il benessere psicofisico.
  • Nel lungo termine, si può arrivare al sovrallenamento, ad infortuni e problemi fisici ripetuti.
  • Si possono creare impatti negativi sulla salute psichica dei bambini coinvolti, a causa degli alti livelli di stress che questo tipo di allenamento crea.
  • Può interferire il bisogno dei giovani bambini di sviluppare relazioni sociali, come ad esempio la difficoltà a farsi amici al di fuori dello sport praticato, a causa delle molte ore di attività di allenamento intensivo;
  • Perdita di motivazione dei bambini, in quanto il programma troppo stressante, noioso e privo di divertimento, può portare spesso i giovani atleti ad abbandonare lo sport prima di aver ottenuto la piena maturazione fisiologica e psicologica, con la conseguenza della perdita di numerosi possibili talenti.

E' questo che vogliamo dare ai nostri giovani atleti?

Sviluppo multilaterale e programmazione a lungo termine

A convegni e corsi di aggiornamento si sente molto spesso parlare di “multilateralità”, ma poi sui campi e nelle palestre è molto raro vedere questo applicato realmente.

Per i bambini è importante sviluppare di una serie di competenze fondamentali per farli crescere e diventare buoni atleti da un punto di vista generale, prima di iniziare la preparazione per uno sport specifico.

Questo si chiama sviluppo multilaterale, ed è uno dei principi più importanti dell’allenamento giovanile.

Approccio ideale alla programmazione a lungo termine

Approccio ideale alla programmazione a lungo termine

Lo scopo dello sviluppo multilaterale è quello di migliorare l'adattamento generale.

I bambini ed i giovani che sviluppano una varietà di competenze e abilità motorie hanno più probabilità di adattarsi agli esigenti carichi di allenamento, senza avvertire tensioni associate alla specializzazione precoce.

Ad esempio, i giovani atleti che si specializzano precocemente nel mezzofondo possono essere in grado di sviluppare velocemente le loro capacità aerobiche, ma risultano più suscettibili di lesioni da sovrallenamento.

Gli atleti che sono in grado di nuotare, andare in bicicletta, e in esecuzione possono esercitare i loro sistemi cardiorespiratori in una varietà di modi e di ridurre in modo significativo il rischio di lesioni.

Come pianificare un allenamento multilaterale a lungo termine?

  • Programmazione dell'allenamento in base alle fasi di crescita psicofisica e alle "tappe sensibili" per l'apprendimento motorio;
  • Sviluppo di tutte le capacità coordinative e condizionali in maniera generale;
  • Costruizione fisica generale del giovane, senza interferire col processo di crescita, ma supportandone lo sviluppo;
  • Insegnamento di sport diversi (sport di squadra, ginnastica, nuoto etc) per permettere uno sviluppo globale ed una crescita armonica;
  • Non obbligare il giovane a "specializzarsi" in uno sport o in una disciplina atletica specifica;
  • Non ricercare il risultato a tutti i costi: il giovane, graze alla spinta della sua crescita migliorerà anche con un allenamento generale;
  • Tra i giovani non premiare il bel risultato, non esaltare il bambino che ha qualità migliori e che spesso vince, ma premiare la voglia di fare, di impegnarsi e di divertirsi;
  • Programmare una progressione dei volumi e delle intensità durante l'anno di allenamento e a lungo termine, per permettere continui stimoli allenanti ai giovani.

Ricordarsi che "allenamento multilaterale e generale" non vogliono dire far lavorare poco il giovane, anzi l'allenamento per creare adattamenti deve prevedere stimoli gradualmente e progressivamente crescenti: non aver paura di far stancare il bambino!!!

Sviluppo multilaterale VS. specializzazione precoce

  Confronto tra specializzazione precoce e sviluppo multilaterale

Specializzazione precoce Programma multilaterale
Miglioramento rapido delle prestazioni (sul breve periodo). Miglioramento lento e graduale delle prestazioni
Migliori risultati conseguiti a 15-16 anni a causa della mancanza di abilità di base Le migliori prestazioni avvengono intorno ai 18 anni, l'età della maturazione fisiologica e psicologica.
Incoerenza delle prestazioni nelle competizioni. Coerenza delle prestazioni nelle competizioni.
Prima dei 18 anni molti atleti sono stati “bruciati” e hanno smesso l’attività sportiva. Vita/carriera atletica più lunga.
Rischio maggiore di infortuni a causa di un adattamento forzato e “non fisiologico” Minor incidenza di infortuni e lesioni.

Bibliografia:

"L'Allenamento ottimale" di Jurgen Weineck, Calzetti & Mariucci Editore

"Total Training for Young Champions. Proven conditioning programs for athletes ages 6 to 18" di PhD. Tudor O. Bompa, Human Kinetics

Aiutaci a diffondere i nostri contenuti. Condividi sul tuo social preferito cliccando sulle icone sotto!

atleti in partenza per il salto con l'asta
11 Ottobre 2017
UDIP Asta, l’unità didattica ad insegnamento progressivo
18 Maggio 2016
Fase della specializzazione: 15-19 anni
06 Maggio 2016
Fase dello sviluppo atletico: 11-14 anni
17 Novembre 2015
6-10 anni: fase di introduzione all'attività sportiva.
04 Maggio 2015
Allenamento giovanile, multilateralità o specializzazione?

Andrea Dell'Angelo

Psicologa dello sport
Martina è Psicologa Clinica e dello Sport, iscritta alla sezione A dell’Albo Professionale degli Psicologi della Lombardia, laureata nel 2012 a pieni voti all’Università di Milano Bicocca in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia, Ex Velocista con la maglia della Bracco Atletica, società per la quale ora allena il settore giovanile.
Libro atletica leggera ilCoach

Libro gratuito sull'atletica leggera

Clicca qui sotto per scaricare l'ebook gratuito!

Scarica l'E-book gratuito

Scopri come tesserarti a ilCoach.net ASD

Scopri quali vantaggi puoi ottenere a tesserarti per la nostra associazione sportiva!

Scopri i vantaggi!
sconto beast ilcoach

Enter description text here.

Click Here

Offerta per tutti i nostri tesserati!

Filed Under: Allenamento giovanile, Basi dell'allenamento, News, News, Uncategorized Tagged With: allenamento, allenamento adolescenti, allenamento bambini, allenamento e, allenamento generale, allenamento giovanile, allenamento multilaterale, allenamento specifico, allenare crescita, allenare giovani, allenare i bambini, allenatori giovanili, bruciare l'atleta, costruzione generale, crescita psicofisica, età evolutiva, fase di crescita, giovane atleta, giovani atleti, giovani e allenamento, il coach better yourself, il_Coach, ilcoach, intensità allenamento, quantità allenamento, ricerca risultato veloce, specializzazione precoce, sviluppo mulitlaterale, tappe crescita, train young, vincere da giovani, volumi allenamento, young training

NEWSLETTER

Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sui nostri contenuti. Non riceverai SPAM!
!
!

"Dichiaro di aver letto l'informativa sulla privacy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi dell’art. 13 D. Lgs. 30 giugno 2003, n. 196"

Terms and Conditions checkbox is required.
Iscriviti
Something went wrong. Please check your entries and try again.

Partners

AICS-2-e1503987781851
logo_slide-isci_ok
cropped-S-INFO-logo-instagram-1
beast
Lisport-1024x140

Copyright 2015-20 ILCOACH.NET A.S.D. |  Sede legale: Via San Lorenzo 6B (BS) - C.F. 03893880983 | P. I. : 03893880983 | Privacy Policy | Cookie Policy