
La performance in un perfetto connubio tecnico atleta
Pochi sono i tecnici che, nella pianificazione di un allenamento, tengono in considerazione le diverse caratteristiche fisiologiche tra atleta maschio e femmina, riducendo il tutto ad una programmazione standardizzata.
Molte sono le ricerche le quali hanno affrontato l’argomento attraverso studi sul training femminile.
Da tali ricerche è emerso che la donna, in allenamento, vive situazioni notevolmente diverse dai maschi, sia da un punto di vista biologico che psicologico.
Considerando che in un pianificazione, mirato al raggiungimento di una performance di alto livello, nulla deve essere lasciato al caso, perchè non prestare attenzione ad alcune variabili fisiologiche che giorno dopo giorno le donne si trovano ad affrontare?
Se solo l’1 % del risultato finale fosse intaccato da superficialità non sarebbe da considerare un fallimento?
L’allenatore in primis si dovrà cimentare nello studio, dei principali aspetti fisiologici e ormonali, del ciclo mestruale, e poi stabilire un rapporto di fiducia e rispetto con l’atleta, basato inizialmente solo sull’ascolto e l’osservazione, soprattutto con giovani atlete, e poi, man mano che il rapporto diverrà più solido, anche di confronto e dialogo.
Da qui si potrà iniziare un monitoraggio alla ricerca dei punti deboli e di forza dell’atleta.
Aspetti fisiologici del ciclo mestruale
In questo articolo vi presento alcune considerazioni che vogliono favorire in chi legge qualche riflessione.
Per una trattazione più dettagliata sull'argomento vi consiglio un buon testo di fisiologia tipo questo:
Oligomenorrea e Amenorrea
Atlete praticanti sport d’endurance spesso incorrono in oligomenorrea o ancor peggio amenorrea.
L’amenorrea si manifesta quando la massa magra è inferiore al 20%.
Atlete con amenorrea presentano una densità ossea 20 volte inferiore ad atlete con cicli regolari.
Una prolungata amenorrea può causare, nella giovane donna, le stesse conseguenze della menopausa.
Le atlete più soggette ad amenorrea, sono quelle praticanti sport d’endurance, quindi maggiormente soggette a microfratture da stress.
Il progesterone
Dall’ovulazione subisce un notevole incremento da circa 100 a 800 ng/dl in pochissimi giorni determinando:
- incremento di circa ½ grado della temperatura corporea. Incremento che interferisce sulla corsa perché si inizia a dissipare calore ad una temperatura corporea più alta;
- aumento della ventilazione polmonare (determina una minor disponibilità di ossigeno per i muscoli);
- maggiore ritenzione idrica responsabile di un aumento della viscosità muscolare. Viscosità che può essere la causa di traumi muscolari.
Molti altri sono gli ormoni che intervengono nell’arco del ciclo mestruale, ognuno con una sua peculiarità, tuttavia la loro trattazione non può essere affrontata in questo articolo in quanto complessa a articolata.
Raccolta dei dati e pianificazione dell’allenamento
Inizialmente, la mia idea di pianificazione del training, era strutturata in modo che il mesociclo combaciasse con il ciclo mestruale, con un periodo di scarico di 5 giorni (ultimi due giorni della fase premestruale e primi 3 giorni della fase mestruale), e un altro periodo di riposi, di circa 3 giorni, nell’ipotetica fase ovulatoria.
Questo sistema non è ottimale poiché non permette una valutazione corretta sulla performance dell’atleta durante i periodi di riposo.
In seguito a questa errata pianificazione, la mia atleta si è trovata ad affrontare un impegno agonistico importante, in una perfetta condizione di forma, ma con le “gambe scariche”, poiché il suo punto debole sono alcuni giorni della fase mestruale, tendenzialmente dal 2/3° giorno in poi.
Il mio consiglio è di applicare una classica programmazione, riportando nell’agenda la data, in che fase del ciclo si trova l’atleta, il tipo di lavoro somministrato, i relativi risultati e infine un sistema di valutazione dello stato psicofisico e del livello di difficoltà che l’atleta attribuisce al lavoro svolto.
Per questo ultimo punto basta utilizzare una semplice scala di Borg, strutturata su 2 livelli.
In questo modo potrò confrontare lo stesso lavoro nelle varie fasi del ciclo e verificare dove l’atleta esprime la maggior performance.
Una volta individuato il periodo di miglior resa, si dovrà fare in modo che combaci con l’evento sportivo più importante.
Oggigiorno vi sono un’infinità di mezzi che, un buon ginecologo, potrà consigliare all’atleta.
Conclusioni
Per concludere la riflessione è la seguente: conoscete la vostra atleta, amate la vostra professione?
Bene, cercate di conoscere cosa succede in lei.
Le variazioni nell’arco del ciclo sono minime?
Meglio per voi, ma dovete saperlo.
Solo in questo modo, attraverso una accurata analisi e scelta metodologica, si potrà raggiungere il miglior risultato.

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