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Mentalità statica Vs. Mentalità dinamica

20 Dicembre 2020 by Redazione

mentalità statica dinamica

"La vita è per il 10% ciò che ti accade e per il 90% come reagisci."

Voglio iniziare questo articolo con due domande.

Non esiste risposta giusta o sbagliata, ma quello che credi o non credi.

Campioni si nasce o si diventa?

E' più importante il talento o l'impegno?

Hai risposto? Benissimo, voglio fare qualche riflessione a riguardo.

Mentalità statica e mentalità dinamica

Recentemente ho letto il libro "Mindset. Cambiare forma mentis per raggiungere il successo", scritto dalla docente di psicologia della Stanford University, Carol Dweck, che ha scoperto che una delle nostre convinzioni più radicate riguarda il modo in cui vediamo le abilità e come questa nostra convinzione può avere influenza positiva oppure negativa sul nostro successo.

Come risultato dei suoi studi, la Dweck avrebbe individutao due tipologie di mentalità ricorrenti nelle persone:

  • La mentalità statica (“fixed mindset”)
  • La mentalità dinamica (“growth mindset”).

Cosa significherebbe avere una mentalità statica o dinamica, ma soprattutto perché può essere importante esserne a conoscenza se siamo degli allenatori oppure atleti?

La tua mentalità è statica quando...

Per la Dweck se hai una mentalità statica significa che sei convinto che abilità come intelligenza, creatività, forza di volontà, talento sportivo, e tutte le varie abilità importanti per il successo dipendano dal "fato", dalla fortuna o dal patrimonio genetico.

In parole povere credi che al momento della nascita ti ritrovi tali qualità oppure no e sei convinto che queste rimarranno invariate per tutta la vita.

Se hai una mentalità statica penserai “il talento è tutto” e considererai il successo come conseguenza delle abilità ereditate dai tuoi genitori.

Allo stesso modo se  hai una “fixed mindset” avrai paura degli errori e dei fallimento, in quanto consideri la sconfitta la prova di uno scarso talento.

La tua mentalità è statica quando...

Se hai una mentalità dinamica, invece, sarai convinto che le abilità non sono innate e che una costante pratica è l’unica strada per far fuoriuscire il nostro potenziale.

Insomma, se hai una mentalità dinamica credi nel “nel duro lavoro” e consideri il successo come la conseguenza dell'impegno, e non della grazia divina.

Un “growth mindset” vede in modo diverso i fallimenti e li sfrutta come feedback per comprendere cosa può fare meglio (e quindi imparare da essi), come aggiustare il tiro per provare nuove strategie e per trovare maggiore volontà nel raggiungere un determinato risultato.

Ma come si forma la nostra mentalità?

La nostra mentalità e le nostre convinzioni si instaurano nei primi anni di vita e sono influenzate da tutte quelle che sono le nostre figure di riferimento: genitori, insegnanti, educatori sportivi e tutte quelle persone alle quali è demandata la nostra educazione nella primissima infanzia.

Ogni bambino, infatti, quando viene al mondo ha una naturale predisposizione verso la “growth mindset”.

I neonati sono come delle “spugne” e ogni nuovo giorno è per loro una nuova possibilità per crescere ed apprendere.

I genitori, parenti, insegnanti ed allenatori (se fanno sport) che hanno una mentalità dinamica stimoleranno ulteriormente questa naturale predisposizione.

Al contrario, le figure con una mentalità statica spesso giudicando i bambini, dicendo loro "sei bravo a fare questo", "non sei bravo a fare quello" "sei proprio un talento a correre", "sei proprio negato per la matematica" porteranno a far credere ai piccoli di essere così e di non poter far nulla se non comportarsi "come se" realmente fossero come indicato dagli adulti.

Diverso modo di comportarsi da parte di chi ha mantalità dinamica oppure statica. Tratto e adattato da Mindset. Cambiare forma mentis per raggiungere il successo di Carol S. Dweck

Se hai una mentalità statica devi accettarla o puoi modificarla?

La Prof.ssa Dweck ha dimostrato che ognuno di noi può sviluppare una mentalità dinamica.

Anche da adulti è possibile tornare a credere di poter migliorare praticando qualcosa, ma questo riporta tante questioni sulla nostra responsabilità: è colpa nostra se non otteniamo qualcosa, non di un destino infame o addirittura delle altre persone che ci odiano.

Per modificare la propria mentalità da statica a dinamica per prima cosa dobbiamo diventare consapevoli dell'esistenza di queste due tipologie di atteggiamento mentale e del fatto che tutti noi abbiamo un sempre un mix delle due componenti, non siamo completamente statici o completamente dinamici.

Ognuno di noi ha sia tratti dinamici sia tratti statici, qualcuno più sbilanciato da un lato della bilancia e qualcuno dall'altro.

Ti è mai capitato di dedicarti con tutto te stesso in un progetto e portarlo a termine alla grande? Molto probabilmente, prova a ripensarci, in quel momento eri in modalità dinamica.

Ti è mai capitato invece di iniziare a imparare una nuova abilità, sport, etc e nel momento che ti sei sentito in difficoltà hai iniziato a pensare: "per questo non sono proprio portato" e hai smesso quasi immediatamente dandoti quell'etichetta?  Hai già compreso che molto probabilmente in questo secondo caso il tuo atteggiamento mentale era statico. Ma cosa sarebbe successo invece se ti fossi impegnato come nel primo caso?

Esempi di mentalità statica nella vita reale.

Mentalità statica e studio

Nel libro “Mindset” c'è un passaggio nel quale viene posta una domanda simile a quella che ti ho fatto all'inizio di questo articolo.

"Intelligenti si nasce o si diventa?"

Questa è la risposta che una persona ha dato a questa domanda:

“Penso che l’intelligenza sia qualcosa per cui bisogna lavorare, non qualcosa che ti viene semplicemente dato. Molti bambini, se non sono sicuri della risposta, non alzano la mano. Io invece la alzo quasi sempre, perché anche se la mia risposta è sbagliata, la maestra mi dirà come correggerla. Spesso poi alzo la mano per chiedere come sia possibile risolvere un problema o farmi spiegare un passaggio che non ho capito bene. Facendo così, la mia intelligenza aumenta.”

La cosa sorprendete è che queste parole non sono state scritte dall'autrice o da un altro suo collega, ma è la risposta di una bambina di 7 anni.

Questa bambina a 7 anni aveva capito che nessuno di noi è “nato imparato” e che per eccellere nello studio non bisogna aver paura di sbagliare o di chiedere aiuto.

Dall'altra parte ci saranno ovviamente bambini, ma anche adulti convinti che per una data materia, per lo studio e per la scuola "o ci sei portato o non ha senso impegnarsi"

Come detto dalla bambina sopra "Intelligenti si diventa, giorno dopo giorno."

Faccio l'esempio con la matematica, visto che spesso già da piccoli veniamo etichettati come portati oppure no.

Con la mentalità statica se nella matematica credi di non essere portato probabilmente non ci proverai affatto, non ti impegnerai e resterai sempre "negato" per i calcoli. In questo modo avrai anche una buona scusa quando qualcuno ti chiederà qualcosa a riguardo: "Guarda, sono proprio negato per la matematica"  in modo da togliere da te stesso la responsabilità di come sei.

Al contrario se invece tu provassi ad avere un approccio dinamico alla matematica, visto che ti senti indietro rispetto ai tuoi compagni, ti impegneresti di più e cercheresti di lavorare sulle tue lacune, dedicandole più tempo, esercitandoti, andandoca ripetizioni, trovando strategie per migliorare. In poche parole decidendo di impararla!

Di base non esistono materie per cui siamo portati o meno, ma solo materie su cui dobbiamo impegnarci.

Un esercizio difficile, un problema a cui non si sa dare risposta, un esame sbagliato, non sono vanno considerati la conferma di una nostra presunta inferiorità di intelligenza, ma un’opportunità per “aumentare la nostra intelligenza”.

Mindset statico nello sport

Durante il periodo del Lockdown di marzo anche io ho avuto modo di vedere il documentario di Netflix che racconta la storia del campione di pallacanestro Michael Jordan.

Jordan è stato l'esempio lampante di giocatore con una mentalità dinamica straordinaria.

Sicuramente Jordan era dotato di talento, struttura fisica, altrimenti probabilmente non sarebbe entrato in NBA, ma la sua mentalità è quella che lo ha reso la star dell'NBA che è stato.

Quando Jordan sbagliava un tiro decisivo durante una partita non trovava scuse come molti altri sportivi, ma tornava sul campo da Basket e riprovava quello stesso tiro più e più volte.

Sua la frase "Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto"

Quando si pratica uno sport, soprattutto a livello agonistico, avrai giornate perfette, altre meno perfette e altre disastrose: quelle in cui tutto sembra andare storto.

E' proprio nelle giornate no che lo sportivo con una mentalità statica inizia subito a cercare scuse: è colpa del meteo, è colpa del vento, è colpa della corsia in cui ho corso, etc...

Chi ha una mentalità dinamica invece si comporta in modo saggio: torna ad allenarsi, lavora e smussa i propri punti di debolezza, cerca di esaltare i suoi punti di forza. Fa pratica, pratica e ancora pratica.

Ma allora tu cosa farai la prossima volta che sbaglierai un esercizio? Ritenterai fino ad impararlo o mollerai al primo tentativo?

Come ti comporterai la prossima volta che una gara andrà peggio delle aspettative? Ti lamenterai della corsia o tornerai ad impegnarti per migliorare te stesso?

Pensi di avere un punto debole? Che ne so, sei un ostacolista e credi di essere nato con scarsa mobilità? Ti impegnerai ogni giorno per migliorarla o accetterai come sei fatto limitando così le performance?

Un altro esempio nello sport è Cristiano Ronaldo.

Premetto che non sono un amante del calcio e nemmeno esperto e le mie ultime informazioni riguardo alle formazioni delle squadre di calcio riguardano il periodo di Roberto Baggio.

Ma Ronaldo è sicuramente un esempio di giocatore con la mentalità dinamica. Nel tempo ha sempre cercato di limare i propri difetti, di migliorarsi sia dal punto di vista fisico che tecnico, anche in ambiti spesso trascurati nel calcio.

Nel video sotto lo vediamo con Francis Obikwelu che si fa insegnare una partenza dai blocchi, e da quanto si può vedere non sembra nemmeno così male tecnicamente.

Allenatori, insegnanti ed educatori: come fare ad avere un atteggiamento dinamico ?

Allenatori, insegnanti ed educatori dovrebbero avere una mentalità dinamica e soprattutto cercare di insegnarla ai propri "allievi".

Si dice che l'esempio è il primo vero modo per insegnare qualcosa e quindi comportarsi in modo dinamico porta già di per se ad insegnare questa mentalità.

Perché è così importante insegnare ad essere dinamici?

Un passaggio del testo tratta di uno studio nel quale erano state poste a dei bambini dei complimenti, ad alcuni di loro in modo statico e ad altri in modo dinamico e, oltre al fatto che le performance dei bambini trattati da dinamici erano migliorate del 30% e quelle dei bambini statici peggiorate del 20% (una differenza del 50%) la cosa più allarmante è che "i bambini che ricevettero i complimenti statici iniziarono a considerare le imperfezioni qualcosa di cui vergognarsi al punto di dire le bugie".

Ciò che è sconcertante, afferma la Dweck, è che abbiamo preso bambini normali e li abbiamo trasformati in bugiardi.

Inoltre i bambini statici tendono a non correre rischi, a scegliere le strade semplici, non cercano le sfide e tentano di dimostrare costantemente quanto sono talentuosi, bravi ed intelligenti.

Quali sono i meccanismi che portano ad instillare una mentalità statica o dinamica?

Dipende tutto da come si lodano o si sgridano i giovani.

Complimenti di tipo statico fanno breccia sul talento:

  • "Ottimo risultato, sei davvero un bambino intelligente"
  • "Bravissimo, sei proprio portato per questo sport"
  • "Grande, ti è venuto naturale. Hai un talento per questa attività"
  • "Sei speciale"
  • "Hai sbagliato, sei proprio negato per la matematica"
  • "Quanti errori, sei proprio stupido"
  • "Non sei portato per quello sport. Perché non ne provi un altro?

Complimenti di tipo dinamico esaltano il processo, l'impegno e la determinazione:

  • "Ottimo risultato, si vede che ti sei impegnato molto"
  • "Bravissimo, se ti impegnerai potrai diventare ancora più bravo in questo sport"
  • "Hai fatto un ottimo lavoro"
  • "Grande, ti sei impegnato e hai ottenuto un ottimo risultato"
  • "Hai sbagliato, rivedi quello che hai fatto e cerca di imparare dai tuoi errori"
  • "Per te questa materia è difficile, ma impegnandoti e lavorando sodo con costanza potrai diventare sempre più abile"
  • "Ti piace questo sport? Impegnati e nel tempo diventerai sempre più bravo!"

John Wooden, la mentalità statica nell'allenamento

Chiudo il discorso sulla mentalità statica parlandovi ancora di un piccolo passaggio del libro, quello in cui si parla di John Wooden, allenatore che ha prodotto uno dei maggiori record nel Basket NCAA con la squadra dell'UCLA, con alcune stagioni memorabili e imbattute (una con 88 vittorie di fila).

Tutto questo per gli appassionati del Basket forse è risaputo.

Quello che non si conosce, come spesso accade, è la storia del suo successo: Wooden non voleva andare a lavorare all'UCLA ma per una serie di "sfortunate" situazioni (di linea telefonica) le comunicazioni con il Minnesota dove intendeva avere il posto non avvenirono e per non restare senza lavoro accettò la proposta peggiore.

L'Ucla aveva impianti fatiscenti, senza campo da gioco e i giocatori erano decisamente "scarsi".

Dopo il primo allenamento John si sentì distrutto, pensando di trovare un modo onorevole per ritirarsi. La stampa pronosticava per l'UCLA l'ultimo posto.

Cosa successe poi?

Wooden si rimboccò le maniche e la squadra a fine anno vinse la divisione e l'anno successivo andarono alle eliminatorie NCAA.

Cosa aveva fatto Wooden?

Aveva modificato il loro Mindset, concentrandosi sul processo, sulle competenze di base, impostando dei vincoli e togliendo focus dal risultato fine a se stesso.

Questa la sua regola:

"Ti devi applicare ogni giorno per diventare un poco migliore. Applicandoti per migliorare un po' ogni santo giorno per un certo lasso di tempo, diventerai molto migliore."

Non pretendeva mancanza di errori, nessuna sconfitta.

Era però intransigente nella preparazione e nell'impegno che dovevano essere totali.

Ho perso? Ho vinto? Due domande sbagliate, la domanda giusta per John era "Ho fatto del mio meglio?" In tal caso puoi essere stato superato ai punti man non perderai mai.

Wooden non tollerava scarso impegno e scarso atteggiamento mentale.

Equità di trattamento

Il coach dell'UCLA trattava tutti i giocatori allo stesso modo, indipendentemente dalle loro abilità iniziali. Ci tengo a precisare che questo non significa che quelli meno bravi venivano trattati bene, ma con un gap di preparazione dovevano sgobbare per raggiungere gli altri. Niente scuse, zero morbidezze. Stesso trattamento per tutti. Questo non significava far giocare tutti in egual misura anche se non pronto, ma dava lo stesso trattamento in allenamento a tutti, anche ai meno pronti.

La cosa interessante è che Wooden non si reputava un super allenatore, ma un allenatore nella media dal punto di vista tattico e strategico, ma sapeva far esprimere potenziale ai giocatori sia in campo che nella vita.

E noi come possiamo, in atletica, far si che gli atleti sviluppino un atteggiamento dinamico?

Conclusioni. Il talento non serve proprio a nulla?

Voglio chiudere questo articolo facendo un passo indietro.

Nella vita non è tutto bianco o nero, ci sono varie sfumature e sarei poco saggio ad affermare che con perseveranza ed impegno tutti possono diventare Campioni Olimpici.

Di base nasciamo tutti con una dote genetica che non può essere cambiata, il cosiddetto talento.

Un ragazzo che da cadetto corre in 10" gli 80 metri  probabilmente non potrà mai pensare di strappare il record del mondo nei 100 piani a Usain Bolt,  ( e in ogni caso non sarebbe quello il momento per pensare al record del mondo) ma potrà, dedicandosi con impegno e costanza migliorarsi, diventando ogni giorno migliore e imparando che nella vita se in una cosa si vuole migliorare lo si può fare con l'impegno e l'atteggiamento giusto.

Allo stesso modo un talento, in qualsiasi ramo della vita non può diventare un campione se non si rimbocca le maniche e non lavora sodo in modo costante, anche quando le cose non vanno come vorrebbe.

Per diventare un premio Nobel in fisica probabilmente servono alcune doti, ma per prendere una Laurea in ingegneria ( che comunque non è sicuramente una cosa da poco!) forse l'impegno e la tenacia possono bastare.

Sono molte le storie di persone che nella storia hanno fatto la differenza pur partendo svantaggiate e ritenute poco capaci.

Avevano una mentalità dinamica o comunque la applicavano nell'ambito del loro o dei loro interessi.

E sono molte di più le storie di persone talentuose che non sono riuscite a diventare Campioni!

"Io non ho fallito 2000 volte nel fare una lampadina. Semplicemente ho trovato 1999 modi su come non va fatta una lampadina" Thomas Edison

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Filed Under: News, Psicologia Tagged With: mentalità dinamica, mentalità statica

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