
Nell'immagine un momento di gioco del Rugby Perugia
Il ruolo del preparatore atletico nel rugby
Non è facile parlare di rugby, nel tempo capisci che è uno sport particolare dove l’attitudine mentale viene prima della prestanza fisica, qualcuno a questa considerazione salterà dalla sedia, ma lavorando da molti anni come preparatore atletico, ti accorgi che il rugby devi prima averlo dentro e poi creare i presupposti strutturali, tecnici e tattici per giocare al meglio.
Il preparatore varia notevolmente la sua proposta a seconda del livello in cui milita la squadra, dal rapporto con l’allenatore e dai mezzi a disposizione, e più ci si avvicini al professionismo e maggiore diventa la richiesta di un lavoro differenziato per individuo e per ruolo.
Nel passar del tempo ho visto evolversi molti sport.
Come è cambiato il gioco del rugby negli ultimi anni?
Nel rugby i cambiamenti di regole, di condizionamento e nutrizione, hanno contribuito a trasformare i suoi giocatori pesanti, con tempi di gioco effettivo bassi, a giocatori muscolosi e veloci con tempi di gioco raddoppiati.
Essere grandi non basta più.
Il rugby si è evoluto in uno sport di uomini e donne iper-in forma che spingono i confini delle capacità umane.
Dal punto di vista della formazione fisica molte cose sono cambiate, dalle metodiche da body building in palestra, alle corse lunghe e lente per il “fiato” o come riscaldamento.
Il rapporto tra allenatore e preparatore atletico
Altro cambiamento rilevante è il rapporto tra allenatore e preparatore, ritengo che quando funziona in modo ottimale, permette all’allenatore di migliorare la sua proposta tecnica e tattica, e al preparatore di accrescere le prestazioni nella sua competenza, ma soprattutto questo si riflette sulla squadra e sugli atleti individualmente.
Le richieste dell’allenatore è di avere sempre al meglio, sempre disponibili, sempre in forma i propri atleti.
Sappiamo che questo non è sempre possibile, ma è l’obiettivo per entrambi (obiettivo condiviso).
I miei principi base da preparatore atletico nel rugby
Nel tempo ho costruito dei principi che sono alla base del mio intervento, nulla di complesso o articolato, ma sono la base della mia proposta che di sicuro muterà nel tempo, adattandosi alle situazioni che si presenteranno.
- Il primo step è pianificare, che serve a dare una direzione, con obiettivi chiari e misurabili, anche se le società sportive fanno fatica a programmare a lungo termine per tanti motivi (economici, strutture, staff ecc.), per poi costruire una periodizzazione con l’allenatore.
- Al preparatore spetta lo sviluppo e il mantenimento delle capacità biomotorie integrandole con quelle tecniche e tattiche dell’allenatore. E’ importante avere un sistema equilibrato e integrato per facilitare, sviluppare, valorizzare e motivare le prestazioni atletiche individuali e di squadra.
- Crescita e sostegno, creare cioè un ambiente che renda i giocatori responsabili del proprio sviluppo/miglioramento
- Autoregolazione del carico
- Importanza della tecnica esecutiva: prima di eseguire il carico prestabilito è richiesto il perfezionamento del gesto motorio
- Richiedere al giocatore di prendere possesso del proprio stato fisico attraverso allenamenti, riabilitazione, recupero, alimentazione.
- Costruire relazioni con i giocatori: fargli capire che ti interessa il loro sviluppo
- Incoraggiarli a sostenersi a vicenda nel proseguimento degli obiettivi.
Concetti chiave della programmazione
La forza si sviluppa in forma generale.
Tutto ciò che viene prescritto in palestra deve essere in funzione al miglioramento del gioco, in funzione all’individuo, e al ruolo con caratteristiche preventive e performanti.
La palestra è un mezzo, non un fine.
Lo sviluppo della resistenza (o endurance) può avere due finalità:
- il miglioramento della forma fisica (corsa intervallata, intermittente ecc.)
- il miglioramento della forma sportiva solo attraverso il gioco, che deve raggiungere i sistemi bioenergetici necessari per affrontare 80’ minuti al massimo livello.
La resistenza si sviluppa in forma specifica.
Ultimo, ma non per importanza.
La preparazione deve essere costruttiva, non distruttiva.
Il rugby è un gioco complesso
Il rugby sulla carta può sembrare un gioco semplice, ma risulta complesso nella sua applicazione pratica.
Il rugbista è sempre di più orientato su una formazione fisica eccellente dove tutte le capacità motorie (forza, velocità, resistenza, mobilità) vengono esaltate per rispondere al meglio al compito motorio e per incorrere alle esigenze di gioco fatte da fasi statiche (mischie, rimesse laterali) e dinamiche (sequenze di azioni in campo aperto).
Il rugby è uno sport particolare, difficile da descrivere, penso che l’essenza di tutto è racchiuso dentro questa frase che ho scoperto da un mio amico
“Un pallone rotondo te lo può restituire anche un muro. Un pallone ovale te lo può restituire solo un amico”.
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