
Il tuo smartphone può essere uno strumento di analisi video eccezionale. Se non lo usi come in questo video!
Qual'è il vero scopo dell'esercitazione?
Se sei un allenatore, prima di proporre un nuovo esercizio:
- prova ad eseguirlo tu (perché vedere è una cosa, provarla un'altra);
- chiediti a cosa può servire:
- "Perché dovrei usarlo?"
- "Quali vantaggi può dare?"
- "Quali svantaggi?"
- "Cosa può ottenere il mio atleta eseguendolo"?
- "Lo so spiegare correttamente?"
- non avere fretta di usarlo. Utilizzalo solo quando l'avrai conosciuto e capito bene e quando ti sembrerà una buona soluzione per un problema concreto. In questo modo non avrai la certezza, ma sarà molto più probabile che ci ricaverai qualcosa di utile.
Ad esempio l'esercizio visto nel post potresti farti delle domande:
- perché usa quei coni?
- Perché proprio quell'altezza?
- È indispensabile che siano alti 32 cm, come quelli nel video?
- O forse sono quelli che si sono trovati al campo?
Cerchiamo di capire sempre il perché delle cose!
Il video visto sopra era effettuato in modalità “instagram” e, per una serie di motivi, non è adatto a nessun tipo di analisi video quantitativa.
Per effettuare un’analisi video un minimo adeguata (non comunque da analisi video professionale!) infatti sono necessari alcuni accorgimenti indispensabili:
- Telecamera fissa;
- Perpendicolare al centro della scena;
- Posizionata sempre in uno stesso punto ed una distanza congrua (8-10 metri).
Neppure gli accorgimenti sopra descritti permettono analisi video di tipo “scientifico”, ma perlomeno consentono di estrapolare alcune informazioni ed alcuni numeri, seppure indicativi, che tornano utili ad un lavoro artigianale seppur empirico, ma basato su un minimo di riscontro oggettivo.
Nonostante il video sia privo di questi requisiti ed avesse solo lo scopo di testimoniare il ritorno in pista, è possibile capire di cosa si tratta e fare anche alcune valutazioni che non abbiano troppe pretese.
Analisi video, anche ad occhio nudo?
Occorre precisare che i punti sopra descritti valgono per una ripresa, ma anche per una valutazione ad "occhiometro".
La ripresa in questo caso (più artistica che tecnica) era effettuata da una compagna di allenamento, ma il tecnico era ben posizionato.
Quando si decide di osservare un esercizio è importante variare il proprio punto di vista, per avere visioni frontali, laterali e posteriori, ma è altresì importante avere un certo metodo, scegliendo punti di vista "strategici"vari, ma ricorrenti: la stessa scena vista da punti diversi vi offre impressioni diverse.
Analisi video. Non state troppo vicini!
Per accorgervi di quanto la vostra posizione influisca sulla vostra impressione, disponete qualche fila di cinesini a qualche metro di distanza l'uno dall'altro su varie corsie, in linee equidistanti dal traguardo: più siete vicini più la vostra valutazione diventa imprecisa.
Ovviamente anche posizionarsi troppo lontani può dare problemi.
In un'analisi video "casereccia", effettuata con un tablet o uno smartphone, il consiglio è di porre il dispositivo di ripresa a 8-12 metri di distanza dal soggetto.
Cosa? (ma non come né perché)
La corsa tra cinesini, conetti o wickets generalmente è utilizzata per “insegnare” la cosiddetta “front side mechanics” che l’atleta dovrebbe assumere al termine della fase di accelerazione:
è un esercizio per il “lanciato”.
Come, quando e perché l'esercizio era stato proposto?
L’esercizio mostrato nel video era posto a fine riscaldamento.
Nella fattispecie è stato un esercizio svolto ad intensità medio-bassa, attorno al 70 %.
Le variabili da considerare (oltre all’impegno e alla richiesta da fare all’atleta) sono la lunghezza del preavvio e la distanza dei conetti: al crescere dei due parametri aumenta l’intensità dell’esercizio.
E’ molto importante che l’atleta sia in grado di correre portando gli appoggi a metà fra un conetto e l’altro: solo in questo modo è possibile mantenere l’azione “ritornata” del piede di appoggio, che deve prendere contatto con il terreno a velocità negativa.
Un riferimento a terra di una certa altezza (in questo caso i conetti sono alti qualche centimetro di troppo) porta a favorire una naturale salita del piede sotto il gluteo, che porta chiudere la gamba sulla coscia evitando un’azione calciata.
In questo caso l'azione è ben eseguita e l'atleta non "calciava" i piedi avanti, ma lavorava in maniera sostanzialmente corretta.
Purtroppo, con quel tipo di ripresa, questa è una delle poche informazione ricavabili dal video in maniera chiara e sicura.
E’ fondamentale che la progressione nella distanza dei coni favorisca sempre e comunque le possibilità di frequenza, evitando che l’atleta vada ad “aprire” e conseguentemente a puntare-frenare-tirare andando a prendere contatto con il terreno troppo davanti al proprio centro di massa.
Perché l’azione sia fluida è fondamentale che gli ostacolini a terra siano “urtabili” e che l’atleta ne abbia esperienza: solo in questo modo, ripetendo un passaggio dietro l’altro, l‘atleta acquisisce sicurezza e le prove diventano fluide utili e addestrative.
Non basta vedere, è necessario osservare.
Nonostante il video non sia adatto ad un’analisi video quantitativa, solo se si inviduano e si conoscono quali sono i principali momenti da osservare, è possibile ricavare qualche informazione.
Ognuno può individuare dei momenti significativi in relazione alle posizioni e alle simmetrie (o asimmetrie) dei vari segmenti corporei nelle diverse fasi della corsa.
Personalmente, con una deformazione di tipo ostacolistica, una delle prime cose che guardo è la chiusura della gamba sulla coscia e la posizione della coscia nel momento della massima salita del ginocchio che mi piace sia leggermente sotto il parallelo rispetto al suolo.
Uno di cinque.
Nella pratica da campo uno dei metodi più funzionali e pratici di analisi da usare è il metodo Kinogram di Altis, che individua 5 momenti.
Per chi vuole approfondire rimandiamo direttamente a https://altis.world/ mentre per chi non conosce l’inglese questo è il link all’articolo de Ilcoach Il Metodo Kinogram
- Fase finale della spinta. (è l’ultimo momento in cui il piede è in appoggio a terra “Toe off” in inglese)
- Massima proiezione verticale. Rappresenta il momento in cui il baricentro dell’atleta è più in alto e i piedi volano su una linea parallela al terreno.
- Preparazione all’impatto o Strike. Questo momento, immediatamente precedente all’impatto, non è definito osservando l’arto che andrà a colpire il terreno, ma è individuando osservando quello opposto nel momento in cui la coscia di questo è perpendicolare al terreno.
- La presa di contatto a terra che costituisce un momento molto interessante in cui si può valutare dove è il centro di massa e in che rapporto sono le ginocchia dell’arto libero e di quello di spinta;
- La fase di supporto pieno ( full support) che è il momento in cui le anche passano sopra il piede a terra.
Nel video che abbiamo postato era ricavabile solo il primo dei 5 punti chiave. Se anche le altre fasi sono intuibili, non sarebbe possibile confrontare diverse esecuzioni in prove diverse e farne una comparazione un minimo oggettiva.
Perchè.
Nel video proposto il preavvio era molto breve e i conetti erano vicini.
Come abbiamo spiegato si trattava semplicemente di un riscaldamento tecnico che precedeva la fase di corsa vera e propria.
Anche le prove di corsa fra gli wickets ( o conetti o quello che si ha), come del resto ogni altro esercizio, possono essere declinati con varie intensità e vari obiettivi.
Se le prove sono fatte con ben altre intensità e finalità, possono diventare fase centrale dell’allenamento, per perseguire ben altri scopi.
La tabella sottostante costituisce un esempio ed è uno strappo alla regola di 5 anni di IlCoach.net.
La proposta di progressione che mostriamo infatti non è passata alla prova del campo, ma è stata portata avanti con alcune difficoltà fino al 3 di Aprile e qui si è interrotta a causa del Lock down totale.
Il lavoro con gli wickets, in questo secondo caso fatto con chiodate, nella mia idea voleva essere uno degli elementi principali del lavoro di velocità da proporre nella seduta del lunedì.
Oltretutto, abbracciando un periodo di tre mesi, deve essere valutata come una progressione meramente orientativa, che sarebbe stata modificata su ogni atleta di macrociclo in macrociclo, in conseguenza al riscontro effettivo poi riportato nel corso dell’allenamento.
La filosofia de IlCoach.net negli ultimi 5 anni è sempre stata quello di condividere senza segreti quello che si era fatto al campo.
In considerazione della situazione molto particolare questa volta mostriamo anche quello che invece non abbiamo potuto fare.
N.B. Le distanze per le partenze sono stabilite con molta precisione. In realtà sono orientative e stabilite solo per avere un segno di riferimento in gruppi di allenamento “vivaci”. In realtà ad ognuna di queste distanze faccio aggiungere un pre avvio di un paio di metri rende il primo tratto di corsa un po’ più “libero” e l’accelerazione un po’ più “facile”.
La tabella 2 da indicativamente un’idea dell’ampiezza del passo di corsa in rapporto alle capacità prestative dell’atleta.
Come si può notare l’approccio del mio canovaccio di progressione era piuttosto conservativo ed orientato sulla frequenza più dell’ampiezza.
La mia speranza nel redigere la griglia era stata quella di pensare che mi sarei comunque dovuto trovare nella condizione di allargare gli spazi che, al miglioramento delle condizioni dei ragazzi, da stretti sarebbero divenuti claustrofobici.

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